Colmiamo oggi un'importante nostra lacuna, quella di non aver mai bevuto nessuna birra Panil; siamo andati a trovare il Birrificio Torrechiara, situato quasi al di sotto della rocca che domina dall'alto l'omonima frazione in provincia di Parma (sulla strada che porta a Langhirano, capitale del Prosciutto di Parma) ed abbiamo portato a casa (quasi) tutta la loro gamma. Il birrificio trova sede all'interno dell'azienda agricola della famiglia Losi, che dagli anni '30 produce vini; è la "pecora nera" Renzo, affascinato dal Belgio, a deviare leggermente dal percorso tracciato dai genitori. Inizia come homebrewer e poi, nel 2001, nasce ufficialmente Panil. Il contagio con il vino è però inevitabile e Renzo è tra i primi in Italia, se non il primo in assoluto, a sperimentare la maturazione in botte e le fermentazioni spontanee controllate. In breve tempo piovono i consensi, forse in maniera maggiore dall'estero (dove Panil da molti anni rappresenta l'eccellenza birraria italiana) che dall'Italia, e la produzione di birra arriva a costituire l'80% del fatturato dell'azienda della famiglia Losi. Purtroppo lo scorso Maggio 2012, a causa di alcune divergenze, Renzo ha lasciato il birrificio Torrechiara, trasferendosi a Torino; e mentre si attende di sapere quali saranno i prossimi passi del birraio (un beershop, che dovrebbe diventare anche brewpub, è stato inaugurato proprio in questi giorni), a Torrechiara è arrivato il nuovo birraio Andrea Lui con il difficile compito di dare continuità ad un passato molto importante. Iniziamo il nostro "percorso Panil" con la Ambre, la prima birra in assoluto creata da Losi; la bottiglia in nostro possesso è stata prodotta a Settembre 2012, e quindi vede già la mano del nuovo birraio Andrea Lui. Il colore è ambra con riflessi ramati, opaco; la schiuma, leggermente ocra, è fine, cremosa e mediamente persistente. Al naso frutta gialla (pesca ed albicocca), sentori floreali, leggero caramello e lieviti. C'è buona intensità ed adeguata pulizia. In bocca la base di malto (biscotto) è appena percettibile; emerge subito una marcata asprezza di frutta gialla acerba, che diventa sempre più evidente (con punte di lattico) man mano che la birra aumenta di temperatura. I lieviti le donano un carattere che ricorda effettivamente il Belgio, e nel finale c'è una nota amara, rustica e terrosa a chiudere, ma l'evidente infezione la trasforma in una birra acida fuori controllo che diventa abbastanza impegnativa e non esattamente gradevole da bere. Formato: 75 cl., alc. 6.5%, lotto 04/09/2012, scad. 03/2014, prezzo 3.80 Euro.
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