Viene inaugurato a giugno del 2013 a Gualdo Tadino, il birrificio umbro Birra Flea, “marchio” dell’Azienda Agricola Matteo Minelli Agricola di proprietà di Matteo Minelli, appassionato di birra ma anche amministratore unico di Ecosuntek Spa. Gli investimenti di oltre un milione e mezzo di euro hanno portato alla realizzazione di un nuovissimo impianto da 24 hl con una capacità produttiva di oltre tre milioni di bottiglie l’anno, interamente costruito in classe A e completamente autonomo dal punto di vista energetico, grazie ad uno specifico impianto fotovoltaico. L’azienda agricola di famiglia fornisce il malto ed il frumento necessari per la produzione delle birre (e per lo status di “birrificio agricolo”), ma il legame con il territorio è volutamente sottolineato anche dalla scelta del logo del birrificio, che ricorda l’omonima rocca sovrastante Gualdo Tadino, ed i colori delle etichette, che richiamano quelli dei quattro rioni gualdesi che a settembre sono protagonisti dei “Giochi delle Porte”. In sala cottura viene chiamato il birraio Rolando Della Sera, precedentemente al Birrificio San Biagio ad Assisi, un passato da homebrewer, laureato in Agraria con dottorato in biotecnologie alimentari; è stato un rappresentante di Assobirra presso il Brewing Science Group, un gruppo che accoglie tecnici, ricercatori ed esperti di birra da ogni parte del mondo ed ha preso parte nel 2003 nella creazione del C.E.R.B. (Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra). Quattro le birre attualmente prodotte, tutte ad alta fermentazione: una blanche chiamata Bianca Lancia, una amber ale (Bastola), una “bionda” (Costanza) ed una “tipo IPA” chiamata Federico II, che viene così spiegata sul sito del birrificio: Lo "Stupor Mundi", "il primo uomo moderno assiso su un trono", il "precursore del Rinascimento": Federico II fu tutto questo e molto altro ancora. Fu uno tra i personaggi più importanti dell'età medievale, tra i pochi a segnare il corso dell'intera storia europea. Re di Sicilia, di Germania, di Gerusalemme e Imperatore del Sacro Romano Impero, Federico fu inoltre protettore di poeti e artisti, lui stesso filosofo e letterato e fondatore della scuola poetica che diede avvio alla nostra letteratura. Il suo destino fu costantemente intrecciato con quello della penisola italiana e con quello della fedele città ghibellina di Gualdo Tadino in particolare, la cui devozione il sovrano volle assicurarsi garantendole un nuovo tessuto umbro e plasmandone la storia per i secoli a venire.
Si presenta di un bel colore dorato carico, opaco con riflessi ramati; la schiuma è bianca, a trama fine, cremosa e dalla buona persistenza. Ci sono piccole particelle di lievito in sospensione. In etichetta non è riportata la data d’imbottigliamento, e quindi non riesco a stabilire quanti mesi sulle spalle abbia questa bottiglia, ma l’aroma è decisamente timido e non certo quello che ti aspetteresti da una IPA o “tipo IPA”: qualche accenno di agrumi (arancio e mandarino), fiori (camomilla), crosta di pane. Il corpo è tra il medio ed i leggero, con una carbonazione abbastanza modesta; al palato risulta gradevole e morbida, con un ingresso maltato (pane) e note di agrumi, che ricordano però la marmellata piuttosto che il gusto di un arancia appena tagliata. L’amaro (scorza d’agrumi, erbaceo) non è particolarmente intenso e non riesce neppure a ripulire completamente il palato, che a fine bevuta rimane un po’ “impastato” e reclama un po’ più di secchezza. Il retrogusto è abbastanza corto e non particolarmente intenso, con note erbacee, terrose e di scorza d’agrumi. Bottiglia che dà l’impressione di non essere particolarmente fresca; i profumi latitano un po’ ed il gusto non brilla di pulito anche se l’intensità è inizialmente buona per poi calare progressivamente verso il finale della bevuta.
Si definisce "Tipo IPA" ma è un "tipo" abbastanza timido quello che ne risulta: potrebbe essere una "gateway beer" per chi si avvicina al mondo della cosiddetta birra artigianale, con un livello di amaro piuttosto contenuto che va ad accomodare un palato non ancora abituato alle generose luppolature. I malati di luppolo e chi naviga già da diverso tempo nel mare dell'artigianale troverà invece questa Federico II ancora abbastanza lontana dall'intensità e dal livello di una buona IPA. Il birrificio è comunque giovane, deve ancora spegnere le candeline del primo compleanno: c'è tutto il tempo per un naturale percorso di crescita e di miglioramento. Bene invece il prezzo, ben al di sotto di quella che è ormai la media nazionale al litro.
Formato: 75 cl., alc. 5.9%, IBU 45 (?), scad. 15/04/2015, pagata 6.50 Euro (enoteca, Italia).
questa birra (bevuta questa estate parecchie volte) pur non avendo palesi difetti non presenta però neanche particolari qualità.Come si dice "senza infamia e senza lode"!!!Ottimo il suo commento come sempre d'altronde.....
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