Il primo incontro con il birrificio bavarese Camba Bavaria risale alla fine del 2011; sede a Truchtlaching, circa 80 chilometri a sud-est di Monaco, praticamente sulla riva del Chiemsee, e di proprietà della BrauKon, noto produttore di impianti per birrifici e brewpub. Non so se Camba Bavaria sia stato il primo produttore bavarese, nel 2008, ad andare oltre le classiche birre tedesche e ad offrire una ampia gamma di stili anglosassoni come IPA, Stout, Porter ed invecchiamenti in botte. Dall'ultimo incontro, ad inizio 2012 ad oggi, il birrificio ha un po' rifatto il look alle etichette con una veste molto più moderna e giovanile, forse anche per allinearsi al look di Crew Republic, giovane realtà bavarese della quale vi parlerò molto presto.
Attualmente Camba offre le birre "classiche" (ovvero stili tedeschi) sopratutto nel formato da 50 cl. mentre le anglosassoni dall'estate del 2013 vengono vendute solamente nel più piccolo formato da 33. I (molto costosi) invecchiamenti in botte sono invece offerti nel formato "gourmet" da 75 cl.
Un minaccioso squalo in etichetta annuncia questa Imperial Black IPA, prodotta secondo una ricetta del birraio danese Claus Christensen; nel bicchiere è effettivamente "black", ovvero nera, senza lasciarsi attraversare da nessun raggio di luce; molto bella la schiuma, compatta e cremosa, abbastanza fine, dalla buona persistenza e dal color beige, o cappuccino, se preferite.
L'aroma è pulito, anche se la sua intensità e tutt'altro che memorabile: ci sono evidenti sentori di caffè in grani, qualche accenno di pompelmo e, dolce, di frutta tropicale. Quasi più "black" che IPA, insomma. Molto meglio l'incontro con il palato: la birra è morbida e molto gradevole, ha un corpo medio ed una carbonazione contenuta. Anche il gusto, come l'aroma, è sbilanciato più verso il buio dei malti che verso la luce dei luppoli; tostature, caffè, liquirizia menano le danze, con qualche sfumatura di pompelmo. L'intensità e la pulizia ci sono, è piuttosto la presenza abbastanza in secondo piano dei luppoli a rendere questa Imperial Black IPA un po' monotona ed a spostarla nel territorio delle birre scure (stout, porter) luppolate, piuttosto che ad una semplice IPA di colore scuro. Nel finale c'è comunque una notevole progressione (molto) amara, dove convivono note vegetali e di resina, terrose e di tostatura. La bevuta è tutto sommato gradevole e non troppo impegnativa, ma l'impressione che mi ha lasciato è quella di una birra un po' avara di emozioni.
Formato: 33 cl., alc. 8.5%, lotto 016 16, scad. 16/01/2015, pagata 2,38 Euro (beershop, Germania).L'aroma è pulito, anche se la sua intensità e tutt'altro che memorabile: ci sono evidenti sentori di caffè in grani, qualche accenno di pompelmo e, dolce, di frutta tropicale. Quasi più "black" che IPA, insomma. Molto meglio l'incontro con il palato: la birra è morbida e molto gradevole, ha un corpo medio ed una carbonazione contenuta. Anche il gusto, come l'aroma, è sbilanciato più verso il buio dei malti che verso la luce dei luppoli; tostature, caffè, liquirizia menano le danze, con qualche sfumatura di pompelmo. L'intensità e la pulizia ci sono, è piuttosto la presenza abbastanza in secondo piano dei luppoli a rendere questa Imperial Black IPA un po' monotona ed a spostarla nel territorio delle birre scure (stout, porter) luppolate, piuttosto che ad una semplice IPA di colore scuro. Nel finale c'è comunque una notevole progressione (molto) amara, dove convivono note vegetali e di resina, terrose e di tostatura. La bevuta è tutto sommato gradevole e non troppo impegnativa, ma l'impressione che mi ha lasciato è quella di una birra un po' avara di emozioni.
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