domenica 11 maggio 2014

Chimay Dorée

Dopo la Westmalle Extra del mese scorso, ecco un'altra trappista "quotidiana" e molto meno conosciuta delle sorelle "bianche", "rosse" e "blu". E' la Chimay Dorée, una birra dal basso contenuto alcolico (4.8%) che inizialmente veniva prodotta solamente per il consumo interno all'Abbazia di Notre Dame de Scourmont e per essere offerta agli ospiti ed al personale esterno che lavora all'interno del monastero. Prodotta una o forse due volte l'anno, poteva inoltre essere  bevuta all’Auberge de Poteaupré, ossia la "tap room" (ma anche hotel, ristorante e negozio) del birrificio del convento che non è aperto ai visitatori. Nel dicembre del 2012 la decisione di commercializzare per la prima volta una quantità limitata di Chimay Dorée, che viene distribuita dapprima in alcuni locali selezionati in Belgio e, nella primavera del 2013 arriva per la prima volta anche in Italia ed in Inghilterra, sia in fusti da 20 litri che nella classica bottiglia da 33 cl. Molto retrò e bella la scelta dell'etichetta, raffigurante una delle vecchie versioni del logo Chimay utilizzato in passato.
Eccola nel bicchiere, il colore è dorato ma un po' pallido e lievemente velato; la schiuma è generosa, "croccante"e cremosa, bianca, ed ha una buona perisistenza. 
Il naso accosta sentori floreali (rosa) a quelli di agrumi come mandarino, arancio e lime) e di frutta acerba (pera, lieve banana); più in secondo piano la crosta di pane completa un bouquet olfattivo elegante e pulito, delicato ma dalla buona intensità. Al primo sorso questa Chimay Dorée sembra forse fin troppo leggera, ma basta continuare a berla per scoprire, dietro ad un'apparente leggerezza, una birra molto delicata ed elegante, che sembra quasi parlarti a bassa voce e trasportarti oltre le mura del convento. Ed ecco che dove regna il silenzio monastico, non è necessario alzare la voce per farsi udire: ci sono la crosta di pane ed i cereali, l'arancia e qualche suggestione di frutti di bosco rossi (mi sembra di trovare lievi note di fragola, forse di lampone) fino ed un elegantissimo finale secco ed erbaceo che porta in dote anche qualche nota di scorza di limone. Birra austera, che però conquista con la sua rigorosa semplicità, con la sua pulizia e con la sua facilità di bevuta; difficile limitarsi, per un laico, ad una sola bottiglia al giorno. Lasciamo allora ai monaci il compito di resistere alle tentazioni non della carne, in questo caso, ma della birra.
Formato: 33 cl., alc. 4.8%, lotto L13-389, scad. 12/2014, pagata 3.50 Euro (beershop, Italia).

2 commenti:

  1. E dall'Auberge de Poteaupré agli scaffali della GDO. Ben venga per il prezzo, e se si è fortunati si riesce anche a trovare qualche bottiglia non troppo maltrattata

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