Debutta nel Febbraio 2013 all’Euston Tap di Londra la nuova Double India Pale Ale di Buxton Brewery, chiamata Wyoming Sheep Ranch; è inizialmente la quinta birra rilasciata all’interno della “Special Reserve” serie del birrificio, inaugurata nel 2012 con una Imperial Stout invecchiata in botte (Barrel Aged Star) e poi continuata con una Imperial Porter alla segale affumicata (Smokey and the Band-Aid), una Imperial Stout (Tsar Bomba) ed una Berliner Weisse (Der Nord Sekt). Il nome abbastanza originale fa ovviamente riferimento alle Ovis Canadensis ovvero le grosse pecore Bighorn caratteristiche delle Montagne Rocciose il cui allevamento ha storicamente costituito una delle principali risorse economiche dello stato americano del Wyoming. Pecore raffigurate anche in etichetta, oggi leggermente diversa da quella del debutto in quanto sottoposta, come tutte quelle di Buxton, al restyling effettuato lo scorso anno dall’americano Nick Wagner. Da quest’anno la Wyoming Sheep Ranch è entrata in produzione regolare (pur mantenendo la denominazione di Special Reserve No. 5) ed è da poco disponibile anche in Italia con un lotto di produzione ancora abbastanza fresco (Febbraio 2014) ed il consiglio – se volete assaggiarla – è di farlo il più presto possibile, per godere appieno della sua abbondante luppolatura.
E’ di un bel dorato carico, con sfumature ramate, velato; la schiuma è bianca e cremosa, dalla trama fine e compatta e dalla buona persistenza. L’aroma, sontuoso, è quello che vorresti sempre assaporare quando versi nel bicchiere una IPA (o una birra molto luppolata) fresca: molto pungente ed elegante, quasi sfacciato nella sua ricchezza di mango e papaya, ananas, melone bianco, mela rossa e pompelmo. In secondo piano qualche sentore di aghi di pino e qualche sfumatura che ricorda la fragola (o il Big Babol). Grande intensità ed eleganza e, soprattutto, grande freschezza, come purtroppo non capita frequentemente di trovare. Il livello è davvero molto alto, e in bocca le aspettative create dall’aroma sono mantenute: su una base maltata (biscotto) grande quantità di frutti tropicali che sono però presenti in maniera meno preponderante che nell’aroma, con la giusta controparte amara di pompelmo e con un leggero warming etilico che aiuta a contenere l’effetto macedonia. Se la tendenza attuale di molti birrifici è quella di proporre IPA sempre più dolci e fruttate, che paradossalmente risultano sempre meno amare, questa Wyoming Sheep Ranch ha finalmente un finale ed un retrogusto degno di una (Double) IPA, con un amaro d’amaro deciso ed intenso, pungente, ricco di resina e di una lieve pepatura che solletica tutto il palato, perdurando a lungo nel retrogusto, caratterizzato anche da un tiepido calore etilico. L’alcool non è comunque mai invadente, irrobustendo (come deve essere) questa Double IPA senza mai rallentare troppo la bevuta; birra solida ed intensa, davvero molto ben fatta, con un gran bell’equilibrio complessivo tra un inizio dolce (a partire dall’aroma) ed un finale amaro. Equilibrio che durerà ancora per pochi mesi, quindi affrettatevi ad acquistarla prima che la freschezza dei luppoli sia definitivamente sfumata. Brava Buxton, ed ulteriore bonus per aver indicato la data d’imbottigliamento in etichetta, un’informazione essenziale per i consumatori: ho deciso d’ora in poi di ripeterlo ad ogni post, sino alla noia.
Formato: 33 cl., alc. 8.4%, lotto 04/02/2014, scad. 01/02/2015, pagata 4,50 Euro (beershop, Italia)
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