Dopo diversi mesi si torna in Norvegia, e si torna a parlare di Lervig Aktiebryggeri, il birrificio di Stavanger guidato dal 2010 dal birraio Mike Murphy, come vi ho più dettagliatamente descritto in questa occasione. Dopo la Rye IPA, ecco un’altra rappresentante dalla serie Brewers Reserve, ovvero birre che inizialmente Mike produsse con un piccolo impianto pilota e che poi, visto il successo riscosso, sono state introdotte nella produzione stabile di Lervig.
Da un po’ di mesi le Lervig sono importate e distribuite con buona capillarità in Italia, e consiglio a tutti di non perdere l’occasione di assaggiarle, considerando anche che il prezzo italiano è decisamente minore di quello che potreste trovare nella (esosa!) madrepatria. Come il nome può far intuire, la Galaxy IPA è una India Pale Ale single-hop, ossia prodotta solamente con l’omonimo luppolo australiano; completa la ricetta (oltre ad acqua, malto d’orzo e lievito) anche una percentuale di frumento. Si presenta di un bel color dorato con sfumatore arancio, velato, e piccole particelle di lievito in sospensione; la schiuma, biancastra, è fine e compatta, cremosa, ed ha una buona persistenza. L’aroma è ancora fresco e pungente, con una ricca macedonia aromatica composta soprattutto da pomplemo ed arancio, ma anche mango e melone; troviamo anche lievi sentori di aghi di pino e, in sottofondo, mi sembra anche di avvertire qualche leggera nota di cipolla.
Un bell’inizio che trove conferme in bocca; base maltata (biscotto) piuttosto leggera, qualche richiamo di frutta tropicale e poi tanti agrumi, soprattutto pompelmo, per una bevuta che progressivamente s’incammina in un crescendo amaro davvero notevole, passando dalla scorza di pompelmo alla presenza, molto più decisa, di note resinose e vegetali. Se vi piace (molto) l’amaro, questa è una birra che dovreste segnare sulla vostra lista degli acquisti: vivace e scorrevole in bocca, inizia con una prima parte bilanciata per poi andare quasi alla “deriva amara”, intensa e pungente, che ne limita giocoforza la velocità di bevuta ma che risulta molto appagante. Ben lontana da ogni ruffianeria tropicale e dolce, regala un retrogusto amaro (vegetale, resina) molto lungo che vi terrà compagnia per diversi minuti; molto pulita e ben fatta, piacerà sicuramente a chi adora le spremute del luppolo ed a chi si vuole prendere una pausa dalle IPA molto dolci e tropicaleggianti che si stanno ultimamente diffondendo a macchia d’olio. Se preferite invece una birra dolce o per lo meno equilibrata, direi che questa non è senz’altro quella che un amico dovrebbe consigliarvi.
Formato: 33 cl., alc. 6.5%, IBU 100, lotto KL 18:05, scad. 29/01/2015, pagata 4,00 Euro (beershop, Italia).
Davvero una gran birra, considerando che è una single hop.
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