Dopo giusto un anno, ritorna su queste pagine il birrificio londinese The Kernel. L’occasione è la IPA single hop chiamata “Citra”, dall’omonimo luppolo introdotto nel 2008 ed utilizzato (pare) in Inghilterra per la prima volta nel 2009 dalla Oakham. Il Citra ha riscosso un enorme successo tra i birrai, e nel corso degli anni si sono moltiplicate le birre “single-hop” che utilizzano esclusivamente questo luppolo. Ne segnalo qualcuna già ospitata su questo blog, oltre alla già citata Oakham Citra: Mikkeller Single Hop Citra, Mallisons Citra, Hopfenstopfer Citra Ale ed Anarchy Star Citra. Il birrificio di Evin O'Riordain, che è solito produrre le birre con i luppoli a disposizione in quel momento, apportando quindi solo delle lievi modifiche sulla ricetta, ne ha realizzate tre, di single hop. Oltre alla “Citra” . c’è la “Citra + (dove “+” significa “added” – ed ignoro la differenza con la Citra “normale”) ed una “Double Citra” con 9.8% ABV. Ormai reperibili con buona facilità in moltissimi beershop italiani, le birre di The Kernel rappresentano una buona occasione per bere qualcosa di fresco, visto che il birrificio riporta in etichetta la data d’imbottigliamento e stabilisce una shelf life piuttosto corta, almeno per le birre luppolate, di quattro mesi. Una scelta assolutamente apprezzabile che vorrei fosse praticata da sempre più birrifici, in modo da dare al consumatore la possibilità di verificare la freschezza della birra per poterne valutare l’acquisto. Negli Stati Uniti ci sono sempre più birrifici che stampano la data di produzione sulle bottiglie, qualcuno lo sta iniziando a fare anche in Inghilterra mentre in Italia la pratica è ancora molto poco diffusa, per non dire quasi sconosciuta.
Questa Kernel Citra ha circa tre mesi di vita sulle spalle, è di colore arancio opaco con riflessi ramati; si forma una modesta quantità di schiuma, biancastra, cremosa ma poco persistente. L’aroma è splendido, combinando la classica opulenza del Citra con la pulizia e l’eleganza del dry-hopping che (quasi) sempre ritrovo nelle Kernel: passano in rassegna pompelmo, limone ed arancio, in una sorta di macedonia di frutta fresca, appena tagliata. In sottofondo qualche sfumatura erbacea e, più dolce, di pesca. Pungente, fresco ed inebriante, difficile staccare il naso dal bicchiere. La stessa opulenza si ritrova in bocca, in una birra che ha una leggera base maltata (biscotto e caramello) che viene subito messa in disparte da un’altra macedonia, questa volta dolce, di pesca e mango, pompelmo rosa e polpa d’arancio. Anche in bocca c’è eleganza, pulizia e freschezza, per una birra facilissima da bere nonostante non sia esattamente una “session” (6.9%); il corpo è medio, le bollicine sono poche ed al palato il risultato è di grande morbidezza e gradevolezza. Fin qui tutto molto bene: quello che invece latita un po' è l’amaro, quasi “schiacciato” dal carico di frutti dolci: il finale non è in crescendo, e sebbene il palato si ritrovi secco e ben ripulito dalla luppolatura, la birra sembra rallentare il ritmo nel lasciare un retrogusto (ovviamente) “zesty” un po’ timido rispetto a tutto il resto. Si parte con i fuochi artificiali dell’aroma, si continua con un sontuoso cocktail di frutta ma poi manca il gran finale. E’ un po’ la caratteristica che ho ritrovato in altre “single hop Citra”: uno straordinario luppolo da aroma, una grande ricchezza di frutta dolce ma il suo apporto amaricante mi lascia sempre un po’ insoddisfatto e probabilmente necessiterebbe del supporto di qualche altra varietà di luppolo.
Formato: 33 cl., alc. 6.9%, lotto 11/02/2014, scad. 11/06/2014, pagata 5,00 Euro (beershop, Italia).
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