Facile pensare al Natale ed immaginarsi una tazza (o bicchiere) calda di vin brûlé; meno facile pensare invece ad una birra calda, soprattutto per chi sta muovendo i primi passi nell’affascinante universo della birra. Inutile tornare a scrivere quanto non sia già stato scritto in maniera molto approfondita, e vi rimando quindi a questo interessante articolo di Alberto Laschi per chi volesse meglio approfondire l’argomento. Non è rimasto molto della tradizione della birra calda di Natale; l’esempio commercialmente più facilmente reperibile rimane tutt’oggi la Glühkriek della Liefmans, storico birrificio belga fondato nel 1679, fallito ed acquisito nel 2008 dalla Duvel Moortgat. Cercando, tuttavia, qualcosa ancora si trova, sia nella tradizione belga che in altri paesi europei; in Italia ne ho trovato tracce da uno dei pionieri del movimento “artigianale”, il Birrificio Italiano di Agostino Arioli, che una decina di anni fa proponeva, nel periodo invernale, una versione "calda" della Prima. Non sono a conoscenza di altri esempi in suolo italico al di fuori della A Renna Glüh, una creazione del birrificio Loverbeer di Valter Loverier. La base di partenza è l’acida D’uvaBeer alla cui ricetta, che già prevede il 20% di mosto d’uva, sono state aggiunte le spezie. L’etichetta non ne riporta l’elenco esatto, ma dovrebbero essere (sempre secondo il sopracitato articolo di Laschi) cannella, chiodi di garofano, anice stellato e scorze d’arancia dolce. La A Renna Glüh può essere quindi bevuta sia alla temperatura consigliata in etichetta (8-12 gradi) che riscaldandola a circa 70° gradi. Quale migliore occasione per “smezzare” una generosa bottiglia da 75 cl. e provare entrambe le opportunità.
L’etichetta del collo bottiglia indica il millesimo di produzione (2012); molto intenso il colore, un ambrato rossastro con una vivacissima e spumeggiante schiuma biancastra, molto generosa ma altrettanto evanescente. Il naso è aspro (lattico) con note di frutta acerba ma soprattutto di spezie: chiodi di garofano, noce moscata, anice sono le più evidenti, ma sono sicuro che chiunque abbia un’approfondita conoscenza delle spezie si divertirebbe ad assaporare i profumi di questa birrra. Snella, leggera e vicace in bocca, acida (lattico) con abbondanza di uva e prugna acerba; ritroviamo anche al gusto le spezie dell’aroma, per una bevuta facile molto secca, anche se l’ABV dichiarato in etichetta è l’8%, che vede un finale quasi rinfrescante (considerando che si tratta di una birra natalizia!) nel quale ho trovato – forse suggestionato - delle note di cumino.
Passiamo invece alla versione calda, che potete ottenere sia riscaldando la bottiglia a bagno maria che versando direttamente la birra in un pentolino sul fornello. Bicchiere fumante in mano, e spezie ancora più in evidenza rispetto alla temperatura di cantina. Quasi invadenti i profumi di cannella, chiodi di garofano e noce moscata che s’accaparrano la scena. Scompaiono quasi del tutto le bollicine al palato, ed il corpo sembra essere leggermente più robusto; le note lattiche non sono più presenti nell’aroma, ed anche in bocca sono solo lievemente percepibili. Non che la birra sia diventata dolce, ma senz’altro calda è molto meno aspra. Il gusto è ricchissimo di spezie, cannella e chiodi di garofano, ad occhi chiusi si è idealmente trasportati all’aperto, in una fredda giornata d’inverno, magari nella piazza di un mercatino natalizio, con una tazza calda di vin brulè in mano. Quasi un peccato berla in casa, dove la temperatura non permette di godere appieno dell’effetto riscaldante.
Formato: 75 cl., alc. 8%, lotto PGLU02-0612, scad. 12/2015, pagata 10.80 Euro (food store, Italia).
Formato: 75 cl., alc. 8%, lotto PGLU02-0612, scad. 12/2015, pagata 10.80 Euro (food store, Italia).
Nessun commento:
Posta un commento