Ammetto di non avere un buon rapporto con la Francia e le sue birre; sul blog ce ne sono circa una settantina (molte bretoni), ma se dovessi elencare quelle che mi sono davvero piaciute me la caverei con le dita di una sola mano. Ricordo solo un piccolo miracolo, questa Cuvée des Jonquilles, acquistata grazie al prezioso consiglio del proprietario del beer shop di Parigi La Cave à Bulles. E' anche probabile che non abbia scelto quelle giuste, e che la colpa sia in parte mia. Negli ultimissimi anni, qualcosa sta cambiando anche nel paese che, come l'Italia, vive soprattutto per il vino e che relega alla birra un ruolo decisamente secondario. I distributori hanno iniziato a portare nei Pub BrewDog, Mikkeller e le americane; gli amanti della birra, più che a guardare al confinante Belgio (forse troppo vicino e comodo) hanno iniziato a scoprire i luppoli americani e, inevitabilmente, le IPA. A Parigi sono spuntati negli ultimi mesi diversi beershop e locali focalizzati sulla birra, una cosa impensabile fino a pochi anni fa quando i posti dove bere bene birra non si contavano neppure sulle dita - di nuovo - di una mano. Grazie a questi locali, sta aumentando la probabilità di bere buone birre francesi. In scala più ridotta, lo stesso sta accadendo in altre città; sono nati nuovi microbirrifici e, al tempo stesso, quelli già esistenti sono stati costretti a dare una ringiovanita alla propria gamma, andando un po' oltre la solita offerta bionda/ambrata/scura che caratterizzava la maggior parte dei micro francesi. Rimane qualche buona Bière De Garde, certo, ma a memoria non ricordo nessuna birra francese in stile belga (paese confinante !) degna di nota; stanno invece inziando a spuntare come funghi le IPA, le APA e le Imperial Stout. Qualcuno potrà anche obiettare che è più facile fare una buona IPA o APA che una buona Blond Ale Belga; vero. Non credo si possa dire che in Francia stia accadendo, con una decina di anni di ritardo, quello che è accaduto in Italia con le partenze di Birrificio Italiano, Baladin e Lambrate; in Francia da sempre ci sono microbirrifici, che lavorano principalmente con un mercato locale. Quello che sta accadendo è un po' diverso: stanno aprendo nuovi birrifici, ma soprattutto quelli già esistenti si stanno finalmente rinnovando.
Mi è bastata un sola bottiglia per innamorarmi per la prima volta di un birrificio francese: la Brasserie du Mont Salève. Apertura non recentissima (2010), splendida identità visiva, elegante e retrò: qualsiasi delle loro etichette potrebbe essere appesa ad una parete come poster decorativo. Il birrificio si trova al confine con la Svizzera, a soli dodici chilometri dalla città di Ginevra; l''uomo in questione è Michaël Novo, un chimico con la passione per l'homebrewing che ha trasformato in professione, forse. Molto avaro d'informazioni sul sito ufficiale; devo cercare informazioni in francese, le trovo invece su sul blog svizzero del Front Helvetique de Libieration: il birrificio pare si trovi al piano terra di un edificio che ospita principalmente una sala riunioni dei testimoni di Geova. Impianto piccolo, 400 litri a cotta, impianti, tini di fermentazioni ed un piccolo bar per gli assaggi dei clienti: tutto concentrato in circa sessanta metri quadrati. Già diverse birre in produzione, come elencato dal sito ufficiale.
Acquisto la loro Bière de Noël in un beershop di Lione, senza nessuna aspettativa ed informazione a riguardo, ma già all'apertura del tappo mi rendo conto di trovarmi davanti ad una India Pale Ale: stile poco natalizio, ma già l'aroma promette molto bene. Chiedo in prestito un bicchiere decente al bar dell'hotel: ottengo un bicchiere da champagne, non è l'ideale, ma meglio che berla nei bicchiere che trovi sul lavandino del bagno. Il colore è molto West Coast: dorato, con qualche sfumatura arancia, leggermente velato. La schiuma è biancastra e cremosa, ed ha una buona persistenza. Naso pulitissimo, fresco, molto raffinato; il mix è il solito, atteso, ma non per questo meno invitante: pompelmo, mandarino, mango, melone retato, ananas, passion fruit e qualche sentore di aghi di pino. Al bouquet non manca praticamente nulla. Bene così e molto bene anche in bocca: corpo medio, carbonazione quanto basta, scorrevole e morbida al tempo stesso, mai sfuggente. Nessuna sorpresa al palato, soltanto delle conferme: ingresso di leggero biscotto, poi alternanza di pompelmo e frutta tropicale, per una bella partita tra dolce ed amaro che si risolve a favore di quest'ultimo nel finale, quando a subentrare sono le pepate note di resina. Ben attenuata e facilissima da bere (7.2% !), con una pulizia che raramente ho trovato nelle produzioni francesi e, soprattutto, nessuna presenza dello spauracchio "caramelloso/marmellatoso" che infesta purtroppo molte IPA. Non ha niente che faccia pensare al Natale, ma è fatta davvero come si deve, con tutti gli elementi al posto giusto: è forse questo che la collega alle festività, è un piccolo miracolo francese di Natale. Bravo.
Se mai capiterò a Ginevra, una deviazione di dieci chilometri in territorio francese per far visita alla Brasserie du Mont Salève sarà un "must".
Formato: 75 cl., alc. 7.2%, lotto 1, scad. 10/2014, pagata 8.30 Euro (beershop, Francia).
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