Dopo qualche anno d’assenza ritorna sulle pagine del blog il Birrificio Maiella, fondato nel 2008 da Massimiliano Di Prinzio a Casoli, in provincia di Chieti, con l’aiuto della moglie Sonia. Dopo il passaggio dall’homebrewing al mondo dei professionisti, per Di Prinzio è stato necessario nel 2014 il trasferimento in locali pià capienti che permettessero di ospitare il nuovo e più capiente impianto produttivo.
La località scelta è Cerrani, una frazione di Pretoro, una ventina di chilometri più a nord (e ad un’altitudine più elevata) rispetto alla sede originale; i lavori iniziati nella primavera del 2014 sono stati completati verso la fine dell’estate. Per l’occasione è stato anche effettuato un restyling dell’etichette, del sito internet (che offre ora anche la possibilità d’acquisto on-line) ed è finalmente arrivato il formato 33 cl.
Dopo l’ottima Bucefalo è la volta di Emigrante, una pale ale nata nel 2012 e dedicata a tutti i concittadini di Casoli emigrati all’estero: nel paese abruzzese si tiene, credo annualmente, anche la “Festa dell’Emigrante” Una birra Internazion-Ale, come riporta l'etichetta, la cui ricetta prevede malti tedeschi, inglesi e belgi assieme ad un mix di luppoli provenienti da Stati Uniti e Nuova Zelanda. La foto inganna un po', perché il suo colore è oro carico con venature che passano dall’arancio all’ambrato; in superficie si forma un discreto cappello di schiuma ocra, compatta e cremosa, dalla buona persistenza.
Al naso non trovo onestamente nessuna traccia dei luppoli di provenienza extra-europea utilizzati; ci sono piuttosto i profumi dei malti, del pane e dei cereali, della fetta biscottata e – in un bouquet che nel compesso mi fa pensare all’Inghilterra – la frutta secca.
Al palato c’è una sensazione tattile un po’ troppo pesante per quella che dovrebbe essere una session beer dal contenuto alcolico modesto (4.5%); il corpo è tra il medio ed il leggero, con una carbonazione bassa. Note di biscotto, frutta secca, un tocco di miele e di caramello caratterizzano l’inizio della bevuta che vira poi progressivamente in territorio amaro, con un finale piuttosto intenso ma leggermente astringente dove predominano note terrose e tracce di resina e frutta secca. Non so quali luppoli americani e neozelandesi siano stati usati nello specifico, ma anche il gusto mi fa pensare ad una birra di stampo anglosassone, priva di quelle componenti agrumate e tropicali che di solito accompagnano i luppoli extra-europei; non so se l’intenzione fosse quella di creare una sorta di “best bitter” inglese con ingredienti extra-europei, ma la descrizione del birrificio che parla di un “profumo intenso d’agrume” mi porta a pensare che questa bottiglietta non sia venuta come doveva. L’aroma – benché abbastanza pulito - è scarso e poco invitante e in bocca – pesantezza tattile a parte – c’è una bella intensità che però non è supportata da altrettanta finezza ed eleganza.
Formato: 33 cl., alc- 4.5%, IBU 36, lotto 12 15, scad. 21/04/2016, pagata 3.50 Euro (foodstore, Italia).NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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