
Le origini della parola anglosassone sono incerte: le ipotesi più accreditate fanno riferimento alla vasta colonia olandese presente nel diciassettesimo secolo in quella regione che oggi corrisponde al New England. Tra i nomi propri più in voga a quel tempo tra gli olandesi vi erano Jan (Giovanni) e Kees (Cornelio), spesso usatoi contemporaneamente; Yankee non sarebbe altro che la “storpiatura” del nome Jan Kees. Nei paesi del Sud America la parola Yanqui viene anche utilizzata con accezione dispregiativa nelle manifestazioni di anti-americanismo e di ribellione all’imperialismo americano: la troverete con discreta frequenza nei discorsi ufficiali dell’ex-presidente venezuelano Hugo Chávez, del boliviano Evo Morales, del nicaraguense Daniel Ortega, dell’ecuadoriano Rafael Correa e ovviamente di Fidel Castro.
La birra in questione viene invece semplicemente annunciata da Luigi “Schigi” D’Amelio con “con grande modestia”: “volevamo solo dimostrare che possiamo fare la migliore APA italiana”.
Ricetta molto semplice, malto 100% Pilsner, lievito American Ale e una luppolatura che, almeno per l’aroma, mescola un classico come il Simcoe con i più “moderni” Citra ed Equinox.

E riguardo alla provocatoria affermazione di Extraomnes, ė questa la miglior APA italiana? Rispondere di no implicherebbe anche fare i nomi di quelle birre che sarebbero "migliori". Yanqui è un' American Pale Ale intensa e molto ben fatta, pulita ma forse non ancora completamente definita in bocca: un po' più di tropicale in evidenza e la scalata alla mia personale classifica di gradimento potrebbe cominciare.
Format: 33 cl., alc. 5.5%, lotto 159 15, scad. 31/12/2016, pagata 4.00€ (beershop, Italia).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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