Una seconda opportunità non la si nega a nessuno ed ecco il ritorno del birrificio di Liverpool Mad Hatter Brewing Co., protagonista qualche settimana fa di una stout piuttosto deludente, per dirla con parole gentili. La produzione di Mad Hatter è iniziata a febbraio 2013 sotto a mano del birrario (e proprietario, assieme alla moglie Sue Starling) Gareth "Gaz" Matthews.
Continuano a piacermi moltissimo le etichette, realizzate dall'illustratrice Emily Warren (The Stealthy Rabbit) che ripropongono gli elementi fantastici ed onirici del libro di Lewis Carroll "Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie". In questo caso un coniglio è alle prese con un improbabile tavolo da biliardo a forma triangolare mentre in primo piano vi è una pinta di una baltic porter (bassa fermentazione) prodotta con fave di cacao e peperoncino. Curiosamente "baltic" ha anche a che vedere con la zona di Liverpool nella quale il birrificio si è da poco trasferito; si tratta del Baltic Triangle, l'area che si trova proprio dietro al famoso Albert Dock e che è stata di recente coinvolta in un importante progetto di recupero e di restauro. Gli edifici industriali progressivamente abbandonati vengono riconvertiti ed occupati da gallerie d'arte, artisti, giovani start-up, locali e bar, studi di registrazione e atelier di moda: qualcuno l'ha definita il "Meat-Packing District" di Liverpool, con ovvio riferimento al quartiere di New York.
La Baltic Porter Chocolate Chilli di Mad Hatter è di color ebano scuro opaco e forma in superficie una splendida schiuma beige, cremosissima e compatta, molto persistente. Al naso c'è subito un evidente sentore di fragola, affiancato da quelli del cioccolato, del caramello bruciato, del pane nero, delle tostature, del cacao in polvere ed una leggero piccante. La pulizia è discreta, ed il risultato complessivo - un po' bizzarro - è simile a quello di un cioccolatino al latte con ripieno di fragola. Purtroppo le cose vanno meno bene in bocca: il gusto è piuttosto sporco e leggermente astringente. Si parte con pane tostato, liquirizia e caramello bruciato che svaniscono in un lieve passaggio acquoso, preludio ad un finale piuttosto amaro, dove protagonisti sono le tostature, un po' raschianti, e l'acidità piuttosto marcata dei malti scuri che rovina un po' la sensazione palatale morbida e gradevole della prima parte della bevuta. Non ho avvertito la presenza né del cioccolato né del piccante, se si eccettua un lievissimo tepore che affiora nel retrogusto quando la birra si scalda. Il risultato è una porter intensa ma poco elegante e piuttosto sbilanciata sull'amaro e sulle tostature, che satura in fretta il palato e che non lascia un ricordo troppo positivo di sé, complice un retrogusto molto amaro e dalle tostature leggermente bruciate.
Formato: 33 cl., alc. 6.6%, scad. 15/12/2015, pagata 4.00 Euro (beershop, Italia).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Nessun commento:
Posta un commento