Non la bevevo da un po’ di tempo, in precedenza l’avevo ospitata sul blog nel 2011 e la recente svolta “trentatré centilitri” del birrificio Toccalmatto mi ha fatto venire voglia di ritrovarla; è in un certo senso un esercizio divertente, quello di confrontare le note gustative di quattro anni fa. E’ la Zona Cesarini, flagship beer del birrificio di Bruno Carilli ed un pezzo importante della giovane storia della cosiddetta “birra artigianale italiana”.
Una birra che ha da poco compiuto cinque anni, essendo stata presentata sabato 5 giugno 2010 presso il Domus Birrae di Roma dove oltre a Carilli era presente anche Alessio Gatti, a quel tempo birraio presso Toccalmatto. Oggi siamo ormai abituati all’utilizzo di luppoli asiatici (o “pacifici” che dir si voglia), ma a quel tempo non erano ancora così diffusi, se si esclude la moda del Nelson Sauvin che proprio in quel periodo aveva iniziato a contagiare diversi birrai. Viene quindi definita una “Pacific IPA” ispirandosi al calciatore Renato Cesarini, mezzala juventina degli anni trenta che realizzò diversi gol nei minuti finali di partita; il novantesimo minuto della Zona Cesarini riguarda gli ultimissimi momenti della bollitura, nei quali vene utilizzato il 90% dei luppoli. L’etichetta omaggiava invece il Giappone, paese d’origine del luppolo-novità che viene utilizzato: è il Sorachi Ace, accompagnato dal neozelandese Pacific Gem e da una miscela di altri luppoli provenienti anche da Stati Uniti (Citra) ed Australia.
E’ lo stesso “Allo” Gatti a ricordarla dopo qualche anno sulle pagine de Il Barbiere della Birra salvo poi smentire quanto scritto (“naturalmente non è vero niente”) qualche riga dopo: “il nome Zona Cesarini l'avevo già in mente in quei due mesi che ho lavorato per Leonardo (Birra del Borgo, nda) e ne avevo parlato anche con lui.. poi evidentemente non c'era stata occasione di produrla (…) Io avevo in mente una ipa tendenzialmente chiara dove il 9 era numero ricorrente. 9 gradi, 90 ibu, 90 minuti di bollitura e 90% di luppolo in whirpool e in dry hop, o qualcosa del genere. Parlandone con Bruno lui si era dimostrato entusiasta ma ovviamente aveva messo mano alla ricetta per renderla più appetibile, con ottimi risultati direi. In quei giorni erano arrivati a Toccalmatto diversi luppoli giapponesi e neozelandesi, ancora abbastanza sconosciuti in Italia, et voilà, ecco la Zona. L'etichetta mi ricordo che era stata concepita sul banco dello spaccio ed eravamo presenti io, Bruno e Marcello, adesso Retorto, e per questo era uscita l'idea di mettere i tre aerei. La mia intenzione iniziale era quella di un'etichetta che ricordasse la rovesciata di Parola sulle figurine Panini ma l'idea non era passata”.
L’etichetta 2015 ha subito un leggero re-styling: il sol levante è stato rimpicciolito e spostato più ad ovest, i raggi ingranditi, gli aerei da guerra spostati; è scomparsa la pianta di luppolo sulla destra, mentre l’onda verde è diventata più imponente e “giapponese”, con un chiaro riferimento ai dipinti di Katsushika Hokusai.
Il colore della Zona Cesarini si trova tra il dorato e l’arancio, velato: la schiuma è bianca e cremosa, compatta, dall'ottima persistenza. Freschi ed eleganti sono i profumi di frutta tropicale, con l’ananas in primo piano al quale s’affiancano i sentori del cocco caratteristici del luppolo Sorachi Ace; completano il bouquet mango, mandarino, pompelmo e un tocco di lime. Il bouquet olfattivo è davvero molto invitante, ma in bocca questa bottiglia di Zona è molto meno piaciona e ruffiana rispetto all’aroma: bollicine un po’ sottotono, malti (crackers, pane) e frutta tropicale (mango e ananas) leggermente accennati in una bevuta dove l’amaro resinoso (intenso ed elegante) si ritaglia si da subito un ruolo da protagonista che rilega un po’ in secondo piano il dolce fruttato. Rispetto a cinque anni fa, quando fu presentata, i luppoli giapponesi e neozelandesi non sono più una novita nel nostro paese ma la Zona Cesarini rimane comunque un punto di riferimento col quale confrontarsi. La sua bevibilità è ottima, con alcool (6.6%) ben nascosto, grande scorrevolezza, intensità, pulizia ed una chiusura piuttosto secca; personalmente non la ritengo una birra da bevuta seriale, quando l'incontro una pinta è sufficiente per soddisfarmi completamente. Brindiamo allora con un paio di mesi di ritardo al primo lustro di Zona Cesarini, birra "flagship" di Toccalmatto che anche all'estero dimostrano di apprezzare, e non poco.
Formato: 33 cl., alc. 6.6%, lotto 15016, scad. 05/05/2016, pagata 4.80 Euro (birrificio).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
adesso costano € 3.90
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