Avevamo incontrato il birrificio di New York Sixpoint quasi un anno fa, quando erano arrivate in Italia le Double IPA Resin e Puff; lo fondano nel 2004 Andrew Bronstein e Shane Welch in un abbandonato edificio di Red Hook, un sobborgo di Brooklyn.
Sino a giugno 2011 Sixpoint ha prodotto solamente fusti, saturando completamente la propria capacità produttiva; anziché espandersi ha invece optato per appaltare una buona parte della produzione di fusti e di tutte le nuove lattine presso la Lion Brewery di Wilkes-Barre, Pennsylvania. Nel 2013 Sixpoint ha iniziato a realizzare una serie di birre dedicate ai beans, termine inglese che indica baccelli, fave, chicchi, grani: è arrivata la Baltic Porter 3Beans, prodotta con fave di cacao fornite dalla Mast Brothers, chicchi di caffè della Stumptown Coffee e fagioli (Romano beans) e maturata poi su chips tostati di rovere americano. A luglio 2015 arriva la 4Beans, una Imperial Porter che ai tre ingredienti appena elencati aggiunge baccelli di vaniglia del Madagascar.
Lo scorso ottobre 2016 è nata la Bean nr. 5: a fagioli, cacao, caffè e vaniglia si è aggiunto il cardamomo nero per dare forma ad una nuova Imperial Porter che nelle intenzioni di Jan Matysiak, a quel tempo birraio di Sixpoint, dovrebbe ricordate l'atmosfera esotica di un bazar turco.
La birra.
Nel bicchiere è praticamente nera e forma una cremosa testa di schiuma cremosa e dalla buona persistenza. Il caffè è l'elemento principale in un aroma che presenta tostature e liquirizia, lievi note affumicata e di cenere, di cuoio e di vaniglia, una delicata speziatura in sottofondo. Al palato un tocco caramellato costituisce la base che sostiene l'amaro delle intense tostature e del caffè, protagonista indiscusso anche qui; cacao e liquirizia e spezie sono i dettagli che tentano di arricchire una Imperial Porter piuttosto rigorosa che procede spedita sul percorso del torrefatto e dell'amaro. L'alcool riscalda con criterio senza creare difficoltà nel sorseggiare, mentre la sensazione palatale è morbida anche se la birra sembra prediligere la "scorrevolezza" (virgolette d'obbligo, considerata la gradazione alcolica) alla morbidezza. Paga una lieve astringenza proprio sugli ultimi passi, quell'amaro finale nel quale l'amaro del caffè e del torrefatto è ulteriormente potenziato dalle note terrose dei luppoli.
Birra molto solida, sicuramente più elegante e pulita al naso che in bocca: non dispensa particolari emozioni ma è comunque una bevuta che soddisfa.
Formato: 35.5 cl., alc. 10%, IBU 38, scad. 15/10/2018, prezzo indicativo 6.00-6.50 Euro (beershop)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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