Primo appuntamento del 2018 con la rubrica “dalla cantina”, dedicata al vintage, alle birre che hanno diversi anni di vita alle spalle. Facciamo un salto indietro al 2013, anno in cui il birrificio di Marnate fa debuttare alcune novità che contribuiranno a far poi vincere il premio di birraio dell’anno a Luigi D’Amelio: Bloed, Hopbloem, Wallonië e Quadrupel. A queste quattro birre se ne aggiunse una molto più particolare e dal nome “criptico”: Weltanschauung, una poderosa oud bruin che è stata invecchiata per venti mesi in barrique che avevano precedentemente ospitato vino rosso. Solamente un migliaio circa le bottiglie prodotte.
Weltanschauung è un termine tedesco (visione, intuizione [Anschauung] del mondo [Welt]). che può essere vagamente tradotto in italiano come “concezione della vita, del mondo; modo in cui singoli individui o gruppi sociali considerano l’esistenza e i fini del mondo e la posizione dell’uomo in esso; per lo più riferita a pensatori, scrittori, artisti, in quanto essa sia esplicitamente o implicitamente espressa nella loro opera”. In questo caso potremmo quindi considerare la birra come “la visione del mondo” del birraio che l’ha creata: in etichetta l’occhio della provvidenza vi ricorda che ogni azione e pensiero di voi che avete il bicchiere in mano sono osservati da Dio o dal Grande Architetto dell’Universo.
La birra.
Ho distrattamente dimenticato di assaggiarla “fresca”, a pochi mesi dall’imbottigliamento, e ho finito per dimenticarne qualche bottiglia in cantina. Alcune opinioni lette in internet di recente sembravano suggerire che la Weltanschauung non fosse invecchiata molto bene e così, prima di arrivare al punto di non ritorno, ne ho recuperata una bottiglia.
Nel bicchiere è di un ambrato abbastanza torbido ma illuminato da venature color rubino: non si forma una vera e propria schiuma ma una serie di bolle biancastre, un po’ grossolane, si ammassano attorno alle pareti del bicchiere. Al naso c’è una componente acetica (mela) che risulta tuttavia ancora delicata, affiancata da profumi di frutti rossi aspri come amarena cotta, prugna acerba; gli anni passati in bottiglia hanno apportato note ossidative che in questo caso si sono fortunatamente limitate ad apportate tonalità dolci che richiamano vini marsalati. In secondo piano appaiono di tanto intanto profumi di legno e di ciliegia, polpa ma anche nocciolo. A livello tattile la birra è ancora vigorosa e presente, sostenuta da una decisa gradazione alcolica (10%) che riscalda e potenzia ogni sorso: le poche bollicine rimaste (ignoro quante ne avesse da giovane) non le donano tuttavia molta vitalità ma contribuiscono a spingerla ulteriormente in quel territorio vinoso dove il gusto si instrada rapidamente. Anche al palato ci sono dolci note marsalate che hanno il compito di bilanciare la componente aspra e (lievemente) acetica: il gusto ricalca con buona corrispondenza l’aroma e sfocia in un finale secco e vinoso, impreziosito da note di legno e da un gradevole calore etilico che fa sentire la sua presenza senza mai esagerare.
A quasi cinque anni di vita la Weltanschauung mi sembra ancora in forma ed è capace di regalare belle emozioni: i segni del tempo ci sono ma in questo caso sono quelli positivi, ovvero il marsalato; questa componente è ancora in divenire e potrebbe ulteriormente evolvere nei prossimi anni, occupando maggior spazio sul palcoscenico. Il condizionale è ovviamente d’obbligo, non vi sono mai certezze nell’invecchiamento di una birra.
Formato 33 cl., alc. 10%, lotto 235/13, scad. 31/08/2023, pagata 4.70 Euro.NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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