I numeri dell’impero Mikkeller sono pressappoco questi: sei locations negli Stati Uniti, venti in Danimarca, nove negli altri paesi Europei e cinque in Asia (Tailandia, Taiwan, Corea del Sud e Tokyo). La lista comprende soprattutto bar e ristoranti ma vi sono anche i due birrifici americani e quello di Copenaghen (Baghaven) dedicato alla produzione di birre con lieviti selvaggi. Ma restiamo in territorio statunitense: Mikkel Borg Bjergsø rilevò nell’aprile 2016 a San Diego il vecchio birrificio di Alesmith e in partnership con loro diede vita a Mikkeller San Diego.
A luglio 2017 fu annunciata la nascita di Mikkeller New York Cityall’interno della vasta e prestigiosa cornice dello stadio di baseball Citi Field, casa dei New York Metz, nel Queens. Qualche mese prima Mikkeller aveva anticipato l’operazione realizzando a San Diego due birre (Henry Hops e Say Hey Sally) destinate esclusivamente ai bar dello stadio. Mikkeller NYC opera con un impianto da 24 ettolitri nei 1000 metri quadrati di spazio che ospitano anche ristorante e taproom con 60 spine, beershop e merchandising. Il ruolo di head brewer è stato affidato a Richard Saunders, quattro anni di esperienza presso la Shmaltz Brewing Company, mentre al comando delle operazioni è stato chiamato Jim Raras, proveniente da Hill Farmstead nel ruolo di Vice President. Mikkeller NYC ha debuttato il 30 dicembre 2017 con una birra collaborativa realizzata alla Thin Man Brewery di Buffalo; sino all’entrata in funzione dell’impianto di New York, avvenuta a marzo 2018, allo stadio sono state servite le birre realizzate a San Diego. Da marzo ad oggi Mikkeller NYC ne ha già sfornate una settantina, secondo il database di Untappd.
Racconta Raras: “per quel che riguarda la costruzione è stata una sfida perché non dovevamo disturbare le partite di baseball, ma i locali erano già stati utilizzati in passato per ospitare eventi privati nello stadio e quindi erano già provvisti delle infrastrutture idriche ed elettriche”. L’altezza dei soffitti (8 metri!) ha consentito di progettare il birrificio “in verticale”, posizionando i fermentatori al di sopra dei maturatori. Lo stadio ospita circa 81 partite all’anno: la seconda sfida è convincere la gente a recarsi nei pressi dello stadio per bere una birra anche in tutte le altre serate, soprattutto nei freddi inverni newyorkesi. Di sicuro non avranno problemi parcheggio. “Siamo all’interno del Citi Field ma siamo inquilini. Beneficiamo solo dell’infrastruttura” – afferma Raras sottolineando che i New York Mets non hanno niente a che vedere con il birrificio. Sarà vero? Avevamo già sfiorato l’argomento qualche tempo fa parlando di Evil Twin, marchio di proprietà di Jeppe Jarnit-Bjergso, gemello di Mikkeller, anche lui in procinto di aprire il suo primo birrificio nel Queens ed in pessimi rapporti con il fratello. Jeppe si era tolto su Twitter (in un post ora privato) qualche sassolino dalla scarpa: “Mikkel e Mikkeller hanno lo 0% di Mikkeller NYC; sono fatti pubblici, ho le prove. Mikkeller NYC non è un piccolo birrificio indipendente ma parte di un facoltoso gruppo che, tra le altre cose, possiede anche i New York Mets. Lui ha concesso ad altri la licenza di usare il suo marchio e ogni giorno mente su questo.” La risposta di Mikkel? Semplice: “tutto quello che Jeppe dice è inventato, lui non può provare nulla di quello che racconta su di me e Mikkeller”.
Qualcuno però ha voluto indagare un po’ più a fondo sulla questione: per chi volesse approfondire, ecco l’articolo completo sul blog Good Beer Hunting. La società a responsabilità limitata SEMB CF ha ottenuto il 18 luglio 2017 dalla New York State Liquor Authority i permessi per aprire Mikkeller Brewing NYC nello stadio dei Metz; questa società è controllata da Saul Katz (9%), presidente dei New York Metz, e da un’altra società (Sterling MB Holdings LLC) nella quale partecipano 14 persone: la maggioranza è posseduta da Bruce (47,2%) e Jeff (9%) Wilpon, figli di Fred Wilpon, socio in affari di Katz nonché azionista di maggioranza dei Metz. Anche Jim Raras possiede una quota (2.5%) della Sterling MB Holdings. Tutte queste persone controllano la SEMB CF che è proprietaria di Mikkeller Brewing NYC: Mikkel Borg Bjergsø non viene mai citato e di fatto il suo ruolo all’interno dell’azienda è sconosciuto.
Contattato direttamente da Good Beer Hunting, Mikkel ha minacciato azioni legali ed affermato di non poter parlare della composizione societaria in quanto vincolato da accordi di confidenzialità: “ogni progetto prevede delle decisioni strategiche e dei segreti. Abbiamo impiegato anni a costruire il marchio Mikkeller e non possiamo correre rischi. Ma questo è quello che accade in quasi tutte le partnership nel mondo”. Ha tuttavia confermato che nessun luogo o prodotto Mikkeller potrebbe mai esistere senza la sua approvazione: “tutti i locali Mikkeller funzionano allo stesso modo. Io controllo al 100% qualsiasi decisione presa dai soci (sic!) che usano il mio marchio e io posso chiudere quei locali che non rispettano i nostri standard”. Pur non volendo scendere nei dettagli Mikkel avrebbe descritto Mikkeller NYC in modo simile ad un contratto di franchising o di licenza in uso di un marchio, del quale lui detiene il 100%. Mikkeller si identifica proprietario in quanto colui che ha fornito l’idea, il design ed il marchio per Mikkeller NYC; avrebbe inoltre anche voce in capitolo sul personale assunto, dichiarando che tutte le posizioni manageriali sono approvate dal quartier generale a Copenhagen.
E, per chi si fosse perso qualche pezzo per strada, vale la pena ricordare che nel 2016 Mikkeller aveva venduto il 10%-15% della propria società danese alla Orkila Capital di New York per una somma imprecisata.
La birra.
Juicy, Hazy, NEIPA: chiamatele come volete ma sono queste le birre del momento, soprattutto negli Stati Uniti. Mikkeller NYC non sta ovviamente a guardare e procede al ritmo serrato di una novità dietro l’altra per soddisfare un mercato sempre più desideroso di qualcosa di “nuovo” piuttosto che di “buono”. E così alla fine dello scorso Ottobre viene realizzata una nuova NEIPA chiamata Magic Skyway (6%) e prodotta con abbondante utilizzo di Simcoe e Mosaic.
Di color arancio pallido opalescente, forma nel bicchiere un cremoso cappello di schiuma abbastanza compatto e dalla buona persistenza. L’aroma è piuttosto fresco e alquanto sorprendente per pulizia ed eleganza: ananas, pompelmo, arancia, qualche accenno di papaia, mango e dank. Ottime premesse che vengono mantenute al palato; questa IPA di Mikkeller NYC si mantiene a debita distanza da cafonate e sfacciati succhi di frutti: il mouthfeel è morbido ma non compromette affatto la scorrevolezza. C’è un carattere fruttato in bella evidenza, piuttosto elegante e molto ben definito: una macedonia nella quale sono perfettamente distribuiti pompelmo, arancia, ananas e mango. Non c’è praticamente traccia d’amaro, il tanto temuto “effetto pellet” è completamente assente: il finale è secco, l’alcool non è pervenuto. IPA riuscitissima, molto ben fatta, ancora fresca e fragrante, precisa e definita: una dimostrazione che questo sottostile può essere affrontato con intelligenza e con risultati davvero notevoli, se non si vuole strafare. Al di là della poca chiarezza nei confronti dei consumatori su cosa ci sia veramente di Mikkeller in Mikkeller NYC, quello che si trova in questo bicchiere è torbido alla vista ma di qualità cristallina.
Formato 47,3 cl., alc. 6%, lotto 23/10/2018, prezzo indicativo 10,00 euro (beershop)NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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