Tap X è il nome col quale il birrificio bavarese Weissbierbrauerei G. Schneider & Sohn identifica una birra speciale che viene prodotta una volta all’anno. Il debutto della serie è avvenuto nel 2012 con la Tap X Mein Nelson Savin, una weizenbock caratterizzata dall’omonimo luppolo neozelandese e da un ceppo di lievito belga per la rifermentazione in bottiglia, seguita l'anno successivo dalla Tap X Meine Sommer Weisse, prodotta con "nuovi" luppoli tedeschi e nel 2013 dalla Tap X Mein Aventinus Barrique. In seguito sono poi arrivate la Tap X Meine Porter Weisse (2014) e la Tap X Mathilda Soleil (2015) la Tap X Marie’s Rendezvous (2016) . Nel 2017 a grande richiesta del pubblico è ritornata la Tap X Mein Nelson Sauvin e quest’anno ha debuttato l’interessante Tap X Aventinus Barrique invecchiata in botti di bourbon. La sfida lanciata dal birraio di Schneider, Hans-Peter Drexler, è che anche rispettando l’editto di purezza tedesco è possibile sperimentare, innovare e stupire chi si trova la birra nel bicchiere.
Facciamo un passo indietro al 2016 quando proprio il Reinheitsgebot, promosso dal conte di Baviera Guglielmo IV il 23 Aprile 1516, compì 500 anni: “l’editto di purezza nacque per preservare i cereali diversi dall’orzo (frumento, segale, miglio, ecc.) affinché fossero impiegati nell’alimentazione e nella panificazione invece che nella produzione brassicola. La leggenda vuole che decisione fu figlia delle numerose carestie che stava vivendo la Baviera all’epoca, ma molto più verosimilmente derivò dal desiderio di prevenire la competizione sul prezzo dei cereali tra birrai e panificatori”. Verso la fine del 1500 fu poi stabilito che solamente i duchi di Baviera potevano “violare” l’editto e produrre birre di frumento: Massimiliano I Giuseppe Leopoldo Ferdinando Wittelsbach, già proprietario della Hofbräuhaus (HB), fece costruire nel 1607 un secondo birrificio in centro a Monaco dedicato alla produzione di birra di frumento, la Weisses Bauhaus. Nel diciannovesimo secolo la richiesta per le birre di frumento aveva raggiunto il suo punto più basso e l’attività non era più molto redditizia: la famiglia Wittelsbach cedette in affitto la Weisses Brauhaus al birraio Georg Schneider I che l’acquistò definitivamente assieme al figlio nel 1872 fondando la Weissbierbrauerei G. Schneider & Sohn.
La birra.
Anna-Maria era la moglie di Georg Schneider I e a lei il birrificio con sede a Kelheim (che ricordo produce esclusivamente birre di frumento) ha voluto dedicare la propria birra dei festeggiamenti per il cinquecentesimo compleanno del Reinheitsgebot. Non sono state rivelate molte informazioni sulla Tap X Marie's Rendezvous: sappiamo solo che si tratta di una potente Weizenbock (%) che ha debuttato a febbraio in occasione del Braukunst Live! di Monaco di Baviera.
Nel bicchiere si presenta di color ambrato chiaro, in superficie più che schiuma abbiamo una serie di bolle grossolane che svaniscono molto rapidamente. L’aroma è pulito ma appare un po’ chiuso: si riescono comunque ad individuare profumi di uvetta, datteri e prugna, banana, accenni di vino marsalato, forse mela al forno. Le incertezze vengono spazzate via da un gusto che parte subito con il piede giusto e trasporta il bevitore in un affascinante vortice di sapori composto da caramello e uvetta, banana, prugna, fico e datteri disidratati, accenni di canditi e vino liquoroso. L’alcool parte in sordina per poi emergere in uno splendido finale caldo, morbido e avvolgente, lunghissimo, nel quale il dolce della frutta sotto spirito viene bilanciato da una sorprendente secchezza.
Pensate ad una Aventinus più snella, più secca e bilanciata ma altrettanto invitante e potente: Marie's Rendezvous dopo un inizio un po’ incerto non delude e regala soddisfazioni ed emozioni. Poche bollicine, morbida al palato, da gustarsi in tutta tranquillità dopo cena, soprattutto se fuori fa freddo.
Formato: 37.5 cl., alc. 10%, IBU 27, scad. 15/01/2018, prezzo indicativo 6.00-7.00 euro (beershop) NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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