Per la seconda e ultima birra del Natale 2018 andiamo in Danimarca da To Øl, beerfirm e ora parzialmente birrificio (grazie al brewpub Brus di Copenhagen) fondata dai due allievi di Mikkeller, Tobias Emil Jensen e Tore Gynther; al timone è rimasto oggi solamente quest'ultimo, aiutato dagli investimenti portati da altri soci che nel 2017 hanno rilevato la quota di Jensen.
To Øl, come molti altri birrifici danesi, mantiene viva la tradizione delle birre natalizie con un'offerta piuttosto ampia. Per il 2018 sono state realizzate 1 Ton of Christmas (8,1% Berliner Weisse con ciliegie, prugne e ribes rosse), 3Xmas (4,7% Triple Dry Hopped IPA), Blizzard (In A Beer Mug - 6,0% Winter Wheat IPA), Frost Bite (6,0% Pale Ale
con scorza d'arancia e aghi di pino) Fuck Art – Winter Is Coming (8,0% Tripel con cardamomo, coriandolo e scorza d'arancia), My Honningkage Is Bigger Than Yours (12,3% Barley Wine speziato con zenzero, cannella, cardamomo e noce moscata), Santa Gose F&#%! It All (4,0% Gose con frutto della passione, guaiava e mango), Santa’s Secret: Mochaccino Messiah Double Shot (8,0% Brown Ale con caffè, cannella e cardamomo), Santastique 2018 (4,7% Belgian Wit Ale con brettanomiceti), Shameless Santa 2018 (10,5% Belgian Ale con cannella, anice stellato, cardamomo e liquirizia), Snowball (8,0 % Saison).
E se tutto questo non vi basta potete sempre riscaldare le fredde serata di dicembre con l'ammiraglia della casa, la potente (15%) imperial stout chiamata Jule Mælk, "il latte di Natale". Oltre alla versione "standard" ne esistono ovviamente diverse varianti barricate: Cognac, Islay Whisky, Rum e Tequila quelle commercializzate sino ad ora, ma ne avrò sicuramente dimenticata qualcuna.
La birra.
Niente spezie (fortunatamente, aggiungo io) nella ricetta di questa massiccia Imperial Stout che oltre al lattosio vede un ricco parterre di malti (Chocolate, Dark Crystal, Melanoidin, Pale, Roasted Barley, Smoked e Special B), zucchero Cassonade, luppoli Sorachi Ace, Tettnanger e Tomohawk. "In Danimarca amiamo le birre di Natale e passiamo la maggior parte del mese di dicembre a bere birre di Natale in accompagnamento all'anatra grassa, all'arrosto di maiale, al cavolo rosso e all'aringa marinata in aceto".
Nel bicchiere è minacciosamente nera con un'imponente testa di schiuma cremosa, compatta e dall'ottima persistenza: viene quasi voglia di mangiarla con un cucchiaino. Purtroppo l'aroma, poco intenso e confuso, è inversamente proporzionale alla bellezza estetica: emerge il dolce della melassa e dello zucchero caramellato, in sottofondo una curiosa nota aspra richiama la marasca. Le montagne russe ci riportano in alto quando la birra tocca il palato: corpo pieno, poche bollicine, mouthfeel oleoso, viscoso ma incredibilmente morbido, come una carezza che non ti aspetteresti da una birra da 15 gradi. Il gusto non è un inno alla pulizia ed alla precisione ma è un piccolo passo in avanti rispetto alla pochezza aromatica. Caramello, melassa, liquirizia dolce, prugna e uvetta sotto spirito e di nuovo un ricordo aspro di marasca; in secondo piano spunta il dolce del lattosio e del cioccolato. Non c'è nessun accenno di tostato e di torrefatto, la bevuta è dolce ma non stucchevole grazie all'intervento dell'alcool che riesce quasi ad asciugare il palato dai residui zuccherini. La componente etilica è evidente in ogni istante della bevuta, ma non è questo il problema principale del "latte di Natale" di To Øl: quello che colpisce maggiormente è la sua scarsa definizione e la mancanza di profondità. Un agglomerato dolce, confuso e difficile da decifrare, che non fa venire molta voglia di festeggiare: gradevole in piccolissime dosi e per pochissimi minuti.
Nel bicchiere è minacciosamente nera con un'imponente testa di schiuma cremosa, compatta e dall'ottima persistenza: viene quasi voglia di mangiarla con un cucchiaino. Purtroppo l'aroma, poco intenso e confuso, è inversamente proporzionale alla bellezza estetica: emerge il dolce della melassa e dello zucchero caramellato, in sottofondo una curiosa nota aspra richiama la marasca. Le montagne russe ci riportano in alto quando la birra tocca il palato: corpo pieno, poche bollicine, mouthfeel oleoso, viscoso ma incredibilmente morbido, come una carezza che non ti aspetteresti da una birra da 15 gradi. Il gusto non è un inno alla pulizia ed alla precisione ma è un piccolo passo in avanti rispetto alla pochezza aromatica. Caramello, melassa, liquirizia dolce, prugna e uvetta sotto spirito e di nuovo un ricordo aspro di marasca; in secondo piano spunta il dolce del lattosio e del cioccolato. Non c'è nessun accenno di tostato e di torrefatto, la bevuta è dolce ma non stucchevole grazie all'intervento dell'alcool che riesce quasi ad asciugare il palato dai residui zuccherini. La componente etilica è evidente in ogni istante della bevuta, ma non è questo il problema principale del "latte di Natale" di To Øl: quello che colpisce maggiormente è la sua scarsa definizione e la mancanza di profondità. Un agglomerato dolce, confuso e difficile da decifrare, che non fa venire molta voglia di festeggiare: gradevole in piccolissime dosi e per pochissimi minuti.
Formato 37.5 cl., alc. 15%, scad. 30/08/2027, prezzo indicativo 10,00 Euro (beershop)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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