sabato 12 novembre 2016

Schneider Weisse Tap X Mein Aventinus Barrique (2014)

Con Tap X  la bavarese Weissbierbrauerei G. Schneider & Sohn identifica una serie di produzioni limitate, sperimentali e/o occasionali; s'iniziò nel 2012 con la Tap X Mein Nelson Sauvin, una weizenbock caratterizzata dal luppolo neozelandese e da un ceppo di lievito belga per la rifermentazione in bottiglia,  seguita l'anno successivo dalla Tap X Meine Sommer Weisse, prodotta con "nuovi" luppoli tedeschi, e dalla TAPX Mein Aventinus Barrique. Nel 2014 nacque la Tap X Meine Porter Weisse e nel 2015 la Tap X Mathilda Soleil che utilizzava un mix di luppoli nel quale era presente il Cascade; quest'anno è arrivata la Tap X Marie’s Rendezvous, una potente (10%) weizenbock che vuole festeggiare i 500 anni del “Reinheitsgebot”. Con questa serie di birre il birraio di Schneider,  Hans-Peter Drexler, intende dimostrare che è possibile innovare e sperimentare anche nel pieno rispetto dell'editto di purezza. 
Ma torniamo a dicembre 2012, quando Drexler ha a disposizione un centinaio di barili che hanno contenuto Chardonnay (rovere francese), Pinot Nero e Cabernet Franc (rovere americano); le botti vengono riempite con la splendida (e atipica) weizenbock di casa Schneider e con la sua versione "potenziata" Aventinus Weizen-Eisbock. Otto mesi d'attesta e il risultato viene sapientemente blendato nelle bottiglie della nuova birra Tap X Mein Aventinus Barrique, di recente più appropriatamente rinominata  Tap X Mein Cuvée Barrique, visto che si tratta di un blend di birre e di barili differenti. 

La birra.
Millesimo 2014, birra che si presenta di una splendido color ambrato carico, limpido e impreziosito da brillanti venature rossastre; la schiuma ocra è effervescente e piuttosto rapida nel dissolversi. Al naso c'è una bella complessità composta da note lattiche e aspre di amarena, ribes, uva acerba; la controparte dolce chiama in causa la prugna e la ciliegia sciroppata, il mosto d'uva cotto; profumi floreali, note di legno e un deciso carattere vinoso completano un quadro aromatico molto pulito e interessante. Al palato c'è una buona corrispondenza con l'aroma ma, sopratutto, c'è l'alcool (9.5%) nascosto davvero molto bene: all'acidità lattica e asprezza di ribes, mela acerba, uva spina ed amarena risponde un sottofondo dolce di ciliegia, caramello e frutti di bosco. L'acetico ogni tanto fa capolino, andando un po' oltre le righe solo quando la birra s'avvicina alla temperatura ambiente. Chiude molto secca, con l'asprezza che viene stemperata da un retrogusto quasi accomodamente nel quale il caramello viene accompagnato da un lieve tepore etilico; la bevibilità è tutto sommato buona, come da scuola tedesca.  Netta la caratterizzazione vinosa dovuta al passaggio nelle botti che hanno trasformato, grazie ai batteri in esse presenti, due birre in origine dolci (molto dolce, nel caso della Eisbock) in una Sour Ale nel quale comunque l'acidità è sempre contrastata da un residuo dolce. Molto pulita, complessa, pecca un po' di eleganza in alcuni passaggi ma si rivela comunque una bevuta che soddisfa e che regala più di un'emozione. 
Formato: 37.5 cl., alc. 9.5%, IBU 16, scad. 05/05/2019, pagata 3.00 Euro (birrificio)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

Nessun commento:

Posta un commento