venerdì 4 novembre 2016

Redwillow Shameless IPA

Macclesfield, contea di Cheshire, Inghilterra:  sino al secolo scorso sede di alcuni birrifici che controllavano più di 50 pub nelle contee di  Cheshire, Derbyshire e Staffordshire. Tra i più noti vi era la Stancliffe's Sutton Brewery, acquisita nel 1920 dai vicini di casa della Lonsdale & Adshead; nel 1950 la Lonsdale passò nelle mani della  Ind Coope & Allsopp di Burton on Trent che chiuse  lo stabilimento di Macclesfield e la città rimase priva di birrifici.  Ci sono voluti quasi sessant’anni per riportare la produzione di birra nella città musicalmente “famosa” per aver (quasi) dato i natali e la morte a Ian Curtis, frontman dei Joy Division. 
Il responsabile è Toby Mckenzie, che dopo aver lavorato come biologo molecolare negli Stati Uniti e nel settore dell’Information Technology  ha fatto ritorno in patria e, nel pieno di una crisi di mezza età, ha deciso di trasformare la sua passione per l’homebrewing in una professione; con l’aiuto della moglie Caroline e della famiglia, ad agosto 2010 nasce la Red Willow Brewery, ispirata dai secondi nomi (Red e Willow) dei propri figli.  
La prima birra prodotta sull’impianto da sei ettolitri, un’American Pale Ale chiamata Directionless,  debutta nel dicembre dello stesso anno: in poco temp il birrificio ottiene diverse riconoscimenti in molti concorsi locali e nazionali organizzati da SIBA e CAMRA. I luppoli americani, con i quali Mckenzie ha evidentemente familiarizzato durante la sua permanenza negli Stati Uniti, caratterizzano buona parte delle birre di Red Willow, suddivise tra standard range, produzione stagionali e sperimentali che vengono raggruppate sotto la gamma chiamata “Faithless”. Anche Red Willow Brewery ha da qualche tempo scelto di proporre la birre disponibili tutto l’anno in lattina anziché bottiglia.

La birra.
Shameless (senza vergogna) è un’American Ipa prodotta con Centennial, Columbus e Simcoe; nasce come birra sperimentale chiamata Faithless XV, ma è evidentemente piaciuta al punto di entrare poi in produzione regolare. Nel bicchiere è opaca e di un colore che si colloca tra l’arancio ed il dorato pallido; generosa, cremosa e compatta è la schiuma biancastra che ha un’ottima persistenza nel bicchiere. Il naso mette in evidenza ancora una buona freschezza e, soprattutto, un ottimo livello di pulizia:  c’è molto ananas, al quale s’affiancano profumi floreali e di pompelmo, polpa d’arancia, mango. Un inizio “succoso” e ben promettente che trova conferme al palato; biscotto e miele costituiscono la base maltata a supporto di un bel carattere fruttato che ripropone l’aroma con perfetta corrispondenza.  L’amaro non ha velleità di protagonismo ma funge da equilibrio ad una bevuta volutamente spinta sul fruttato, dando solo un breve contributo finale con note resinose che vengono alimentate da un delicato tepore etilico. Buono anche il livello di secchezza,  bevuta molto facile che indulge nella frutta riuscendo ad essere ruffiana quanto basta per non scivolare nella cafonaggine: facile da bere, ben valorizzata dalla freschezza con belle soddisfazioni per chi beve a patto che non siate in cerca della classica botta d’amaro.
Formato: 33 cl., alc. 5.9%, lotto G1134, scad. 14/04/2017, prezzo indicativo 4.00/4.50 Euro (beershop).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

1 commento: