Eccoci ad una nuova Hop Series di CR/AK, dopo quelle assaggiate poche settimane fa. Birre sulle cui etichette è messa ben in evidenza la data d’imbottigliamento in modo che il consumatore riesca immediatamente a conoscere la freschezza della birra. La Hop Series racchiude birre prodotte occasionalmente con un diverso mix di luppoli selezionando “i migliori a disposizione”. Oltre a data d’imbottigliamento e shelf-life a sei mesi, CR/AK s’impegna a garantire la catena del freddo, ovvero a far sì che la birra “sia sempre refrigerata, da quando lascia il nostro birrificio fino alla vostra pinta”; benissimo il trasporto refrigerato, essenziale nei mesi estivi, più difficile fare in modo che i rivenditori mantengano sempre fusti e bottiglie in frigorifero. La Hop Series viene inaugurata a giugno 2015 con una Hoppy Saison ed è poi continuata anche per tutto il 2016 con svariate declinazioni dello stile IPA (Session, Double).
Le ultime due nate sono la HS11 24.10.2016 / Nelson Sauvin, Amarillo IPA e la HS12 07.11.2016 / Motueka, Hallertauer Blanc e Hallertauer Mittelfruh Session IPA; molto pulite e minimali le etichette, con una grafica semplice ma efficace ad opera dello studio Dry Design, curatore della visual identity di CR/AK sin dagli esordi.
Tra le ultime novità annunciate da CR/AK c’è la decisione di iniziare ad utilizzare bottiglie di vetro nero, quindi ancora più scure di quelle attualmente in uso, allo scopro di proteggere ulteriormente la birra dai colpi di luce.
Tutto quello che c’è da sapere è lì sull'etichetta: si tratta di una IPA (al confine con il “Double”, 7.5% ABV) prodotta con luppoli Nelson Sauvin e Amarillo, messa in bottiglia da un mese.
La fotografia la rende un po' più scura, ma all’aspetto è di color dorato carico, con riflessi arancio e un bel cappello di schiuma bianca, compatta e cremosa, dall’ottima persistenza. L’aroma è ovviamente fresco, non c’è un’esplosione di profumi ma c’è comunque un buon livello di pulizia: le tipiche note del Nelson Sauvin (uva bianca) si mescolano a quelle floreali ed a quelle di cedro, mandarino e frutta tropicale. Bene la sensazione palatale, morbida e gradevole: IPA poco carbonata che scorre bene e che nasconde la sua gradazione alcolica. I malti regalano note di biscotto ed accenni di caramello, ma la freschezza della bottiglia li mantiene in secondo piano rendendo protagonisti i luppoli: il gusto mi sembra meno definito rispetto all’aroma, con un generale impressione di frutta tropicale (papaia, maracuja?) che s’affianca alle note leggermente aspre del Nelson Sauvin e a quelle degli agrumi. La convivenza non è a mio parere delle meglio riuscite e un discorso analogo riguarda anche il finale, nel cui l’amaro anziché optare per la sicurezza del cliché resina/agrumi si sviluppa abbinando insolite note vegetali e (forse) terrose. La chiusura è abbastanza secca, la pulizia al gusto non è impeccabile anche se la birra è ovviamente valorizzata dalla sua grande freschezza.
Una IPA abbastanza ben fatta anche se meno precisa e meno pulita rispetto alle altre due Hop Series bevute qualche settimana fa; il mix di sapori ottenuto non si colloca esattamente in cime alle mie preferenze personali, ma ovviamente a voi potrebbe fare tutt’altro effetto.
Formato: 33 cl., alc. 7.5%, imbott. 24/10/2016, scad. 24/04/2017, prezzo indicativo 4.00/4.50 Euro (beershop).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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