venerdì 18 novembre 2016

De Ranke Noir De Dottignies

Del birrificio Da Ranke vi avevo già parlato in occasione della Saison De Dottignies e, più recentemente, della Cuvée De Ranke; homebrewer sin agli anni ’80, Nino Bacelle ha iniziato nel 1994 a commercializzare la sua prima birra, la Guldenberg, a quel tempo prodotta presso gli impianti della Deca e venduta a nome di "Brouwerij Nino Bacelle” ; nel 1996 avviene l’incontro con un altro appassionato, Guido Devos, e dall’unione delle forze nacque la Brouwerij De Ranke, operante sempre presso la Deca sino al 2005, anno in cui sono stati inaugurati gli impianti a Dottignies. Il birrificio, pochi chilometri a sud di Kortrijk, non si trova distante dalla regione di Poperinge, nota per la coltivazione del luppolo; il nome scelto (De Ranke) fa per l’appunto riferimento ai filari (rank) delle piante di luppolo. Nomen omen,  De Ranke è stato tra i primi in Belgio a offrire birre amare come ad esempio  la splendida XX Bitter, divenuta rapidamente la loro flagship beer: quasi la totalità dei luppoli  utilizzati proviene da un coltivatore di Warneton, vicino a Poperinge. 
E di luppolo ne è stato previsto tanto anche nella formulazione della ricetta della strong dark ale di casa, chiamata Noir de Dottignies e che attualmente rimane la birra più alcolica prodotta da De Ranke:  Challenger, Northern Brewer e Styrian Golding quelli utilizzati  e supportati da sette diverse varietà di malto.

La birra.
Molto bella nel bicchiere, si presenta di un intenso color tonaca di frate leggermente velato e impreziosito da intense venature rosso rubino; da manuale la schiuma, compatta, cremosa, fine e dalla lunga persistenza. L’aroma è intenso e pulito, ricco di esteri fruttati come pera, prugna, uvetta, frutti rossi; ad accompagnarli troviamo profumi di frutta secca (nocciola, forse mandorla), biscotto, zucchero candito, caramello e una delicatissima speziatura. Il percorso prosegue in linea retta al palato, dove la Noir De Dottignies riesce a nascondere il suo contenuto alcolico (9%) come forse solo i belgi sanno fare: la bevuta è quasi agile, ben carbonata e scorrevole: a due anni dall’imbottigliamento la luppolatura ha ovviamente perso parte del suo vigore ed il gusto viaggia sui binari dolci di biscotto, caramello, uvetta e prugna sciroppata, zucchero candito, pera. Un’ottima secchezza ed una leggera acidità la bilanciano perfettamente, mentre la chiusura è delicatamente amara, terrosa e lievemente tostata. L’alcool accompagna i sorsi riscaldandoli delicatamente per poi emergere con maggior evidenza nel retrogusto dolce di frutta sotto spirito. 
Una Strong Dark Ale un po’ atipica nella quale l’amaro – soprattutto se la bevete giovane – gioca un ruolo molto più rilevante rispetto ad altre birre simili che vengono prodotte nelle Fiandre Occidentali: pensate a Van Eecke, St.Sixtus/Westvleteren, St. Bermardus, De Struise. Intensa e solida, pulita, ma una bottiglia lontana dall'eccellenza: esteri molto in evidenza, forse persino troppo, bevuta che non risulta nel complesso del tutto amalgamata tra le sue varie componenti, benché ugualmente godibile.
Formato: 33 cl., alc. 9,0%, IBU 46, imbott.  21/07/2014, scad 01/07/2019, prezzo indicativo  3.50/4.50 Euro (beershop).

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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