C'è un pezzo d'Italia dietro a quella che col tempo è divenuta una delle birre più famose e di maggior successo della beerfirm Evil Twin; il gemello cattivo come vi avevo già raccontato in questa occasione è Jeppe Jarnit-Bjergsø, gemello di Mikkel Borg-Bjergsø alias Mikkeller. Entrambi birrai zingari, una rivalità ostentata ma probabilmente funzionale al marketing e due business partiti dalla Danimarca per sbarcare poi negli Stati Uniti. Il primo dei due è stato Jeppe, ormai da tempo residente a New York, che ha iniziato a farsi produrre le proprie ricette da birrifici americani; di recente lo ha seguito Mikkel, superandolo con l'apertura del suo primo birrificio a San Diego, rilevando gli impianti dismessi da Alesmith.
Ma torniamo al 2011, quando Evil Twin è ancora una beerfirm danese e produce la maggior parte delle proprie birre alla Fanø Bryghus, dove lavora il birraio americano Ryan Witter-Merithew. Nel giugno di quell'anno viene realizzata la prima "crociera birraria" italiana: non so se nel mondo ci siano stati precedenti? E' Un mare di Birra, organizzata per festeggiare il decimo compleanno del Ma che siete venuti a fà. Tra i birrifici invitati a dissetare i partecipanti durante il viaggio Roma-Barcellona e ritorno c’è anche Evil Twin: Jeppe e Ryan Witter-Merithew vogliono realizzare una birra apposta per l’occasione. Per legare la birra al nostro paese si pensa alla parola “biscotti” e viene realizzata la Biscotti Ale, una porter (7.5% ABV) prodotta con caffè, vaniglia e mandorle tostate che viene poi mantenuta in produzione con il nome Biscotti Break e un ABV leggermente superiore (8.5%). La sua versione imperiale non ci impiega molto a nascere, rimpiazzandola: a marzo 2012 vede la luce la Imperial Biscotti Break, prodotta presso gli impianti della Westbrook Brewing di Mount Pleasant, Carolina del Sud.
La birra.
Il caffè proviene dalla torrefazione Charleston, mentre il resto della ricetta prevede un base maltata di 2-row completata da un mix di malti Chocolate, Abbey, Melanoidin, Cara e avena. Gli "aromi naturali" di cui parla l'etichetta dovrebbero sempre essere vaniglia e mandorle tostate. Una volta azzeccata la birra, ecco il proliferarsi di varianti barricate e con aggiunta di ingredienti inusuali: ciambelle, peperoncini, prugne e brettanomiceti, amarene, fragole e la lista è ovviamente molto più lunga.
Assolutamente nera, forma una discreta testa di schiuma color cappuccino cremosa e compatta, dalla buona persistenza. Il caffè domina ed è molto elegante sia nella forma di chicchi che di espresso: l'accompagnano profumi di cioccolato al latte e tostature, accenni di vaniglia, fuit cake e liquirizia. Discreta ma percepibile la componente etilica. Morbida e quasi cremosa al palato, l'avvolge con poche bollicine ed un corpo tra il medio ed il pieno: ne risulta una birra solida che scorre bene senza bisogno di essere masticata. Il gusto è ricco di caffè e tostature sostenute da una base di caramello bruciato e liquirizia dolce; più in sottofondo vaniglia, cioccolato al latte e fruit cake sono ben amalgamati da un tenore alcolico (11.5%) che riscalda ed irrobustisce senza eccessi. In chiusura l'alcool accende l'amaro del caffè e delle tostature, della mandorla e del cioccolato con una scia lunga, morbida, molto appagante. Tralasciando l'hype che qualche anno fa questa birra si portava dietro, l'Imperial Biscotti Break è una Imperial Stout bilanciata, elegante e solida che si sorseggia con gusto senza troppe difficoltà: le emozioni non abbondano, ma la soddisfazione è parecchia.
Formato: 65 cl., alc. 11.5%, lotto e scadenza non riportati, prezzo indicativo in Europa 14-18.00 Euro (beershop).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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