Ritorna sul blog dopo un'ingiustificata assenza la rubrica "Dalla Cantina" dedicata al vintage, alle birre che hanno superato la loro data di scadenza, alle birre dimenticate in cantina: chiamatele come più vi piace. Gli episodi precedenti li trovate qui. Ritorno oggi a parlare del birrificio belga De Struise, del quale qui trovate la storia e qui trovate le birre.
Il terzo appuntamento con la cantina si collega direttamente al primo, del quale era protagonista la Pannepot; parliamo infatti oggi della sua versione invecchiata per 14 mesi in botti di rovere francese e denominata Pannepot Reserva. Molto affascinante la storia di questa bier diek raccontata in modo esemplare da Alberto Laschi: la Pannepot prende il suo nome dalla tipica barca che i pescatori di De Panne utilizzavano ogni giorno per navigare il freddo Mare del Nord nei primi anni del '900. A casa, le loro mogli, producevano una birra scura e la conservavano in cantina dentro a piccole botti, dalle quali veniva "prelevata per essere versata in contenitori di acciaio fatti precedentemente arroventare sul fuoco. Questa birra senza nome, piatta, arricchita a volte con tuorli d’uova e irrobustita dall’uso non morigerato di zucchero di canna, una volta che entrava in contatto con le pareti arroventate del contenitore di acciaio si caramellizava quasi all’istante, assumendo una caratterizzazione “spessa” e una consistenza altrettanto pronunciata. Perfetta per riscaldare i corpi e lo spirito dei marinai agghiacciati dall’inclemenza del Mare del Nord.". Con la Pannepot gli Struise omaggiano De Panne: quello che un tempo era un piccolo borgo di pescatori vicino al confine francese oggi, dune escluse, è purtroppo soltanto una delle tante località balneari belghe con lunghe schiere di anonimi condomini rivolti su di una grande spiaggia sabbiosa.
La birra.
Pannepot Reserva 2009: l'anno fa sempre riferimento alla produzione della birra prima della messa in botte. Dopo l'invecchiamento di quattordici mesi in botti di rovere francese avviene l'imbottigliamento, in questo caso datato 2011.
La fotografia al solito la rende molto più scura di quanto non sia nelle realtà: il suo colore è un torbido tonaca di frate, mentre la schiuma beige chiaro è cremosa e abbastanza compatta, benché dalla limitata persistenza. L'aroma è intenso e ricco: fruit cake, pane nero, zucchero a velo, biscotto inzuppato d'alcool, forse pan di spagna. Uvetta, prugne disidratate e datteri vengono accompagnati da note legnose; all'innalzarsi della temperatura qualche nota ossidata (cartone bagnato) ci ricorda che è una birra in bottiglia da cinque anni. In bocca è avvolgente nel suo gusto ricco di frutta sotto spirito che richiama in toto l'aroma e riscalda morbidamente tutto il palato. Le tostature, il caffè e la liquirizia che trovereste più in evidenza in una Pannepot giovane qui sono solo un leggero ricordo che accompagna il dolce del pan di spagna, del caramello e del fruit cake. Corpo tra il medio e il pieno, poche bollicine, morbida e oleosa in bocca, si sorseggia con grande facilità e soddisfazione. Nel finale spuntano accenni di vino liquoroso e di legno a chiudere una bevuta dolce ma ben attenuata e stemperata dal alcool: il retrogusto è lunghissimo e caldo di frutta sotto spirito.
Sua maestà Pannepot si beve sempre con enorme soddisfazione: certo, anche al palato mostra in alcuni passaggi le inevitabili ossidazioni del tempo ma è ancora una birra potente ed elegante capace di regalare splendidi dopocena, riscaldandoli. Una di quelle birre che, in qualsiasi delle sue declinazioni (versione base, Reserva o Grand Reserva) non dovrebbero mai mancare in nessuna cantina.
Formato: 33 cl., alc. 10%, lotto 32253728050711, scad. 16/08/2016.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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