Vliegende Paard, ovvero “il cavallo volante” è il nome scelto dall’ex-homebrewer Andy Dewilde per la sua beerfirm che debutta nel 2011, l’anno in cui una sua ricetta casalinga, la “Préaris Quadrupel”, ottiene il primo posto al concorso nazionale per homebrewers “Brouwland Biercompetitie” la cui finale, alla quale partecipano un centinaio di birre, si tiene a Ghent.
Andy non vuole lasciarsi sfuggire la ghiotta occasione per sfruttare la notorietà, ma il proprio impianto casalingo a Oedelem (una quindicina di chilometri a sud di Bruges) da 80 litri non è sufficiente a produrre la quantità necessaria per un lancio commerciale. Si rivolge allora all’immancabile De Proef dal quale, a settembre 2011 esce la prima cotta di Préaris Quadrupel.
Allo Zythos festival del 2012 Andy Dewilde incontra Christine Celis, figlia del celebre Pierre (Hoegaarden) e residente da una ventina d’anni in Texas; Christine rimane favorevolmente impressionata dalle Prearis e porta qualche bottiglia negli Stati Uniti, convincendo un importatore ad ordinare i primi 7 hl destinati al mercato statunitense. Nel 2013 Vliegende Paard viene proclamato da Ratebeer come il miglior nuovo “birrificio” belga, mentre nel 2014 la Prearis Quadrocinno (la Quadrupel con aggiunta di caffè del Costa Rica) viene eletta dai 17.000 visitatori dello Zythos 2014 tra le tre migliori birre del festival.
Curioso è invece quanto avvenuto lo scorso aprile 2015, quando Andy Dewilde riceve una telefonata dall’organizzatore del tour europeo del gruppo hardcore americano Sick of it All: la band ha infatti espressamente richiesto di avere a disposizione ogni sera, nei camerini, alcune bottiglie di Prearis Grand Cru, ovvero la versione barricata della Quadrupel.
A febbraio 2013 Vliegende Paard presenta al Bruges Beer Festival una nuova birra: si tratta della Blond, una Belgian ale dalla luppolatura americana che per l’occasione viene servita al pubblico con l’utilizzo di una specie di Randall proveniente dagli Stati Uniti.
Solare nel bicchiere, perfettamente dorata e leggermente velata, la Préaris Blond forma un bel cappello di bianchissima schiuma cremosa, compatta e fine, molto persistente. Difficile risalire all’età anagrafica di questa bottiglia (ipotizzo settembre 2014 ?) e l’aroma non trasmette particolare sensazione di freschezza; i profumi sono poco intensi ma puliti con una leggera speziatura (pepe bianco, forse coriandolo?), sentori di scorza e polpa d’arancia, pesca, frutta candita. Più convincente il gusto, che mostra un bel carattere ed una buona intensità che passa per le note maltate (pane, miele) e quelle fruttate (arancia e albicocca) generate dall’ottima interazione tra i luppoli e gli esteri del lievito, responsabili anche della delicata speziatura. La bevuta è abbastanza dolce di frutta candita e con il miele d’arancio sempre presente in sottofondo, il tutto bilanciato da un amaro di buona intensità (soprattutto se si prende come riferimento la media belga) che chiude il percorso con note vegetali, terrose e qualche suggestione di resina. La secchezza è tutto sommato buona e la birra risulta ben bilanciata, molto facile da bere e pulita, con tutti gli elementi (malti, luppoli, lievito) ben percepibili e ben assemblati tra di loro; la bottiglia non molto fresca sacrifica un po’ l’eleganza, penalizzata dallo scorrere del tempo per sempre più inclemente verso i luppoli americani rispetto a quelli continentali.
Préaris Blond è comunque un’interessante interpretazione moderna (leggasi “hoppy”) di Belgian Ale molto ben fatta che vale sicuramente la pena di provare.Formato: 33 cl., alc. 6%, IBU 35, scad, 30/09/2016, pagata 1.55 Euro (drink store, Belgio).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Impianto casalingo da 80 hl....?
RispondiEliminaHaha! hai ragione, c'è una "h" di troppo. Grazie per la segnalazione.
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