L’estate del 2013 vedeva l’annuncio della nascita del nono birrificio trappista al mondo, il secondo in territorio olandese: si tratta dei monaci dell’Abbazia Maria Toevlucht (ovvero “il rifugio di Maria”), nella località Klein-Zundert, poco lontano dal confine con il Belgio.
Il monastero sorse all’interno della fattoria De Kievit, acquisita dal signor Van Dongen dallo stato olandese per poi darla in affitto al fattore Bart Nouws. Nel 1899, alla morte di Van Dongen, gli eredi decisero di donare il terreno e gli edifici all’abbazia di Koningshoeven (La Trappe): da qui arrivarono due monaci e, il 24 Maggio del 1900, fu inaugurata la cappella del nuovo monastero nel quale una dozzina di monaci iniziarono a dedicarsi all’agricoltura, all’allevamento e alla vendita di prodotti caseari. Gli edifici attuali, che rimpiazzano la vecchia fattoria, risalgono al 1950 ma ci sono stati ulteriori ammodernamenti nel periodo 2002-2005.
Negli ultimi venti anni il monaci si sono visti costretti a modificare le proprie attività, alcune di esse non più redditizie, e trovare nuovi metodi di autosostentamento: dalla fine degli anni ’60 è possibile pernottare all’interno del monastero e partecipare ai rituali di preghiera; nel 1996 fu sospesa la produzione di caseari, nel 2009 terminò quella agricola e tutto il bestiame fu venduto. I terreni di proprietà del monastero furono affidati in gestione alla Natuurmonumenten, società olandese che si occupa di preservare siti naturalistici; nello stesso anno i monaci deliberarono che un nuovo potenziale mezzo di autofinanziamento era la costruzione di un birrificio. Dopotutto, a soli trenta chilometri di distanza ci sono i fratelli "belgi" trappisti di Westmalle, poco più in la quelli di Achel e, per restare in territorio olandese, La Trappe/ Koningshoeven: ed è proprio qui che due monaci di Zundert vengono inviati per imparare a fare la birra. Nel frattempo il sindaco di Zendert dà il suo benestare all’avvio dei lavori della costruzione del birrificio; allo studio d’architettura Oomen Architecten spetta il compito di studiarne la collocazione all’interno dei locali che un tempo ospitavano la fattoria; gli impianti sono invece forniti dai tedeschi di JBT. I lavori iniziano il 24 ottobre 2012 e a fine giugno 2013 il birrificio è pronto ad entrare in funzione: si parte con una sola birra che viene chiamata Zundert Trappist e le cui prime bottiglie arrivano sugli scaffali in dicembre.
E’ ambrata, leggermente velata, e forma un bel cappello di schiuma ocra, cremosa e compatta, dall’ottima persistenza. Al naso una buona pulizia ed una discreta fragranza che si compone di profumi floreali, spezie (coriandolo?), suggestioni dolci di fragola e ciliegia, miele, pane e croissant, zucchero a velo. Una “golosità” che si ripropone anche in bocca, con un gusto piuttosto dolce di biscotto e miele, pasticceria, zucchero candito e caramello, accenni di marzapane: sono le vivaci bollicine a stemperare un po’ la dolcezza, bilanciata poi da un finale lievemente amaricante (mandorla, erbaceo) e abbastanza asciutto. Il mouthfeel è ottimo, nonostante l’alta carbonazione questa Zundert non risulta affatto spigolosa ma è quasi morbida al palato. L’alcool (8%) mette fuori la testa dal nascondiglio solamente nel retrogusto, riscaldando un po’ il corpo (e l’animo) del bevitore con note di frutta sotto spirito a concludere una bevuta soddisfacente che lascia un buon ricordo di sé.
Un esordio già di buon livello quello dei frati trappisti di Zundert, con una Tripel intensa ma di facile bevuta che, nonostante la giovane età, non sfigura affatto al confronto con le "storiche" trappiste.
Formato: 33 cl., alc. 8%, lotto 02BO 08:21, scad. 02/02/2017, pagata 2.29 Euro (supermercato, Belgio).NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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