Eccoci ad un nuovo capitolo nella serie delle collaborazioni americane del birrificio danese Amager. Come sempre il fattore scatenante è la CBC, ovvero la Copenhagen Beer Celebration, un evento che rende per un weekend all’anno la capitale danese uno dei luoghi più ambiti da beergeeks e che al tempo stesso porta in Danimarca numerosi birrai stranieri.
Nonostante non sia Amager ad organizzare la CBC, nei giorni precedenti o posteriori all’evento alcuni birrifici si recano presso il birrificio danese, nei pressi dell’aeroporto di Copenhagen, per realizzare una birra collaborativa. Le birre vengono poi solitamente presentate a luglio, nel corso dell’American Day che si tiene ogni anno da Amager il quattro di luglio, tra musica rockabilly ed esibizioni di Harley Davidson Nell’edizione 2014 fu il turno di Orange Crush, una Session IPA realizzata con Cigar City, Todd - The Axe Man, un’American IPA con Surly Brewing, Shadow Pictures, una Double IPA assieme a Grassroots Brewing e Danish Metal realizzata con i texani di Jester King.
Dopo aver già assaggiato le altre tre, è il momento di chiudere il cerchio con l’ultima rimasta. L’idea di Morten Valentin Lundsbak, Jacob Storm (Amager), Ron Extract e Garrett Crowell (rispettivamente uno dei fondatori e head brewer di Jester King) è di mettere mano alla Imperial Stout texana chiamata della Black Metal, della quale esistono già due versioni. Una prodotta con lievito farmhouse, assaggiata in questa occasione, ed una con English Yeast che Jester King ha smesso di produrre. La collaborazione punta a riesumare proprio questa birra, cambiandone leggermente gli ingredienti. Quella originale prevedeva malti Pale, Black, Chocolate, Caramalt, Carafa, Dark Crystal e orzo tostato, luppoli Millennium ed East Kent Goldings; quella elaborata assieme ad Amager parla invece di malti Maris Otter, Caramunich, Brown, Black, Chocolate, Carafa 3, Dark Crystal e orzo tostato; solo un luppolo utilizzato, il Polaris.
Dal “Dark Metal” texano si passa quindi al “Danish Metal”, una birra che sfoggia anche un’etichetta meno minacciosa realizzata da Simon Hartvig Daugaard, fido collaboratore di Amager.
Il bicchiere si riempie subito di una cremosa ed esuberante schiuma color cappuccino che obbliga ad una lunga attesa prima di riuscire a comporre un bicchiere decente; è un’imperial stout assolutamente nera che regala profumi di caffè e tostature con accenni più dolci di fruit cake imbevuto di liquore e liquirizia. Intensità, eleganza e pulizia sono complessivamente buone ma non mandano in estasi chi avvicina il naso al bicchiere. L’irrequietezza della schiuma come c’era d’attendersi si manifesta purtroppo in una carbonazione eccessiva che mal si abbina con lo stile, disturbando parecchio la percezione dei sapori: il mouthfeel risulta troppo spigoloso, nonostante una consistenza oleosa che riesce a renderla bevibile senza ricorrere a quella masticazione che spesso le imperial stout scandinavi richiedono. Il gusto ripropone in toto l’aroma, con l’amaro del torrefatto e del caffè bilanciato dal dolce di caramello e liquirizia; in sottofondo fa ogni tanto capolino un pochino di salsa di soia, mentre l’alcool (10%) non alza mai la testa più del dovuto irrobustendo e riscaldando la bevuta quanto basta. Gli elementi in gioco sono pochi e neppure disposti con quella maniacale pulizia/eleganza che sarebbe necessaria: chiude piuttosto amara di caffè e tostature che a tratti sconfinano un po' nel bruciato. Bottiglia solo discreta, davvero penalizzata da troppe bollicine, rimane la delusione per l'incontro di due birrifici che solitamente lavorano molto bene.
Formato: 50 cl., alc. 10%, lotto 880, scad. 09/2019, 9.00 Euro (beershop, Italia).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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