Della beerfirm in procinto di diventare birrificio Verzet vi avevo già parlato qualche mese fa. I birrai "della resistenza" sono Alex Lippens, Joran Van Ginderachter e Koen Van Lancker, compagni di studi e nel 2008 diplomati birrai alla scuola di Gent. Subito al lavoro in diversi birrifici, i tre erano soliti ritrovarsi durante i weekend per sperimentare o per produrre birre secondo il proprio gusto. Famigliari ed amici apprezzavano, arrivando a convincerli di fare le cose un po' più in grande; in assenza di finanziamenti per progettare il proprio birrificio, i tre ragazzi decidono nel 2011 di partire a produrre presso gli impianti del vicino birrificio Gulden Spoor di Gullegem. Nel 2012 si spostano presso De Ranke e, nel 2013, si aggiunge anche il birrificio Geert Toye.
Nella loro città natale, Anzegem, è già operativo il Café Local, un locale dove poter assaggiare le proprie birre destinato a diventare tra qualche mese un vero e proprio brewpub.
Dopo aver assaggiato la Oud Bruin, assemblata con un blend di birra fresca e di birra che viene invecchiata un anno in botti ex-vino rosso, è il momento della sua versione “Oak Leaf” , ovvero della “foglia di quercia”. Il perché del nome è presto detto: la birra matura per 6 mesi assieme a foglie di quercia raccolte a mano in autunno, precisamente un metro quadro di foglie ogni 1000 litri di birra; i lieviti selvaggi naturalmente presenti sulle foglie di quercia finiscono quindi nella birra contribuendo alla fermentazione.
La birra.
Nessuna etichetta, solo un cartoncino appeso al collo con lo spago ed un tappo avvolto dalla ceralacca gialla a complicare un po’ la vita al momento dell’apertura. Qualcuno di voi avrà probabilmente avuto occasione di assaggiarla nel corso dell’ultimo Arrogant sour festival 2016.
Nel bicchiere arriva di color ambrato opaco, con intense sfumature rossastre ed un cappello di schiuma ocra fine e cremosa ma piuttosto evanescente. Legno umido ed aceto di mela danno il benvenuto aromatico, accompagnati dall'asprezza di ribes e amarena; c'è un profilo "funky", lattico e polveroso "di cantina", mentre l'unica concessione dolce è data da accenni di vaniglia e zucchero a velo. Vivace e piacevolmente scorrevole, al palato nasconde benissimo il suo contenuto alcolico (7%) evidenziando pungenti bollicine ed un corpo medio. L'aroma non nascondeva il suo carattere aspro ed acido ed il gusto non intende smentirlo: la bevuta è segnata dall'asprezza del limone (quasi come succhiarlo) alla quale s'affiancano le note acetiche e l'asprezza di ribes e amarena. Il sottofondo dolce (caramello) è davvero solo accennato, il legno fa più volte capolino e ne risulta una birra piacevolmente rustica e spigolosa, estremamente secca ma davvero molto aspra. Acetico e lattico camminano fianco a fianco entrando e uscendo di scena a più riprese, concludendo il match in parità. Estremamente dissetante e rinfrescante, la Oak Leaf di Verzet è probabilmente la birra più sour che mi sia mai capitato d'assaggiare: se siete malati di acido fateci un pensiero, altrimenti valutate la Oud Bruin di Verzet "normale", sicuramente più mansueta e accessibile.
Formato: 75 cl., alc. 7%, lotto 2014, scad. 12/2025, 9.20 Euro (drink store, Belgio).NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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