Secondo appuntamento con Bell's, birrificio del Michigan incontrato qualche settimana fa per la prima volta. A settembre saranno 31 le candeline sulla torta del fondatore Larry Bell, nato nell'area di Chicago ma alla fine degli '70 trasferitosi ventiduenne a Kalamazoo, a 200 chilometri di distanza, per lavorare alla Sarkozy Bakery. Un collega di lavoro lo introdusse all'homebrewing, che Larry portò avanti con grande passione arrivando ad aprire qualche anno dopo un minuscolo negozio di homebrewing, dal quale nacque poi la Kalamazoo Brewing Company, rinominata Bell's nel 2005.
Fondamentale fu per lui la frequentazione della Real Ale Co. di Chelsea, aperto nel 1982 da Ted Badgerow e di fatto il primo microbirrificio non solo del Michigan ma di tutto il Midwest: la Real Ale chiuse i battenti nel 1986 passando a Bell's (aperto nel 1985) il testimone di microbirrificio in attività più antico di tutta quell'area che si estende dalla East Coast alle Montagne Rocciose.
Kalamazoo, 75.000 abitanti, prende il suo nome da una parola in Potawatomi, la lingua parlata dall'omonima popolazione residente in una piccola area tra il Michigan ed il Wisconsin. Nel 1829 s'insediarono i primi commercianti di pellicce europei che edificarono un villaggio inizialmente chiamato Bronson, dal nome del fondatore Titus Bronson, poi rinominato nel 1836 Kalamazoo come il fiume che vi scorreva nelle vicinanze.
Kalamazoo fu anche il luogo dove Orville Gibson nel 1902 fondò la Gibson Mandolin - Guitar Co., Ltd: la produzione delle chitarre di quello che oggi è uno dei marchi più famosi nel mondo fu poi trasferita negli anni '80 nel stabilimenti di Memphis (Tennessee) e di Bozeman (Montana).
La birra.
Sono cinque le stout prodotte da Bell's: Expedition Stout, Special Double Cream Stout, Java Stout e Cherry Stout sono disponibili sono in alcuni mesi dell'anno, mentre potete bere ogni giorno la Kalamazoo Stout, prodotta con aggiunta di liquirizia e commercializzata per la prima volta nel 1986. Diamo un sguardo al beer-rating: 100/100 e quinta miglior stout al mondo per Ratebeer, punteggio di 90/100 per Beer Advocate.
Il suo vestito è quasi nero e lascia intravedere in controluce solo leggeri riflessi ebano scuro; la schiuma color cappuccino è perfettamente cremosa e compatta, dall'ottima persistenza. Semplicità e pulizia sono le fondamenta sulle quali appoggia l'aroma: caffè e tostature la fanno da padrone, circondandosi di comprimari come mirtilli, cenere, cioccolato e liquirizia. Uno scenario pressoché identico viene riproposto anche al palato, con uguale semplicità, pulizia ed eleganza, nel quale l'amaro del caffè e del tostato indica subito la strada da percorrere senza indugi. Il dolce del caramello è anch'esso bruciacchiato, lasciando il compito di bilanciare la birra all'acidità dei malti scuri e alla generosa luppolatura finale, efficace nel ripulire assieme ad una nota quasi rinfrescante di liquirizia; dopo un attimo di pausa, il retrogusto ritorna a dispensare amaro nella forma di caffè e tostato, con una lieve terrosità. Una Stout solida e priva di fronzoli che regala una bella intensità a fronte di un'ottima bevibilità e di un contenuto alcolico ben lontano dalla doppia cifra; non capita spesso di vedere le Bells in Europa/Italia e quindi cercate di cogliere l'occasione, ora che sono arrivate: la Kalamazoo Stout si è rivelata piuttosto spinta sull'amaro del torrefatto, probabilmente se cercate qualcosa di più dolce potreste orientarvi sulla Double Cream Stout.
Formato: 35.5 cl., alc. 6%, lotto 15308, imbott. 27/01/2016, 5.00 Euro.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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