Del birrificio dell’Oregon Logsdon Organic Farmhouse Ale vi avevo brevemente accennato un po’ di tempo fa, con l’assaggio della loro ottima Seizoen. Un birrificio che mi ha catturato ancora prima di riuscire a berlo: zero fronzoli, sito internet ed etichette delle birre quasi amatoriali che ricordano quelle di molti produttori belgi.
Il fondatore è Dave Logsdon, quasi un’istituzione per ogni homebrewer e birraio visto che fu nel 1985 uno dei fondatori della Wyeast Laboratories, oggi tra i più noti fornitori di lieviti; dopo aver aiutato per 25 anni altre persone a fare la birra, nel 2011 ha deciso di lasciare la Wyeast per fondare in una casa di campagna adiacente alla sua abitazione la Logsdon Organic Farmhouse Ale; il legame col Belgio non è casuale, visto che la moglie di Lodgson, Judith Barnes, è nata nelle fiandre e i due s'incontrarono nel 2007 ad un festival di birra in Belgio. Logsdon era stato in passato uno dei fondatori del birrificio Full Sail, poi lasciato nel 1987 per concentrarsi sulla Wyeast.
Caratteristica di Logsdon Organic Farmhouse Ale è che fu fondata senza nessun dipendente, ma soltanto soci: oltre a Logsdon e moglie, ci sono John Plutshack (vendite) e la moglie Jodie Ayura, il birraio Charles Porter (un passato alla Full Sail assieme a Logdson e poi a Deschutes) e Seaberg Einarsson, proveniente dal mondo dell’hotellerie ma oggi pittore nonché autore di tutte le etichette. Il birrificio si trova isolato nella campagna circostante Hood River, immerso tra filari di meli e peri, sotto lo sguardo dei ghiacciai del Mount Hood.
Il 2015 è stato anno di grandi novità: prima l’inaugurazione della Logsdon Barrel House & Taproom, in centro a Hood River, gestita da Seaberg Einarsson, e poi grossi cambiamenti societari. Il birraio e socio fondatore Charles Porter ha abbandonato Logsdon per (forse) fondare il proprio birrificio ed è stato sostituito dal suo assistente Aaron Gilliam. In società sono entrati AJ Shepard, Chris Shepard e Stuart Faris del beershop/birrificio Uptown Market di Portland.
La birra.
Szech 'n Brett, una farmhouse ale prodotta con pepe Sichuan e brettanomiceti, nasce a maggio 2015 come birra occasionale prodotta per il quinto anniversario del 16 Tons Taphouse and Bottleshop di Eugene, Oregon. Il compleanno viene celebrato con l’evento Wild Ale Festival, ovvero una cinquantina di spine dedicate a fermentazioni spontanee, miste e selvagge. La Szech 'n Brett di Logsdon ha ottenuto un alto gradimento ed è così entrata oggi in produzione quasi regolare.
Nel bicchiere è piuttosto torbida, di colore arancio, e forma una generosa ma scomposta testa di schiuma bianca, pannosa, dalla discreta persistenza. I lieviti selvaggi spingono la birra rimasta nella bottiglia a far capolino dal collo. L'aroma è piuttosto complesso, con i sentori lattici e funky dei brettanomiceti affiancati da profumi floreali e fruttati (albicocca, pesca, polpa d'arancia e ananas); c'è l'asprezza della scorza d'agrumi e della mela acerba, con una delicata speziatura (pepe) a far da collante. Naso pulito, fresco, quasi solare, davvero ricco di frutta. La sensazione palatale è perfetta, è quella che una saison/farmhouse ale dovrebbe sempre avere: vivaci bollicine, corpo snello, tra il medio ed il leggero, a favorire il massimo della scorrevolezza. Sembra che fosse cinque litri (!) il limite massimo di Saison da bere concesso ogni giorno ai contadini e ai braccianti valloni nel corso delle lunghe, calde e faticose giornate estive di lavoro nei campi: un quantitativo di birra (dal modesto contenuto alcolico, rispetto agli standard attuali) che si riteneva necessario per idratare, dissetare e rifocillare i lavoratori mantenendoli in grado di continuare a compiere le proprie mansioni. E avesse un costo più popolare, neppure io direi no a cinque litri quotidiani di questa Szech 'n Brett di Logsdon: su una base leggera di crackers c'è una straordinaria intensità fruttata dolce che richiama l'aroma (pesca, ananas, arancia e mela) ed è bilanciata dalle note lattiche dei lieviti selvaggi. Accanto all'acidità c'è l'asprezza degli agrumi (limone, lime) a comporre una birra dalla grande secchezza e dall'enorme potere dissetante. L'amaro (terroso e lattico) è appena accennato in una chiusura dove fa capolino anche il pepe, portatore di un lievissimo ma percepibile leggero calore. È una Saison facilissima da bere, dall'intenso profilo fruttato, che trova uno splendido punto d'incontro tra eleganza e rusticità. Per dirla senza troppe parole, l'estate in un bicchiere.
Formato: 75 cl., alc. 6.5%, lotto 3290, scad. 06/2019.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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