martedì 15 settembre 2020

Alder Beer Co.: Summer Job & Hoppeland

Le presenze sul blog del birrificio Alder di Seregno sono sempre più frequenti ma ammetto che era tanta la curiosità di vedere Marco Valeriani cimentarsi per la prima volta con un birrificio tutto suo, dopo le esperienze di successo maturate lavorando come birraio presso Menaresta ed Hammer. Trovate tutta la storia qui.  A maggio vi avevo parlato di tre birre luppolate di stampo americano, a metà luglio siamo invece andati virtualmente in Germania ed in Inghilterra ad assaggiare tre birre dove i protagonisti erano i malti.  IPA e Double IPA americane continuano a dominare la gamma Alder ma pian piano il portfolio di Valeriani si sta espandendo andando a colmare lacune importanti: ad esempio il Belgio o l’Inghilterra luppolata.
Lo scorso giugno è nata Summer Job, interpretazione moderna di una English Pale Ale "in ricordo delle pinte bevute in un pub di Swanage, contea di Dorset, UK”.  Valeriani non ha nominato esplicitamente né il nome delle due birre né quello del pub e tocca indovinare. Se per il nome del locale diventa abbastanza difficile fare delle ipotesi, visto che la cittadina affacciata sulla costa della Manica ne ospita parecchi,  il nome della birra presenta due indizi utili.  Il primo mi fa pensare alla  Summer Lightninginventata alla fine degli anni ’80 da John Gilbert, birraio alla Hopback Brewery e considerato il “padre” di di tutte le Golden/Summer Ales inglesi: birre chiare, secche, generosamente luppolate e dalla grande bevibilità. La Summer Lightning  è una birra straordinaria che purtroppo non sono quasi mai riuscito a bere in condizioni decenti nel nostro paese.  Il secondo indizio mi fa pensare alla Proper Job, una della birre che hanno decretato il successo di St. Austell e commercializzata nel corso del tempo sotto le vesti di Golden Ale, American Pale Ale o India Pale Ale per adeguarsi alle richieste del mercato.  

La Summer Lightning è prodotta con solo luppolo inglese East Kent Golding, la Proper Job utilizza invece Cascade e Chinook.   E la Summer Job di Alder?  Willamette (il più inglese dei luppoli americani), Cascade e Chinook: avrò indovinato le due pinte pinte bevute in un pub di Swanage?
I
l suo colore è dorato e velato, la schiuma compatta ma un po’ grossolana. L’aroma è pulito ed elegante: emergono profumi di pane, accenni biscottati e di miele, floreali ed erbacei, frutta a pasta gialla, lemongrass. Delicatamente carbonata (la flemma inglese!) scorre molto bene ma dal punto di vista tattile mi sembra un pochino più pesante rispetto a quello che ricordo essere le sue due probabili muse ispiratrici. Il bouquet aromatico viene riproposto con buona precisione anche se al palato il fruttato ha perso freschezza e vira un po’ troppo verso la marmellata. Bevuta secca, dalla buona intensità e dal grande poter rinfrescante e dissetante, chiude il suo percorso con un amaro tipicamente british: note terrose, erbacee e un tocco di lemongrass. Ottima birra estiva che a tre mesi dalla nascita sta solo invecchiando un po’ troppo precocemente, anche se conservata sempre in frigorifero: di quelle che non dovrebbero mancare in ogni pub, soprattutto in estate.

Ad inizio luglio ha invece fatto il suo debutto Hoppeland, Belgian Ale con un nome che parla chiaro: la “terra del luppolo” belga è la cittadina di Poperinge e da qui proviene il luppolo Nugget usato in una ricetta ridotta ai minimi termini che prevede 100% malto pils. Perché dopotutto quando si parla di Belgio il vero protagonista non può che essere il lievito.  Anche qui è doveroso citare due birre che hanno aperto una strada poi imboccata da tanti altri: quella del Belgio “moderno” (luppolato): la XX Bitter di De Ranke e soprattutto la spesso sottovalutata Poperings Hommelbier di Van Eecke,  quest’ultima commissionata in origine proprio in occasione dell’annuale festa del luppolo della cittadina belga. 

Il suo vestito oscilla tra il dorato ed il giallo paglierino, la schiuma è perfettamente belga: generosa, compatta, molto persistente. Al naso emergono note erbacee e zesty, crackers  mentre il lievito regala accenni di spezie, e quel mix di banana e rustico che a volte trovo stappando la Saison Dupont. DNA belga rispettato in pieno al palato: bollicine copiose, corpo medio, ottima scorrevolezza. Pane, crackers, un tocco di frutta a pasta gialla, agrumi canditi sono l’ago della bilancia di una birra dal un finale generosamente luppolato e secco, ricco di note erbacee, zesty e terrose. E’ il Belgio moderno che ammalia e seduce, quello che piace a me, quello da bere ad oltranza in estate e non solo.  Le manca un po’ di spavalderia, il suo abito è ancora un po’ ingessato e potrebbe essere ad esempio un po’ più ruffiana al naso. Ma l’esordio di Alder in territorio belga è degno di nota e la Hoppeland entra subito tra le migliori interpretazioni italiche. 
Nel dettaglio: 
Summer Job, 40 cl., alc. 5,0%, lotto 27/05/2020, scad.  27/09/2020, prezzo indicativo 5-6 euro (beershop)
Hoppeland, 40 cl., alc. 5,5%, lotto 10/07/2020, scad. 10/01/2021, prezzo indicativo 5-6 euro (beershop)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questo esemplare e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio

2 commenti:

  1. sei già riuscito a visitare il birrificio? conviene bere direttamente là, sono birre che si conservano malissimo. Valeriani sta sperimentando molto, anche le birre con lo stesso nome hanno ricette diverse nelle cotte successive e generalmente sono migliori delle precedenti.

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    1. ancora no, ma spero di riuscire a passarci prima o poi. non è proprio dietro casa per me.

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