Per celebrare il primo milione di litri prodotti, il birrificio Brewfist di Codogno (Lodi) realizza la Bionic Celebration IPA. Nessuna ricetta speciale o particolare, quindi, ma "soltanto" una nuova American IPA che viene presentata al Terminal 1, la "tap room" del Birrificio il 22 Febbraio scorso. La Bionic - non so se si tratti di una birra "one shot" o se sarà ripetuta in futuro - va così ad affiancare le altre IPA già prodotte: Burocracy, Spaceman e Space Frontier (in collaborazione con To Øl).
Pale, Crystal, Monaco, Pale Chocolate e Melanoidinico sono i malti utilizzati, mentre i luppoli sono Simcoe e 366, quest'ultimo se non erro da poco rinominato Equinox ed incontrato nel bicchiere giusto qualche giorno fa nella Hop Art del Birrificio Rurale.
Si presenta di colore ambrato scarico, con riflessi ramati; la schiuma ha una buona persistenza, e di colore ocra, cremosa e compatta. Non è indicata la data d'imbottigliamento, ma essendo stata presenta a fine Febbraio si tratta di una bottiglia con circa quattro mesi di vita alle spalle; l'aroma è pulito ed abbastanza intenso, con sentori di pompelmo e frutti tropicali (melone e ananas) in primo piano, accompagnati da qualche nota di aghi di pino e di cipolla. Quest'ultima è abbastanza evidente a birra appena versata, andando poi piano piano quasi a scomparire con il tempo.
Al palato si rivela scorrevole e morbida al tempo stesso, con un corpo medio ed una presenza di bollicine abbastanza scarsa. S'inizia con note di biscotto e, lievi, di caramello, per passare poi al pompelmo e alla frutta tropicale; l'introduzione è dolce ma breve, perché arriva piuttosto in fretta un'ondata amara molto intensa, resinosa, vegetale, pungente, che morde dapprima ai lati della lingua per impossessarsi poi di tutto il palato. La chiusura è abbastanza secca, quasi una breve pausa necessaria per poter poi assaporare un lunghissimo retrogusto amaro, quasi balsamico, davvero molto intenso. Non è indubbiamente una birra da bevuta seriale, con il suo elevato livello di amaro, ma è comunque molto godibile, grazie alla sua relativamente giovane età che rende le note vegetali e resinose ancora pungenti. Il rischio di diventare una "mappazza" con l'inevitabile trascorrere dei mesi è secondo me davvero concreto, quindi il consiglio è di berla il più in fretta possibile, consiglio che ovviamente vale per la maggior parte delle birre. E' una IPA molto poco ruffiana che picchia duro pestando forte sul pedale dell'amaro senza nessun ammiccamento a chi beve; pulita, ben fatta, ma personalmente non sento la necessità di riempire subito la pinta dopo averla svuotata.
Formato: 33 cl., alc. 6%, lotto 4132, scad. 30/03/2015, pagata 4.50 Euro (beershop, Italia).
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