lunedì 4 luglio 2016

Anspach & Hobday The Porter

Il birrificio londinese Anspach & Hobday lo avevamo "sfiorato" qualche mese fa in occasione della English IPA realizzata assieme agli italiani di Canediguerra. E' ora il momento di dedicare uno spazio tutto suo a questo nuovo protagonista della new-wave brassicola londinese fondato a marzo 2014 da Jack Hobday e Paul Anspach: compagni d'asilo, amici e poi coinquilini, oltre alla passione per suonare la musica hanno condiviso quella per la birra. Al tempo dell'università, Paul aveva un impiego part-time in un negozio di vini e birra mentre Jack fu spronato da un suo professore ad usare un kit da homebrewing per farsi in casa birra buona e risparmiare qualche soldo. La craft beer revolution inizialmente non li coinvolge particolarmente fin quando non riescono ad assaggiare la birra "giusta": per Jack è la Titan IPA di Great Divide all'Euston Tap, mentre Paul rimane folgorato al The Cask Pub and Kitchen dalla Exotic Punch di Mikkeller. 
Jack inizia a lavorare all'Euston Tap e poi al Craft Beer Co in Brixton, mentre a casa si passa dai kit di estratti alle produzioni All Grain; la loro porter viene assaggiata dal giornalista ed esperto di vini Oz Clarke che ne rimane entusiasta: è la molla che fa scattare in loro la decisione di aprire un birrificio. Le prime birre, prodotte presso il brewpub Brew Wharf iniziano a circolare a Londra nell'estate del 2012 a nome Alements; a marzo 2013 Anspach e Hobday lanciano una campagna di finanziamento su Kickstarter che raccoglie da un centinaio di sottoscrittori cinquemila sterline rispetto alle tremila richieste. A marzo 2014, nel "beer mile" di Bermondsey dove a poca distanza l’uno dall’altro trovate Kernel, Partizan, Brew by Numbers, Fourpure (e sicuramente ne sto dimenticando qualcuno) apre ufficialmente le porte la Anspach & Hobday, dividendo in un primo periodo gli spazi con la Bullfinch Brewery che ha poi traslocato otto chilometri più a sud.
Nonostante Anspach e Hobday si dicano affascinati dalla storia brassicola di Londra e desiderosi di recuperare parte di essa, la loro filosofia produttiva sembra per il momento seguire il classico canovaccio contemporaneo: in ventiquattro mesi di vita il database di Ratebeer elenca quasi centocinquanta diverse birre prodotte, la maggior parte delle quali sono solo leggere varianti della stessa ricetta/IPA seguendo la rotta tracciata da The Kernel.

La birra.
Per fortuna non c'è solo la volatile ed effimera rincorsa alla novità nel portfolio di Anspach & Hobday ma anche qualche solidissima colonna portante. E' il caso della The Porter, una birra che - dicono - ha mantenuto la stessa ricetta di quando veniva prodotta tra le mura domestiche; una birra che, nell'anno di debutto del birrificio, ottenne la medaglia d'argento all'International Beer Challenge 2013 nella rispettiva categoria.
Il bicchiere si tinge di un ebano scurissimo ai confini del nero sul quale si forma un piccolo cappello di schiuma color nocciola chiaro, cremoso e compatto, dalla buona persistenza. L'aroma è pulito e mette in mostra un ricco e goloso bouquet nel quale domina la liquirizia, accompagnata dai profumi di cioccolato, toffee e, più in sottofondo, fruit cake, uvetta, vaniglia, cenere/tabacco. Non c'è però il tempo di soffermarsi sui profumi perchè il primo sorso rapisce i sensi  grazie ad una sensazione palatale incredibilmente morbida, con pochissime bollicine. Una carezza quasi setosa avvolge il palato con una sorprendente intensità fatta di liquirizia, tostature, caffè, cioccolato fondente, caramello bruciato e fruit cake; una buona secchezza e l'acidità donata dai malti scuri  mantengono la bevuta equilibrata ed il palato discretamente pulito dopo ogni sorso, consentendogli di assaporare in ogni sfumatura il lungo retrogusto amaro, torrefatto e terroso, dove una carezza etilica avvolge i dettagli di cioccolato amaro, liquirizia e cenere. Una porter a tratti splendida, dalla straordinaria intensità abbinata ad una grande facilità di bevuta: pulizia ed eleganza viaggiano ad alti livelli, non fatevela scappare se vi capita a tiro.
Formato: 33 cl., alc. 6.7%, scad. 23/10/2016, 5.50 Euro (beershop, Italia)

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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