Ritorna dopo qualche mese Brekeriet, società svedese nata inizialmente come importatrice di birra nel 2010 per diventare nel 2012 un vero e proprio birrificio. A guidarla i tre fratelli Ek (Fredrik, Christian ed André) che hanno scelto di focalizzarsi esclusivamente su birre a fermentazione selvaggia, inoculando brettanomiceti e batteri. La produzione è partita nel 2012 a Djurslöv, dieci chilometri da Malmö con 6000 litri prodotti che sono poi divenuti 18000 nel 2013 e 36000 nel 2014. Si è reso quindi necessario un ampliamento degli impianti e un trasferimento un po’ più a nord nella nuova e più ampia sede (800 mq) di Landskrona, a metà strada tra Malmö ed Helsingborg. Proprio qualche mese fa è stato inaugurato il nuovo impianto proveniente dall’Inghilterra con una capacità di 20 hl a cotta; a Landskrona ci sono quattro fermentatori d’acciaio da 20 hl che vengono utilizzati per birre acide fermentate con saccaromiceti e brettanomiceti. La precedente sede di Djurslöv rimane operativa sino alla fine del contratto di locazione con fermentatori in acciaio (75 hl) e botti in legno: è qui che vengono realizzate le birre che prevedono l’utilizzo di batteri.
Inizialmente disponibili solo nel formato da 75 cl., alcune birre sono oggi anche vendute nel formato 33 con una nuova etichetta; l’export è la voce predominante nel fatturato Brekeriet, con una piccolissima percentuale destinata al Systembolaget svedese. Il già vasto catalogo Brekeriet si compone di un nucleo ristretto di birre prodotte tutto l’anno e di moltissime produzioni occasionali.
“Dry Hopping? Non lo facciamo spesso, non lo amiamo in modo particolare e non ne abbiamo una grande conoscenza. Lo facciamo di tanto in tanto per restare al passo coi tempi”, dichiarano alla Brekeriet. La loro prima Sour Ale con dry-hopping è stata la “Sour & Hoppy”, poi seguita dalla “EKG Sour” e dalla ultima nata “Sur Kaskad”, con ovvio dry-hopping di Cascade. Anche per il dry-hopping viene utilizzato il luppolo invecchiato che il birrificio impiega abitualmente nella produzione delle sue birre acide; consapevoli di questo “nonsense”, attraverso il proprio blog domandano ai clienti: “Vi piacciono? Dobbiamo continuare a farle?”. East Kent Golding è ovviamente il luppolo utilizzato per il dry-hopping di questa EKG Sour, una birra fermentata con diversi ceppi di lieviti selvaggi e lactobacilli.
Il suo vestito è opalescente e pallido, tra il dorato e l'arancio; la bianca schiuma è incredibilmente compatta e cremosa ed ha un'ottima persistenza. L'acido lattico dà il benvenuto aromatico, accompagnato da note funky che richiamano il sudore e da quelle aspre della scorza del limone e del pompelmo. In sottofondo il dolce del mandarino, dell'arancio e dell'ananas, la cui presenza aumenta all'innalzarsi della temperatura; avverto anche una dolce suggestione di frutti di bosco rossi. Al palato è leggera e molto scorrevole, ma per il mio gusto qualche bollicina in più le darebbe senz'altro maggior vivacità. Il lattico e l'aspro del limone/lime e della mela verde dominano la bevuta lasciando il dolce della polpa degli agrumi molto in secondo piano; ne scaturisce una birra estremamente secca, dissetante e rinfrescante, perfetta per combattere l'afa di questi giorni. La presenza di acido lattico è netto, manifestandosi (forse un po' troppo) anche nell'amaro finale, affiancando l'albedo (più che la buccia) del limone: per aumentare un po' il tasso di dolcezza (frutta tropicale) bisogna attendere che la birra si riscaldi parecchio, perdendo così buona parte del suo potere rinfrescante.
Anche per questa EKG Sour devo riproporre alcune delle considerazioni fatte in occasione della Saison Savage: l'intensità è notevole, la pulizia è buona ma migliorabile, il carattere è sinceramente rustico, ruvido ma sincero anche nelle sue imprecisioni. Le gioverebbe sicuramente qualche contrappunto dolce più evidente, almeno per il mio gusto, ma se cercate una birra dissetante per le sere più calde dell'anno, questa EKG Sour non vi deluderà; devono ovviamente piacervi le birre acide, perché questa di sconti non ne concede molti.
Formato: 75 cl., alc. 5.3%, scad. 09/11/2020, 12.00 Euro.NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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