Collaborazioni, collaborazioni, collaborazioni: la craft beer sembra non poter far a meno di domandarsi "che cosa c'è di nuovo?" (anziché "che cosa c'è di buono?") e i birrifici, sopratutto quelli "alla moda", devono sottostare a queste regole. Lo ha capito benissimo Beavertown, che prosegue senza sosta a sfornare novità, one shot e collaborazioni: questa ultime hanno un peso particolarmente rilevante nella gamma del birrificio di Londra, tanto che sono state inventariate in questa pagina.
Tra le ultime birre realizzate a quattro mani c'è la Double IPA "Shut Up And Play The Hits", nome credo ispirato all'omonimo documentario sul gruppo musicale LCD Soundsystem, peraltro protagonista di un'altra birra prodotta da Wylam, la 45:33. Il partner scelto da Beavertown è il birrificio Verdant (Falmouth, Cornovaglia), un altro nome caldo sulla lista dei beergeeks inglesi e non solo: avremo modo di conoscerlo meglio nelle prossime settimane.
L'etichetta non lo elenca tra gli ingredienti ma ci dovrebbe essere la purea di mango in questa Double IPA (8.8%) realizzata lo scorso gennaio la cui ricetta prevede malti Golden Promise e acidulo, avena maltata, frumento maltato e malto d'avena decorticato Golden Naked Oats; il lievito è Lallemand New England, i luppoli Columbus, Simcoe, Bru-1, Eureka e Galaxy.
La birra.
I talebani della freschezza diranno che due mesi dalla messa in lattina sono troppi ma il mio pensiero è che se in otto settimane la birra ha perso vigore e vitalità c'è qualcosa da rivedere a monte, non a valle.
Ad ogni modo, la Shut Up di Beavertown/Verdant rispetta il "protocollo hazy" con un (bel?) color arancio opalescente e una testa di schiuma biancastra un po' scomposta ma dalla buona persistenza, per lo stile. Passi che le New England IPA non siano famose per l'eleganza, ma per lo meno l'aroma dovrebbe essere una bella macedonia di frutta tropicale: in questo caso l'intensità è solo discreta, il mango è accompagnato da un po' di passion fruit, forse anche melone retato. Non c'è molta freschezza, non c'è quella sensazione di frutta appena tagliata e il gusto prosegue in questa direzione. Il mango è protagonista, affiancato da ananas e qualche nota di arancia e pompelmo; l'alcool sostiene la bevuta con vigore facendosi sentire soprattutto nel finale, quando arriva anche un lieve bruciore "vegetale", o effetto pellet che dir si voglia. E' l'unica debole avvisaglia di amaro in una birra che ne è praticamente scevra; la sensazione palatale, morbida e leggermente chewy, fa il suo dovere. Ma nel complesso questa Shut Up mi pare una birra poco pulita, sgraziata, benché bevibile: fallisce anche nel suo intento di voler essere un succo di frutta. Una birra inutile e noiosa, da due birrifici di questo calibro c'era d'aspettarsi ben altro. Non per fare il nazionalista, ma quest'altra Double IPA al mango italiana la guarda dall'alto in basso.
Formato 33 cl., alc. 8.8%, lotto 10/01/2018, scad. 10/04/2018, prezzo indicativo 6.00-7.00 euro (beershop)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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