Debutta sul blog il birrificio olandese Het Ultje, attivo dal 2013 come beerfirm e dal 2016 dotatosi di impianti propri. Het Ultje significa “piccolo gufo” ed è un richiamo al cognome del fondatore Robbert Uyleman: siamo ad Haarlem, venti chilometri ad ovest di Amsterdam. Uyleman, che in precedenza si occupava di produzione audiovisivi, ha iniziato la sua carriera nel mondo della birra come homebrewer assieme ad alcuni amici ed ha poi lavorato occasionalmente come barista e birraio presso il brewpub Jopen.
Proprio su questi impianti è nata nel 2013 la beerfirm Het Ultje, che Robbert gestisce a 360 gradi: sua la realizzazione del sito internet, sue le grafiche delle etichette, sue le ricette delle birre nelle quali sono spesso protagonisti i luppoli americani.
Ottenuti i finanziamenti necessari da una banca, a settembre 2016 il birrificio ha inaugurato i propri impianti (40 ettolitri) e una taproom con dodici spine aperta dal giovedì alla domenica; in centro ad Haarlem c’è invece l’Uiltje Bar, aperto a febbraio 2015 assieme al socio Tjebbe Kuijper: 30 spine e un centinaio di bottiglie vi aspettano tutti i giorni della settimana dal primo pomeriggio sino a notte inoltrata. In sala cottura ci sono attualmente i due birrai Gido Koop e Roel Wagemans. Sono già oltre 200 le etichette realizzate in cinque anni scarsi d’attività: quasi una birra nuova ogni settimana, ovviamente per la maggior parte collaborazioni, one shot e produzioni occasionali.
L'etichetta della RE:RE:CC Porter raffigura una email scritta dalla mamma di Robbert; nome e grafica sono a mio parere scelte abbastanza infelici, ma la sostanza parla di una porter "robusta" prodotta con "CC", ovvero cocco e caffè. La sua prima versione, chiamata semplicemente CC Porter, risale al 2015 (7.7%); oltre a luppoli Magnum, East Kent Golding e Chinook, era stato utilizzato caffè del Guatemala e (pezzi interi?) di cocco. Nel 2016 è arrivata la sua seconda versione chiamata BCC Porter, leggermente più alcolica (8.2%) e con una diversa varietà di caffè. Entrambe erano state prodotte sugli impianti di Jopen, mentre lo scorso anno è arrivata la versione numero tre (7.7%) chiamata appunto RE:RE.CC Porter ("RE" sono ovviamente le lettere che appaiono nell'oggetto di una email ogni volta che rispondete ad un messaggio). Non ho trovato informazioni sulla ricetta ma è stata prodotta sui nuovi impianti di Uiltje.
All'aspetto è quasi nera e forma un modesto cappello di schiuma cremosa compatta dalla buona persistenza. L'aroma non è pulito e neppure particolarmente elegante ma racconta di orzo tostato, cioccolato al latte, un accenno di cocco (pensate al Bounty) e un tocco di fumo. L'intensità è bassa e nel complesso i profumi non fanno davvero nulla per ingolosire o attirare l'attenzione di chi avvicina le narici al bicchiere. Al palato è invece gradevole e l'avena le dona una discreta morbidezza leggermente cremosa. Il gusto ripropone tuttavia le approssimazioni e la poca pulizia dell'aroma; i sapori sono poco definiti e il risultato è un agglomerato bevibile e comunque gradevole di orzo tostato, caramello, liquirizia, caffè e cacao. L'alcool alza la testa solamente a fine bevuta apportando un piacevole tepore, mentre nel retrogusto ai fondi di caffè s'aggiunge anche l'amaro terroso del luppolo. Non è (fortunatamente) una pacchiana birra-dessert ma ci sono troppe imprecisioni per renderla davvero buona: una porter discreta, bevibile ma con tanta strada da fare per migliorare.
Formato 33 cl., alc. 7.8%, lotto Y17B077, scad, 09/08/2022, pagata 3.90 euro.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio della bottiglia in questione e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Nessun commento:
Posta un commento