La nonna faceva il vino in casa e lui ha scelto di proseguire le buone usanze di famiglia con la birra: Kevin Robinson inizia con l’homebrewing nel 2007 e dopo quattro anni, quando ancora lavora come ingegnere informatico presso la IBM, installa un microimpianto di seconda mano da 100 litri nel garage di casa un nanobirrificio ed entra nel mondo dei professionisti. Le sue birre ottengono buon successo nei pub della zona e molti riconoscimenti in concorsi locali (Hampshire, Winchester e Southampton): nel 2014 Robinson lascia il suo lavoro per dedicarsi alla produzione di birra a tempo pieno, acquistando un nuovo impianto da 14 ettolitri. Dal garage della periferia di Southampton si sposta a Lymington, paese da 14.000 abitanti alle porte del New Forest National Park. E’ qui che nasce il microbirrificio Vibrant Forest, oggi distribuito anche in Italia; la produzione ruota attorno a sette birre stabili più alcune stagionali e occasionali, disponibili in bottiglie, lattine, cask e fusti; di venerdì (12-18) e di sabato (11-15) il bar e il negozio del birrificio aprono le porte per permettervi di fare acquisti e di dissetarvi.
Le birre.
Iniziamo dalla Summerlands, una Session IPA con generoso dry-hopping di Mosaic che è oggi la birra di maggior successo/vendite di Vibrant Forest. Il suo colore è un dorato piuttosto carico e leggermente velato, nel bicchiere si forma una testa di schiuma cremosa e abbastanza compatta, dalla buona persistenza. L’aroma non è esattamente un inno alla freschezza ma il bouquet è pulito e ancora molto gradevole: arancia e pompelmo affiancano i profumi più dolci di mango e passion fruit. Al palato è leggera e scorrevole come una session beer (3.5%) dovrebbe sempre essere e non c’è nessun cedimento acquoso: i malti (pane e crackers) compongono la delicata struttura necessaria a sorreggere una generosa luppolatura che, seguendo l’aroma, apporta dolci note di frutta tropicale subito incalzate da un amaro di discreta intensità nel quale s’intrecciano note di scorza d’agrumi, terrose ed erbacee. Intensità e pulizia non mancano, il finale ha quella secchezza necessaria a dissetare e a far venir subito voglia di un altro sorso: una birra semplice e ben fatta che non richiede attenzioni ma che potrebbe farvi compagnia per una giornata intera. Capisco il marketing e il fatto che il termine “Session IPA” faccia vendere meglio di un generico “Golden Ale”: al di là dei luppoli americani utilizzati, nel bicchiere c’è una birra che mantiene quell’equilibrio e quella flemma tipiche delle Golden Ale inglesi con un “twist” moderno e ben luppolato, per le quali ammetto di avere un debole. Pensate alla Hophead (3.8%) di Dark Star o anche alla Manchester (4.2%) di Marble, giusto per citare le prime due che mi vengono in mente. Non pensate invece alla Summerlands come a una di quelle Session IPA nelle quali i malti sono inesistenti e nel bicchiere trovate solamente una vagonata di luppolo priva di qualsiasi sostegno.
“Piquant” in inglese è qualcosa “d’interessante, d’eccitante” e questa Black Forest (Piquant Porter) tinge il bicchiere con un bellissimo (quasi) nero ed un perfetto cappello di schiuma, cremosissimo e compatto. Il naso è semplice ma pulito, un’essenzialità che parla di caffè e cioccolato fondente, orzo tostato, profumi terrosi e di mirtillo. Al palato c’è una corrispondenza pressoché perfetta e un’intensità notevole a fronte di un ABV piuttosto tranquillo (4.9%). Un velo di caramello dolce supporta le intense tostature, l’amaro del caffè e del cioccolato, la bevuta procede spedita senza nessun intoppo. Tabacco e cenere affiancano terroso e torrefatto in un finale amaro nel quale l’intensità perde qualche colpo, l’acidità dei malti scuri è forse un po' eccessiva, c’è un pelino d’astringenza ma questi spigoli da limare non mettono comunque in discussione il livello di una bella (e buona!) porter. Anche qui c’è un bel DNA inglese a dare anima e corpo a una birra pulita e semplice, di quelle che non dovremmo mai dimenticarci, ormai troppo spesso impegnati alla ricerca dei fuochi d’artificio.
Summerlands, formato 44 cl., alc. 3,5%, IBU 35, scad. 04/2018, prezzo indicativo 5.00-6.00 euro (beershop)
Black Forest, format 50 cl., alc. 4.9%, scad. 09/2018, prezzo indicativo 5.00-6.00 euro (beershop)
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
Nessun commento:
Posta un commento