Lo Utah non è certamente una “beer destination” ma i suoi parchi (Zion, Bryce Canyon, Capitol Reef, Arches e Canyonlands) lo rendono una tappa obbligata per chiunque decida di visitare il West. Lo stato americano ha leggi abbastanza restrittive sugli alcolici: potete acquistare nei supermercati e nei grocery stores solamente le birre con contenuto alcolico inferiore al 4%; per tutte le altre ci sono i negozi controllati dallo stato o ristoranti e bar che dispongono di apposita licenza. Passiamo al frivolo, ovvero al beer-rating: il birrificio Epic non ha mai avuto rivali e da anni domina incontrastato le classifiche dello Utah grazie alla Imperial Stout Big Bad Baptist e alla sue numerose varianti.
Nel 2012 visitati lo Utah per la prima volta e questa birra era sulla mia lista dei desideri: ma era estate e fu impossibile trovare nei negozi una bottiglia che era uscita negli ultimi mesi dell’anno precedente. A quel tempo la birra godeva ancora di un moderato hype e non restava sugli scaffali per molto tempo. Oggi molte cose sono cambiate: il birrificio Epic (qui la storia) ha più che raddoppiato la sua produzione grazie all’apertura di un secondo stabilimento in Colorado. Sul mercato i concorrenti si sono moltiplicati e quasi tutte le birre che un tempo godevano di fama hanno dovuto cedere il passo ai nuovi arrivati: questi due fattori rendono oggi possibile l’approdo della Big Bad Baptist e di alcune sue varianti sul continente europeo, cosa alquanto improbabile fino a pochi anni fa.
L’Imperial Stout Big Bad Baptist, prodotta con aggiunta di caffè, cacao ed invecchiata in botti ex- whiskey, debutta nel 2011. Da allora ne sono stati realizzati 114 lotti i cui ingredienti sono tutti riportati sul sito del birrificio. Le piccole variazioni riguardano sostanzialmente la percentuale alcolica e la varietà di caffè utilizzata. Nel 2015 la gamma “Baptist” si è espansa con l’arrivo della più piccola Son of A Baptist (8%) e di tanto in tanto dallo stabilimento del Colorado, dove oggi viene prodotta, arriva anche qualche versione speciale. Lo scorso novembre l’uscita della Big Bad Baptist è stata accompagnata da quella della Bad Baptista (con aggiunta di vaniglia, cannella, cacao e caffè messicano) e della più complessa Quadruple Barrel Big Bad Baptist: due diversi lotti di Big Bad Baptist sono stati invecchiati in botti di whiskey e rum; in contemporanea anche cocco, mandorle e fave di caffè sono state invecchiati in botti “fresche” appena svuotate dal whiskey. La birra è il risultato dell’unione di tutte queste componenti.
Restiamo fermi alla Big Bad Baptist “standard” la cui ricetta prevede Maris Otter Malt, 2-Row Brewer Malt, Crystal, Light Munich Malt T1, 2-Row chocolate malt, 2-row black malt, roasted barley, luppoli Nugget, Chinook e Cascade, fave di cacao e caffè; non sono riuscito a scoprire quale varietà sia stata utilizzata per questo lotto numero 114 (11.1% ABV).
Vestita di nero forma una generosa testa di schiuma cremosa e compatta, dall’ottima persistenza. Il naso non è esplosivo ma regala tutto (o quasi) quello che si può desiderare da una Imperial Stout barricata: distillato whiskey, legno, uvetta e prugna, cocco, caffè e cacao, tostature. Nessun elemento intende prevaricare l’altro: equilibrio, pulizia, eleganza. Al palato non ci sono particolari viscosità ma il mouthfeel è comunque morbido, a tratti quasi vellutato. Fruit cake al cioccolato, liquirizia e melassa abbozzano una bevuta dolce che vira velocemente sul caffè e sul torrefatto in un finale piuttosto amaro dove anche i luppoli giocano la loro partita. Il distillato è ben presente, c’è qualche accenno di vaniglia, la chiusura è abbastanza secca e prelude ad una lunga scia nella quale whiskey, caffè e cioccolato fondente vanno d’amore e d’accordo.
Interpretazione classica d’Imperial Stout barricata, senza fronzoli o stranezze, come piace a me. C’è un utilizzo intelligente degli ingredienti “extra”, c’è un bel carattere barricato, c’è il calore del distillato, ci sono pulizia, equilibrio ed eleganza, tutte caratteristiche al di fuori dal tempo e dalle mode.
Formato 65 cl., alc. 11.1%, lotto 114 (11/2018), prezzo indicativo 18.00 euro (beershop) NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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