All'incirca un anno e mezzo fa, come introduzione alla nostra prima birra The Kernel, accennammo brevemente alla "rinascita brassicola" in atto a Londra. A quel tempo il sito della London Brewers Alliance mostrava all'incirca una ventina di loghi; oggi ce ne sono quasi cinquanta, segno che la craft beer new wave londinese non si sta arrestando, ma si sta espandendo sempre più velocemente, con birrifici e pub che, oltre alle real ales, offrono una buona selezione di microbirrifici locali. La Partizan Brewing è uno dei più recenti, con alle spalle nemmeno un anno di vita. Andy Smith è l'uomo tuttofare che si nasconde dietro al nome Partizan. Trentun'anni, nato a Leeds, Andy ha un passato da chef, oltre che all'hobby dell'homebrewing. A fine 2009 lascia il ristorante nel quartiere di Chelsea dove lavorava (pare che lo stipendio non arrivasse più da diversi mesi) e trova un impiego al White Horse Pub. Un giorno incontra Andy Moffat, birraio della Redemption Brewery (a Tottenham, Londra) che era venuto a consegnare alcuni fusti di birra. Nemmeno il tempo di conoscersi e, complice un'appassionata chiacchierata sull'homebrewing, Andy va ad aiutare il suo omonimo. Dopo due anni Andy (Smith) va di nuovo in "crisi"; il lavoro alla Redemption non lo soddisfa più, la sua sensazione è quella di fare un lavoro impiegatizio, sempre uguale, dalle 9 del mattino alla 5 di sera. Mentre sta meditando senza troppo entusiasmo di seguire il consiglio di Andy (Moffat) e fare domanda di lavoro in un birrificio più grande (Thornbridge), gli arriva un "angelo" dal cielo. L'angelo ha le sembianze (non proprio angeliche, in verità) di Evin O'Riordain, ovvero The Kernel. Evin ha bisogno di ingrandirsi e di aumentare la produzione, e sta traslocando in locali più capienti; in poche parole, non ha più bisogno della maggior parte di quello che costituiva il suo vecchio impianto da quattro barili. Glielo offre ad un prezzo che è impossibile da rifiutare. Non è un trasloco molto lungo; gli impianti devono essere spostati solamente di un chilometro circa, perchè Partizan trova - come The Kernel - casa sotto le arcate della linea ferroviaria, a cinque minuti dalla stazione della metropolitana di Bermondsey. Come The Kernel, il birrificio è aperto al pubblico il sabato; sapete già cosa fare, quindi, se vi trovate a Londra in quel giorno. La prima birra vede la luce a Novembre del 2012, e la pagina di Ratebeer ne elenca giù una ventina anche se (e di nuovo scomodiamo il paragone con The Kernel) si tratta di leggere variazioni (ovvero dei luppoli utilizzati) della stessa ricetta. I nomi delle birre sono infatti (vedi The Kernel) dati spesso semplicemente dai nomi dei luppoli; completamente diverse sono invece le etichette, distanti anni luce dallo splendido minimalismo kerneliano. Dopo questo lungo ma doveroso preambolo, ci è venuta sete e passiamo finalmente alla sostanza, ovvero questa Pale Ale Amarillo Pacific Jade. Pochi mesi di vita (imbottigliata a Gennaio) ma già prossima alla scadenza, segno dell'attenzione che il birrificio mette sulla necessità di bere il più rapidamente possibile le birre (ben) luppolate. E' dorata con riflessi arancio, opaca; la schiuma, biancastra, è fine e cremosa. L'aroma è lo stesso che abbiamo trovato in quasi tutte le Kernel bevute; freschissimo, pulitissimo, molto raffinato: una macedonia di frutti appena tagliati. Pompelmo, mandarino, ananas, mapo, leggeri sentori di pesca gialla e floreali; quasi un inno all'estate. Nessun calo di tensione in bocca; se si eccettua una leggera base maltata (pane e cereali) anche qui c'è un trionfo di frutta, ai confini del cocktail, pulitissimo e fragrante. Netta predominanza di agrumi (pompelmo e lime), per una birra secchissima, marcatamente aspra d'agrume, estremamente dissetante. Non c'è sicuramente equilibrio, e il risultato forse può non piacere a tutti, ma noi cediamo volentieri al suo fascino e ci abbandoniamo al lungo retrogusto amaro, assolutamente "zesty", pulitissimo e rinfrescante. Una birra da trangugiare in pochi secondi per alleviare la sete e la calura, tutta giocata sulla fragranza (e sull'abbondanza) dei luppoli. Ad occhi chiusi l'avremmo battezzata The Kernel; ne condivide lo stesso sguardo "da zoccoletta ruffiana", ammaliante ed irresistibile. Ad un passo dal precipizio della "spremuta di frutta", riesce comunque a conquistarti e a farti cadere tra le sue braccia, anche se magari non ne berresti un secchio. Formato: 33 cl., alc. 5.5%, lotto 20/01/2013, scad. 20/05/2013, prezzo 3.66 Euro (beershop, Inghilterra).
Porca vacca!
RispondiEliminaEro a londra l'anno scorso, e sabato non sapevamo che fare...! Avessimo saputo di questa cosa!!!
Il sabato a Londra si va da The Kernel !!
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