Terza ed ultima Birra Olmo che andiamo a degustare, dopo la Amber Owl e White Rabbit. Già il nome, Guerrilla IPA, è un'anteprima di quello che il bevitore può trovare nel bicchiere, concetto rafforzato dalla scritta "subversive IPA" riportata in etichetta. Vi rimandiamo direttamente alla relativa pagina sul sito della beer firm se volete approfondire. Noi ci concentriamo invece sul liquido, che riempe il bicchiere di un bel color ambra con riflessi ramati; la schiuma, che ha una buona persistenza, è leggermente "sporca", fine e cremosa. Il naso si mostra meno "aggressivo" delle premesse; non c'è nessuna esplosione di luppolo, ma piuttosto un aroma pulito ma un po' "monocorde" dominato dal pompelmo. C'è qualche altra leggerissima sfumatura di agrumi (arancio, forse mandarino) e di erbaceo. Anche in bocca l'attacco è abbastanza "docile"; base di malto (caramello) seguita da note di pompelmo, con una ottima pulizia. La bevuta cambia poi improvvisamente, con un ingresso abbastanza "rude" dell'amaro, con decise note resinose e vegetali che enfatizzano anche la percezione alcolica. Un vero e proprio "calcio" di amaro che va a caratterizzare anche il retrogusto, intenso ed abbastanza lungo. Una seconda parte (immaginiamo) volutamente "rude" ed un po' grezza, che viene a spezzare quell'equilibrio pulito che aveva caratterizzato la prima parte della bevuta. La bevibilità ne risulta un pochino compromessa, per una IPA dal corpo medio e moderatamente carbonata, (forse) volutamente sbilanciata e che sembra (forse) voler un po' ammiccare alla "moda" della "dammi la più amara che c'hai", spingendo forte all'ultimo istante sul pedale dell'acceleratore, piuttosto che continuare su un percorso bilanciato e raffinato. Formato: 33 cl., alc. 5.9%, scad. 15/01/2014, pagata: 3.50 Euro (food store, Italia).
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