Citrus Hystrix e birra, primo (nostro) incontro che avviene con la Hopbloem di Extraomnes, con la combava che veniva elencata nella lista degli ingredienti. I norvegesi della Nøgne Ø dedicano addirittura una birra a questo agrume; la ricetta viene realizzata in collaborazione con il (famoso, dicono) cuoco (masterchef ?) norvegese Trond Moi, titolare del ristorante Bølgen & Moi, che ha succursali in diverse città della Norvegia. Lo scopo era quello di fare una birra versatile, che si potesse abbinare facilmente al menù del ristorante. Nella lista degli ingredienti in etichetta non figura il luppolo, ma immaginiamo che sia ovviamente presente; ci sono invece, oltre a malto, acqua e lievito, avena, segale, cabomba (in inglese Kaffir Lime) e succo di mandarino, in percentuali non dichiarate. Il risultato è una splendida etichetta dove il simbolo della Nøgne Ø è texturizzato dalla buccia del mandarino; una leggera variazione, molto azzeccata, alla consueta identità visiva molto sobria e minimalista del birrificio di Grimstad. Il colore è un po' una sorpresa: ambrato molto carico, quasi marrone, con una piccola schiuma beige. Molto più "rassicurante" l'aroma, molto fresco e pulito, pungente, ovviamente ricco di agrumi: lime, pompelmo, mandarino ma anche, in secondo piano, aghi di pino, pepe, un po' di caramello quando la birra si scalda. Il gusto rispecchia invece maggiormente il colore: la base maltata è molto solida (biscotto e caramello), con l'amaro che non si fa pregare due volte ed entra subito in campo in modo vigoroso. Non solo scorza di pompelmo, ma note resinose e terrose; il risultato è una birra marcatamente amara che tuttavia trova un buon contrappeso nei malti (caramello). Il corpo è medio, con una ottima sensazione palatale, morbida, quasi cremosa, grazie all'avena. Mediamente carbonata,una gradazione alcolica tutto sommato nemmeno particolarmente alta (7,5%) ma con un calore etilico ben presente e che scalda durante tutta la bevuta. Originale interpretazione di una India Pale Ale, pulita e ben fatta, che in fin dei conti risulta meno strana del previsto; non è comunque una birra "facile", amaro ed alcool la rendono molto robusta ed impegnativa. Da sorseggiare, giusto a pasto, piuttosto che da bere serialmente. Non esattamente una birra da tutto pasto, ma che necessita di piatti particolarmente saporiti che riescano a tenerle testa; ci è sembrata una birra da "fine portata", capace di spazzare via qualsiasi residuo di gusto e di preparare il palato nell'attesa della portata successiva. L'abbiamo pagata una cifra allucinante (159 corone ovvero 20 Euro) al ristorante; una botta di vita, una volta nella vita. Formato: 50 cl., alc. 7,5%, IBU 60, lotto 979, imbott. 05/06/2013, scad. 05/06/2015.
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