Può essere considerata la birra della "rinascita", questa Tripel della Sint Bernardus Brouwerij; commercializzata per la prima volta nel 1994, solamente due anni dopo la conclusione del contratto che affidava al birrificio la produzione di tutte le birre della vicina abbazia di St. Sixtus, ovvero le Westvleteren. La Tripel, uno stile che non rientrava tra quelli prodotti per St. Sixtus, arrivò a dimostrare che il birrificio St. Bernardus poteva reggersi con le proprie gambe, e produrre birre di grande qualità.
Non ci sono più tenta gradi fuori, ma non era neppure necessario attendere l’abbassamento delle temperature per veder evaporare la generosa bottiglia da 75 cl. di questa St. Bernardus Tripel. Di colore oro carico, velato, forma un cappello di schiuma bianca, fine e cremosa, dalla discreta persistenza. Naso non molto pronunciato ma con una bella pulizia che permette di coglierne tutte le sfaccettature: crosta di pane, banana, pera, frutta candita (pesca, cedro), qualche sentore floreale ed una bella speziatura del lievito, un po' di coriandolo ed una spiccata nota “pizzichina” che solletica le narici. Ottima la sensazione palatale: corpo medio, con un riuscitissimo equilibrio tra vivacità (bollicine) e morbidezza. Dolce in bocca di biscotto, pane e frutta sciroppata (pesca ed albicocca) ma ad equilibrare c’è un profilo abbastanza secco che non la rende mai stucchevole, ed un finale leggermente amaro erbaceo. Come preannunciato in apertura, l’alcool è assolutamente non pervenuto, ed è una birra che invita a bere ed a ribere con impressionante frequenza. Pulita, godibile e molto ben fatta, più complessa al naso che al palato, si trova anche in qualche supermercato ad un ottimo prezzo. Se l’avvistate, mettetela subito nel carrello. Per qualche ulteriore informazioni sul birrificio, vi rimandiamo invece a questo nostro post.
Formato 75 cl., alc. 8%, scad. 03/05/2015, pagata 5,90 Euro (supermercato, Italia).
Non ci sono più tenta gradi fuori, ma non era neppure necessario attendere l’abbassamento delle temperature per veder evaporare la generosa bottiglia da 75 cl. di questa St. Bernardus Tripel. Di colore oro carico, velato, forma un cappello di schiuma bianca, fine e cremosa, dalla discreta persistenza. Naso non molto pronunciato ma con una bella pulizia che permette di coglierne tutte le sfaccettature: crosta di pane, banana, pera, frutta candita (pesca, cedro), qualche sentore floreale ed una bella speziatura del lievito, un po' di coriandolo ed una spiccata nota “pizzichina” che solletica le narici. Ottima la sensazione palatale: corpo medio, con un riuscitissimo equilibrio tra vivacità (bollicine) e morbidezza. Dolce in bocca di biscotto, pane e frutta sciroppata (pesca ed albicocca) ma ad equilibrare c’è un profilo abbastanza secco che non la rende mai stucchevole, ed un finale leggermente amaro erbaceo. Come preannunciato in apertura, l’alcool è assolutamente non pervenuto, ed è una birra che invita a bere ed a ribere con impressionante frequenza. Pulita, godibile e molto ben fatta, più complessa al naso che al palato, si trova anche in qualche supermercato ad un ottimo prezzo. Se l’avvistate, mettetela subito nel carrello. Per qualche ulteriore informazioni sul birrificio, vi rimandiamo invece a questo nostro post.
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