Da un paio d'anni è diventata una simpatica consuetudine iniziare il nuovo anno del blog ripassando velocemente in rassegna quanto è stato bevuto in quello appena terminato divertendosi un po' a giocare con i numeri. Per comodità, riporto qui i link ai precedenti riassunti del 2012 e del 2013.
Doveroso iniziare sempre con alcune precisazioni: queste "classifiche" non sono una lista di buoni e di cattivi e non vogliono tanto meno essere una guida alle migliori o alle peggiori birre del mondo. Mi tocca assegnare un "voto" alle birre (cosa che non trovate mai nei post che vengono pubblicati quasi quotidianamente) solo per comporre le graduatorie e per ricordare la piacevolezza di una bevuta. Questo non è un concorso, io non sono un giudice e non giudico l'appartenenza allo stile: se una birra è fuori stile ma è buonissima, riceverà comunque un'elevata valutazione. Il "voto" dato riguarda esclusivamente la bottiglia in questione, della quale riporto sempre lotto e/o scadenza; se una birra manca nella graduatoria, è semplicemente perché non l’ho bevuta nel corso del 2014.
Inizio come sempre con qualche dato generale: anno "record" di bevute, con 309 birre; nel 2013 erano state 269 e nel 2012 furono 293. In termini più concreti, si tratta di 139,58 litri ovvero 38 cl. al giorno. La media della percentuale alcolica in volume delle birre bevute è stata di 7.3% leggermente più elevata di quella degli anni scorsi (7.0%).
Ancora una volta (terzo anno di fila) è la categoria delle INDIA PALE ALE quella ad essere stata maggiormente ospitata nel corso dell'anno appena conclusosi: 53 volte contro le 30 del 2013 e le 41 del 2012. Al secondo posto BELGIAN STRONG ALE (31 birre), IMPERIAL STOUT (26) e SAISON (24). Giocando in casa, l’Italia si conferma di nuovo la nazione più rappresentata con ben 111 birre, ovvero una su tre; seguono gli Stati Uniti con 52, e la grande tradizione europea: Belgio (33), Inghilterra (29), Germania (28). Dominio Italia anche nella classifica "birrifici": quelli ospitati più volte sono stati Menaresta, Settimo, Toccalmatto, Brewfist ed Extraomnes, cinque volte ognuno (senza considerare eventuali collaborazioni). Tra gli stranieri, si posiziona in alto To Øl, onnipresente sullo scaffali dei beershop italiani, con cinque birre; devo anche menzionare quattro volte sia Fantome che l'americano Firestone Walker.
Passiamo alle graduatorie, partendo da quella più interessante.
Quali sono le birre bevute nel 2014 che mi sono piaciute di più? Eccole qui (cliccate sulla tabella per una miglior visualizzazione).
Ex-equo al primo posto (45/50) tre americane ed una belga: le prime sono purtroppo abbastanza difficili (se non impossibili) da reperire in Italia, mentre la Saison d'Epeautre la potete trovare o far ordinare dal vostro beershop di fiducia. Un gradino più sotto due grandi classici belgi, Orval (2014, non 2010 come riportato in tabella) e Saison Dupont, due birre che si trovano facilmente senza doversi svenare: per bere davvero bene, basta davvero poco: smettere di correre dietro all’ennesima novità e andare sul sicuro.
Segnalo l'ottimo risultato di Buxton, con birre di ottima qualità che sono arrivate in Italia ancora freschissime: la freschezza è sempre uno dei fattori determinanti nella piacevolezza di una bevuta, ed ecco che il birrificio inglese piazza due birre ai primi posti di questa divertente classifica.
Di queste "migliori" 24 birre, dieci sono americane, quattro belghe ed italiane, tre canadesi, due inglesi ed una norvegese. Ci sono ben sei Saison, che non nascondo essere il mio stile brassicolo preferito, tre Imperial Stout e tre Belgian Strong Ales. Ma se guardiamo i produttori (il dato include anche le beer-firm), è l'italiana Extraomnes a piazzare ben tre birre in questi primi ventiquattro posti.
Non posso quindi che proclamare "birrificio dell'anno" per il blog Una Birra Al Giorno la creatura di Luigi "Schigi" D'Amelio, oltretutto già vincitore nel 2013 del titolo di Birraio dell'Anno.
Se guardiamo esclusivamente all'interno dei nostri confini, ecco le sedici birre bevute nel corso del 2014 che mi sono piaciute di più:
Detto del "trionfo" di Extraomnes (tre birre nei primi quattro posti), va segnalato l'ottimo debutto di Vento Forte, giovanissimo birrificio laziale che infila due birre in questa "Top 16", entrambe valorizzate dall'averle bevute freschissime. Non fa molto clamore invece la presenza degli ottimi birrifici Barley (secondo posto) e LoverBeer (due birre nelle prime sedici): le loro produzioni non proprio a buon mercato (siamo oltre i 20 Euro/litro) sono tuttavia delle belle soddisfazione che ci si può concedere ogni tanto. Menzione anche per il birrificio veneto Birrone, con uno stile (Schwarzbier) che non bevo spesso e che non è molto popolare, e per la session beer Hop Art 03 del Birrificio Rurale. Benissimo anche Birra Del Borgo, con una IPA collaborativa che sono riuscito a bere molto fresca, e una più impegnativa (e costosa!) Equilibrista.
Ma diamo anche uno sguardo veloce alle birre che mi sono piaciute di meno:
Non sorprende che l'ultimo posto sia occupata da una birra industriale, a pari merito con una ben più costosa IPA artigianale francese, un paese dove sta prendendo piede una "craft beer revolution" che si porta dietro gli inevitabili alti e bassi di birrifici attivi da pochi anni. L'Italia è comunque ben rappresentata: a parte il caso Elav, presente con quella che si potrebbe definire una "bottiglia sfortunata" (che denota però una costanza produttiva non eccellente), nel nostro paese sono ormai presenti oltre 800 soggetti che commercializzano birra, producendola o facendosela produrre. Non tutti partono solo quando hanno raggiunto un livello di qualità elevato: spesso ci si butta in questa avventura con poca esperienza e, nei primi anni, si paga il dazio della giovine età e degli inevitabili errori.
Trovate ormai la cosiddetta "birra artigianale" quasi ovunque, e purtroppo sempre a prezzi alti: diventa quindi indispensabile saper scegliere, indirizzando il proprio portafoglio verso la qualità e non verso la novità. Io stesso qualche anno fa cercavo di assaggiare qualsiasi cosa "nuova", ma i produttori in Italia erano meno della metà di quelli odierni: oggi difficilmente acquisto una birra di un produttore a me sconosciuto senza prima cercarne qualche informazione o qualche riscontro positivo.
Continuiamo a parlare di soldi ? Sì, perché la cosiddetta birra "artigianale" costa molto, soprattutto in Italia: nel 2014 il costo medio di ogni bevuta è stato di 5.43 Euro, leggermente inferiore all'anno scorso (5.85 €). Il costo medio al litro del 2014 è stato di 12,01 Euro, praticamente identico al 2013 (12,23 €). Moltiplicate 5 euro per 300 volte e avrete il "conto finale": molto diverso sarebbe l'esborso per un appassionato belga, tedesco o anche americano, soprattutto per quel che riguarda le birre "quotidiane" prodotte nel proprio paese. Se all'estero è possibile bere bene a 3 euro al litro, in Italia nella migliore delle ipotesi (e siete molto fortunati!) la cifra va raddoppiata: e sto parlando di birre da bere tutti i giorni: le birre "speciali" hanno un costo elevato anche all'estero, ma non credo che nessuno di voi beva quotidianamente una imperial stout passata in botti di bourbon.
Ogni volta che vado all'estero strabuzzo gli occhi nel vedere le birre italiane vendute allo stesso prezzo (se non più basso) che in Italia; in Germania riesci ad acquistare una birra belga da 33 cl. a meno di due Euro, e una inglese da 50 cl. a meno di 3 Euro. In Italia ci sono più tasse, più balzelli e burocrazia, ma possibile (supermercati a parte) che non si trovi (quasi) nessuna bottiglia belga da 33 cl. al di sotto dei 3 Euro e (quasi) nessuna bottiglia inglese da 50 cl. al di sotto dei 5 Euro? E’ sempre colpa dello Stato e delle tasse? O il sistema dei prezzi italiani si è ormai tarato sui 10/12/15 Euro al litro, per le birre di fascia "bassa", semplici, qualunque sia la loro provenienza e qualunque sia il loro costo all'origine ?
Detto questo, ecco le bevute più esose dell'anno scorso:
Tre birre scandinave nella Top Ten, tutte acquistate da me in Norvegia, paese dove vige un regime di tassazione sugli alcolici particolarmente severo. Non la scegliete come meta per vacanze dichiaratamente "birrarie": i costi sono quasi insostenibili, e troverete molte di quelle birre in Italia ad un prezzo inferiore. Molto ben rappresentati anche gli Stati Uniti, con cinque birre su dieci: due Lost Abbey barricate a oltre 35 Euro/litro (prezzo USA), un'Almanac anch'essa barricata ed altre due esose importazioni italiane (Brash e Jester King).
Per rifarvi gli occhi, ed il portafogli, prendete la macchina e guidate in direzione nord, oltrepassando le alpi:
Monopolio tedesco per le birre meno care, alcune anche di ottimo livello, con l'unica eccezione dell'americana Lagunitas, un birrificio che in California ha davvero un eccezionale rapporto qualità-prezzo e che va ad equilibrare le esose produzioni barricate di Lost Abbey.
L’ultima “classifica” è, come di consueto, quella delle birre più alcoliche bevute:
Doveroso iniziare sempre con alcune precisazioni: queste "classifiche" non sono una lista di buoni e di cattivi e non vogliono tanto meno essere una guida alle migliori o alle peggiori birre del mondo. Mi tocca assegnare un "voto" alle birre (cosa che non trovate mai nei post che vengono pubblicati quasi quotidianamente) solo per comporre le graduatorie e per ricordare la piacevolezza di una bevuta. Questo non è un concorso, io non sono un giudice e non giudico l'appartenenza allo stile: se una birra è fuori stile ma è buonissima, riceverà comunque un'elevata valutazione. Il "voto" dato riguarda esclusivamente la bottiglia in questione, della quale riporto sempre lotto e/o scadenza; se una birra manca nella graduatoria, è semplicemente perché non l’ho bevuta nel corso del 2014.
Inizio come sempre con qualche dato generale: anno "record" di bevute, con 309 birre; nel 2013 erano state 269 e nel 2012 furono 293. In termini più concreti, si tratta di 139,58 litri ovvero 38 cl. al giorno. La media della percentuale alcolica in volume delle birre bevute è stata di 7.3% leggermente più elevata di quella degli anni scorsi (7.0%).
Ancora una volta (terzo anno di fila) è la categoria delle INDIA PALE ALE quella ad essere stata maggiormente ospitata nel corso dell'anno appena conclusosi: 53 volte contro le 30 del 2013 e le 41 del 2012. Al secondo posto BELGIAN STRONG ALE (31 birre), IMPERIAL STOUT (26) e SAISON (24). Giocando in casa, l’Italia si conferma di nuovo la nazione più rappresentata con ben 111 birre, ovvero una su tre; seguono gli Stati Uniti con 52, e la grande tradizione europea: Belgio (33), Inghilterra (29), Germania (28). Dominio Italia anche nella classifica "birrifici": quelli ospitati più volte sono stati Menaresta, Settimo, Toccalmatto, Brewfist ed Extraomnes, cinque volte ognuno (senza considerare eventuali collaborazioni). Tra gli stranieri, si posiziona in alto To Øl, onnipresente sullo scaffali dei beershop italiani, con cinque birre; devo anche menzionare quattro volte sia Fantome che l'americano Firestone Walker.
Passiamo alle graduatorie, partendo da quella più interessante.
Quali sono le birre bevute nel 2014 che mi sono piaciute di più? Eccole qui (cliccate sulla tabella per una miglior visualizzazione).
Ex-equo al primo posto (45/50) tre americane ed una belga: le prime sono purtroppo abbastanza difficili (se non impossibili) da reperire in Italia, mentre la Saison d'Epeautre la potete trovare o far ordinare dal vostro beershop di fiducia. Un gradino più sotto due grandi classici belgi, Orval (2014, non 2010 come riportato in tabella) e Saison Dupont, due birre che si trovano facilmente senza doversi svenare: per bere davvero bene, basta davvero poco: smettere di correre dietro all’ennesima novità e andare sul sicuro.
Segnalo l'ottimo risultato di Buxton, con birre di ottima qualità che sono arrivate in Italia ancora freschissime: la freschezza è sempre uno dei fattori determinanti nella piacevolezza di una bevuta, ed ecco che il birrificio inglese piazza due birre ai primi posti di questa divertente classifica.
Di queste "migliori" 24 birre, dieci sono americane, quattro belghe ed italiane, tre canadesi, due inglesi ed una norvegese. Ci sono ben sei Saison, che non nascondo essere il mio stile brassicolo preferito, tre Imperial Stout e tre Belgian Strong Ales. Ma se guardiamo i produttori (il dato include anche le beer-firm), è l'italiana Extraomnes a piazzare ben tre birre in questi primi ventiquattro posti.
Non posso quindi che proclamare "birrificio dell'anno" per il blog Una Birra Al Giorno la creatura di Luigi "Schigi" D'Amelio, oltretutto già vincitore nel 2013 del titolo di Birraio dell'Anno.
Se guardiamo esclusivamente all'interno dei nostri confini, ecco le sedici birre bevute nel corso del 2014 che mi sono piaciute di più:
Detto del "trionfo" di Extraomnes (tre birre nei primi quattro posti), va segnalato l'ottimo debutto di Vento Forte, giovanissimo birrificio laziale che infila due birre in questa "Top 16", entrambe valorizzate dall'averle bevute freschissime. Non fa molto clamore invece la presenza degli ottimi birrifici Barley (secondo posto) e LoverBeer (due birre nelle prime sedici): le loro produzioni non proprio a buon mercato (siamo oltre i 20 Euro/litro) sono tuttavia delle belle soddisfazione che ci si può concedere ogni tanto. Menzione anche per il birrificio veneto Birrone, con uno stile (Schwarzbier) che non bevo spesso e che non è molto popolare, e per la session beer Hop Art 03 del Birrificio Rurale. Benissimo anche Birra Del Borgo, con una IPA collaborativa che sono riuscito a bere molto fresca, e una più impegnativa (e costosa!) Equilibrista.
Ma diamo anche uno sguardo veloce alle birre che mi sono piaciute di meno:
Non sorprende che l'ultimo posto sia occupata da una birra industriale, a pari merito con una ben più costosa IPA artigianale francese, un paese dove sta prendendo piede una "craft beer revolution" che si porta dietro gli inevitabili alti e bassi di birrifici attivi da pochi anni. L'Italia è comunque ben rappresentata: a parte il caso Elav, presente con quella che si potrebbe definire una "bottiglia sfortunata" (che denota però una costanza produttiva non eccellente), nel nostro paese sono ormai presenti oltre 800 soggetti che commercializzano birra, producendola o facendosela produrre. Non tutti partono solo quando hanno raggiunto un livello di qualità elevato: spesso ci si butta in questa avventura con poca esperienza e, nei primi anni, si paga il dazio della giovine età e degli inevitabili errori.
Trovate ormai la cosiddetta "birra artigianale" quasi ovunque, e purtroppo sempre a prezzi alti: diventa quindi indispensabile saper scegliere, indirizzando il proprio portafoglio verso la qualità e non verso la novità. Io stesso qualche anno fa cercavo di assaggiare qualsiasi cosa "nuova", ma i produttori in Italia erano meno della metà di quelli odierni: oggi difficilmente acquisto una birra di un produttore a me sconosciuto senza prima cercarne qualche informazione o qualche riscontro positivo.
Continuiamo a parlare di soldi ? Sì, perché la cosiddetta birra "artigianale" costa molto, soprattutto in Italia: nel 2014 il costo medio di ogni bevuta è stato di 5.43 Euro, leggermente inferiore all'anno scorso (5.85 €). Il costo medio al litro del 2014 è stato di 12,01 Euro, praticamente identico al 2013 (12,23 €). Moltiplicate 5 euro per 300 volte e avrete il "conto finale": molto diverso sarebbe l'esborso per un appassionato belga, tedesco o anche americano, soprattutto per quel che riguarda le birre "quotidiane" prodotte nel proprio paese. Se all'estero è possibile bere bene a 3 euro al litro, in Italia nella migliore delle ipotesi (e siete molto fortunati!) la cifra va raddoppiata: e sto parlando di birre da bere tutti i giorni: le birre "speciali" hanno un costo elevato anche all'estero, ma non credo che nessuno di voi beva quotidianamente una imperial stout passata in botti di bourbon.
Ogni volta che vado all'estero strabuzzo gli occhi nel vedere le birre italiane vendute allo stesso prezzo (se non più basso) che in Italia; in Germania riesci ad acquistare una birra belga da 33 cl. a meno di due Euro, e una inglese da 50 cl. a meno di 3 Euro. In Italia ci sono più tasse, più balzelli e burocrazia, ma possibile (supermercati a parte) che non si trovi (quasi) nessuna bottiglia belga da 33 cl. al di sotto dei 3 Euro e (quasi) nessuna bottiglia inglese da 50 cl. al di sotto dei 5 Euro? E’ sempre colpa dello Stato e delle tasse? O il sistema dei prezzi italiani si è ormai tarato sui 10/12/15 Euro al litro, per le birre di fascia "bassa", semplici, qualunque sia la loro provenienza e qualunque sia il loro costo all'origine ?
Detto questo, ecco le bevute più esose dell'anno scorso:
Tre birre scandinave nella Top Ten, tutte acquistate da me in Norvegia, paese dove vige un regime di tassazione sugli alcolici particolarmente severo. Non la scegliete come meta per vacanze dichiaratamente "birrarie": i costi sono quasi insostenibili, e troverete molte di quelle birre in Italia ad un prezzo inferiore. Molto ben rappresentati anche gli Stati Uniti, con cinque birre su dieci: due Lost Abbey barricate a oltre 35 Euro/litro (prezzo USA), un'Almanac anch'essa barricata ed altre due esose importazioni italiane (Brash e Jester King).
Per rifarvi gli occhi, ed il portafogli, prendete la macchina e guidate in direzione nord, oltrepassando le alpi:
Monopolio tedesco per le birre meno care, alcune anche di ottimo livello, con l'unica eccezione dell'americana Lagunitas, un birrificio che in California ha davvero un eccezionale rapporto qualità-prezzo e che va ad equilibrare le esose produzioni barricate di Lost Abbey.
L’ultima “classifica” è, come di consueto, quella delle birre più alcoliche bevute:
Per terminare eccovi una rapida carrellata dei "migliori" per le principali categorie bevute, la lista potrebbe esservi utile se dovete fare qualche acquisto. La classificazione è sempre quella stabilita da Ratebeer, nel bene o nel male.
- miglior AMBER ALE (su 6 birre bevute nell'anno): Reset di Birrificio Rurale (35/50)
- miglior AMERICAN PALE ALE (15): Cascade di Vento Forte (43/50)
- miglior BELGIAN ALE (17): Orval (44/50)
- miglior BELGIAN STRONG ALE (31): Kerst Reserva 2011 di Extraomnes (44/50)
- miglior BLACK IPA (10): Imperial Black di Buxton (44/50)
- miglior DOPPELBOCK (4): Aecht Schlenkerla Eiche di Brauerei Heller (41/50)
- miglior DOUBLE IPA (18): Wyoming Sheep Ranch di Buxton e Hoparillo di Knee Deep (43/50)
- miglior GOLDEN ALE (9): Taras Runa di De la Senne/Montegioco e Brand X di Crouch Vale (42/50)
- miglior IMPERIAL STOUT/PORTER (31): Speedway Stout di Alesmith (45/50)
- miglior INDIA PALE ALE (53): Moralitè di Dieu Du Ciel/The Alchemist (44/50)
- miglior SAISON (24): Saison Brett 2014 di Boulevard (45/50)
- miglior STOUT/PORTER (19): Aphrodisiaque di Dieu du Ciel (43/50)
- miglior TRIPEL (7 birre): Quis Hoc di Birrificio Settimo (40/50).
- miglior SOUR/WILD/ACIDA (4): Farmers Reserve Citrus di Almanac (43/50)
Prima di lasciarvi - come ogni anno - i link alle liste complete, un semplicissimo consiglio per orientarvi in un ipotetico acquisto:
- oltre i 35 punti: birre che vale proprio la pena di comprare, se le trovate.
- meno di 24 punti: birre che ho trovato con grossi problemi o che, se a posto, proprio non mi sono piaciute e che personalmente non ricomprerei.
Ecco tutto il 2014 in lista:
- ORDINATA PER PUNTEGGIO DECRESCENTE
- ORDINATA PER BIRRIFICIO
- ORDINATA PER STILE
Stanchi di tutti questi numeri? Da domani si ricomincia a bere, dando il via al 2015 di Una Birra Al Giorno!
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