Del microbirrificio di Monaco di Baviera Giesinger Bräu vi avevo già parlato in questa occasione. Fondato nel 2006 da Steffen Marx e Tobias Weber nel garage di un condominio del quartiere di Giesing, il birrificio ha di recente traslocato grazie al denaro raccolto tramite crowdfunding in una più decorosa location dotata dell’irrinunciabile Biergarten nello stesso quartiere.
Anche se può sembrare essere difficile capire che ci sia in una bottiglia semplicemente chiamata Untergiesinger Erhellung , basta leggera le scritta “Naturtruebes Kellerbier” per avere le idee più chiare e prepararsi all’acquisto di una Kellerbier non filtrata. La ricetta indica malti Pilsner, Vienna e CaraHell ed una delicata luppolatura a base di Hallertauer Tradition, Hallertauer Mittelfrüh e Saphir.
Sul blog spesso ospito birre dagli ingredienti inusuali, birre viscose e muscolose dall’alta gradazione alcolica, birre passate in botte dal costo piuttosto elevato. Ma non bisogna dimenticare che c’è anche la birra semplice, che dovrebbe costare poco, quella da bere senza farsi quasi nessuna domanda, la silenziosa compagna di chiacchierate o di serate passate in compagnia di amici: e (spesso) sono proprio queste le birre più difficili da fare.
Si presenta del classico color oro, in questo caso velato, con una perfetta e bianchissima testa di schiuma, compatta, cremosa, molto persistente. Il naso apre con un leggero sulfureo che fortunatamente scompare dopo pochi minuti assieme alla schiuma: emergono allora profumi di fiori bianchi e di fiori secchi, cereali e crosta di pane, con una lievissima ed appena percepibile speziatura.
Nonostante il birrificio sul suo sito la descriva come una classica Helles di Monaco, è sufficiente un sorso per accorgersi dell’enorme differenza con una delle Helles prodotte dalle sei sorelle Augustiner, Hacker Pschorr, Hofbräu, Lowenbräu, Paulaner e Spaten-Franziskaner. Poco miele, niente burro, dolcezza molto contenuta e soprattutto una fragranza che non troverete mai in quelle grandi produzioni industriali. E’ una birra che ti (ri)concilia con gli elementi che la compongono: l’acqua, il malto, il luppolo. Pulitissima e fragrante come una pagnotta appena sfornata, delizia il palato con un bel mix di cereali (a tratti quasi di muesli), di crosta e di mollica di pane, un lievissimo accenno di miele, ed un bel finale corto e lievemente amaro (erbaceo) a bilanciare il tutto. Il corpo è leggero, la scorrevolezza – non ci sarebbe nemmeno bisogno di dirlo – è clamorosa e le bollicine sono poche. Lascia un piacevole retrogusto di pane e di cereali, a ricordarti quanta piacevolezza e quanto gusto ci può essere nella semplicità e nella fragranza.
Il birrificio produce poche birre, in piccola quantità e a scadenza brevissima (3-4 mesi, con grande onestà) che, mi dicono, vanno esaurite abbastanza in fretta. Se capitate a Monaco di Baviera, fatevi un favore: lasciate perdere le trappole per turisti, lasciate stare i soliti nomi e fate un salto nel quartiere di Giesing, per bere una birra meritevole di essere chiamata con questo nome e capace di smentire tutti gli stereotipi (vedi questo recente caso) sulla birra tedesca, noiosa e poco emozionante.
Formato: 50 cl., alc. 5.3%, scad. 03/2015, pagata 1,48 Euro (beershop, Germania).
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