sabato 24 gennaio 2015

Croce di Malto Piedi Neri

Ritorna a distanza di un paio d'anni il birrificio novarese Croce di Malto, che peraltro gode di una buon distribuzione a livello nazionale ma che mi capita di bere abbastanza raramente. Rimediamo subito con una delle ultime creazioni, in ordine temporale, del birraio Alessio Selvaggio. 
Si tratta della Piedi Neri, una imperial stout che ha debuttato a dicembre 2013 a Birre Sotto l'Albero a Roma. La Guida alle Birra d'Italia 2015 la definisce una "grande birra" che, al Mondial de la Biere Gourmand 2013 di Montreal, ha ottenuto il secondo posto. 
Ma la birra ha anche un forte legame con il territorio circostante, visto che la ricetta include riso venere e castagne del novarese, oltre all'avena. 
Vestita completamente di nero, ha un bel cappello di schiuma nocciola, generosa e cremosa, compatta, molto persistente. L'aroma, pulito e discretamente intenso, offre profumi di pane nero, orzo tostato, caffè macinato, liquirizia e marron glacé, con qualche lieve sentore di cuoio. In bocca si presenta oleosa, con poche bollicine ed un corpo tra il medio ed il pieno; la sua morbidezza al palato cerca di bilanciare il gusto, che invece si rivela fin da subito amaro e un po' ruvido. 
Abbondano liquirizia, caffè ed orzo tostato, con l'alcool che non si nasconde e va ad irrobustire subito la bevuta, dettando il ritmo che corrisponde ad un lento sorseggiare. Il gusto batte sempre sugli stessi tasti, e a tratti si sente un po' la mancanza di una controparte dolce (presente nell'aroma) all'amaro del caffè e delle tostature. L'acidità finale del caffè alleggerisce un po' il carico di una birra comunque intensa e pulita, che termina con un lungo retrogusto amaro nel quale, oltre al caffè ed alle tostature ci sono note terrose e di liquirizia. Man mano che la birra si scalda l'alcool diviene sempre più protagonista, con il risultato di una birra che a tratti mostra un tenore etilico più alto di quello dichiarato in etichetta, tenendo occupato il bevitore, con buona soddisfazione, per quasi tutta la serata.
Formato: 33 cl., alc. 8.75, IBU 99, lotto 12112212314, scad. 09/2015, pagata 4.00 Euro.

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

1 commento:

  1. Bevuta qualche giorno fa, l'ho trovata piuttosto ben fatta ma concordo con te sull'assenza di una controparte dolce...non riesco a capire il perchè in italia, che si tratti di una porter di una stout o di una IRS, siano sempre solo evidenti tostature con tracce di caffè con il tipico finale terroso amaro come in questo caso, l'unica cosa che mi sembra variare spesso assaggiando birre scure in italia è il corpo; non che non ci siano differenze, ma birre con un piacevole "warming" nel finale magari con una controparte un po' più verso il cacao/cioccolato non le ho ancora trovate. Con ciò no voglio dre che non siano buone ma quello delle scure in italia mi sembra, con alcune ovvie eccezioni, un mercato piuttosto monocorde rispetto all'attenzione che dedichiamo per altri stili.

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