Chi segue regolarmente il blog e ha letto il post riassuntivo sulle migliori birre bevute nel 2014 avrà senz'altro notato il nome di Buxton, birrificio dell'omonima cittadina del Derbyshire fondato nel 2009 da Geoff e Debbie Quinn e da me incontrato per le prima volta nel 2011. L'anno scorso Buxton è arrivato in Italia con buona regolarità e con bottiglie valorizzate da una grande freschezza; ma il merito della crescita di Buxton è senz'altro da attribuire anche al birraio Colin Stronge che nel corso del 2013 ha rimpiazzato James Kemp. Dopo aver passato nove anni alla Marble di Manchester e due alla Black Isle in Scozia, Colin è arrivato al birrificio che, a suo dire, produce una della sue birre preferite, la Axe Edge IPA. Studente di architettura a Liverpool, si manteneva lavorando in un brewpub; il birraio del locale si licenziò improvvisamente ed il proprietario chiese a lui, che lavorava da più tempo di tutti nel pub ma che non aveva assolutamente nessuna esperienza, se fosse interessato ad imparare a fare il birraio.
Colin accettò soprattutto perché aveva bisogno del denaro e, sebbene affascinato dal nuovo mestiere, dopo qualche anno decise di trasferirsi a Manchester per studiare giornalismo e sociologia. Alla ricerca di una lavoro part-time, trovò un impiego come barista al pub Marble Arch del birrificio Marble; non passò molto tempo che gli fu chiesto di sostituire in sala cottura a turno i vari birrai nel periodo delle loro ferie. E, segno del destino, il giorno stesso in cui terminò l'università ricevette una telefonata dalla Marble; uno dei loro birrai aveva appena dato le dimissioni e gli fu chiesto di sostituirlo permanentemente.
Negli ultimi anni la gamma di Buxton si è notevolmente ampliata, andando oltre i classici stili anglosassoni e arricchendosi di collaborazioni con altri birrifici, affinamenti in botte di produzioni in stile belga, inclusa qualche birra acida.
Ecco quindi la saison secondo Buxton, ovvero una New World Saison con utilizzo di luppoli extraeuropei non specificati: Stati Uniti? Oceania?
L'aspetto è classico, un bel arancio velato con qualche riflesso dorato e la generosa schiuma che si forma è molto persistente, bianchissima, quasi pannosa. L'aroma è davvero molto invitante: accanto ad una ben assortita macedonia di frutta fresca (ananas, melone retato, pompelmo, lime) c'è una delicata rusticità che richiama la campagna (fiori bianchi, paglia, erba tagliata), una lieve speziatura (sopratutto pepe) ed una leggera asprezza che suggerisce la mela acerba, l'uva bianca. In bocca è quasi perfetta, vivacemente carbonata, con un corpo medio ed il giusto livello di acquosità per renderla scorrevolissima. Il gusto offre una leggera variazione dell'aroma, ospitando la crosta di pane, qualche nota di biscotto e sopratutto agrumi: passano in rassegna pompelmo, cedro e limone, mentre è la polpa dell'arancia a portare un po' di dolcezza. La generosa luppolatura le dona un finale decisamente amaro, un po' ruspante e ruvido, con note erbacee, di scorza d'agrumi ed un po' pepato: alcool molto ben nascosto, molto attenuata, la Saison di Buxton disseta il palato per poi riassetarlo. Pulitissima, molto ben bilanciata tra acidità e dolcezza, va un po' oltre gli standard dello stile per quel che riguarda l'amaro: a birra fresca la situazione è ancora sotto controllo, ma quando la temperatura si alza i luppoli catturano la scena tendendo ad eclissare gli altri elementi. Ma la vera sfida è quella di riuscire a far scaldare gli insufficienti trentatré centilitri, visto la velocità con la quale quest'altra ottima birra di Buxton scompare dal bicchiere.
Formato: 33 cl., alc. 6.3%, lotto 22/07/2014, scad. 22/04/2015.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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