giovedì 8 gennaio 2015

Glazen Toren Canaster Winterscotch

Le feste sono purtroppo già un ricordo ma c’è ancora tempo per qualche bevuta natalizia o per lo meno “invernale”:; dal Belgio, ecco la proposta invernale del birrificio De Glazen Toren, aperto nel 2004 da Jef Van De Steen, Dirk de Pauw e Mark De Neef  e che ha quindi festeggiato nell’anno appena concluso il suo decimo compleanno. Il birrificio della “torre di vetro”  si trova in un piccolo edificio, simile ad una casa, nel sobborgo Erpe-Mere di Aalst, una trentina di chilometri ad ovest di Bruxelles, nella strada (Glazentorenweg 11) dalla quale prende il nome. La commercializzazione partì ufficialmente nel giorno di San Martino del 2004, con tre birre: la Saison d’Erpe Mere,  la Tripel Ondineke e – visto il periodo – una scotch ale invernale chiamata Canaster.  Tuttora disponibile, se non erro, dall’11 novembre all’11 febbraio, deve il suo nome ad un sonetto (?) del folklorista e letterato Petrus Van Nuffel   che nel 1908 decantava una birra prodotta ad Aalst dal monastero dei Carmelitani: Men mogt hun bier wel roemen / Dat Canaster plagt te noemen  /  Het was drincken ende spijs / Selfs voor eene lange reps 
Bottiglia d a 75 cl. incartata, come tutta la produzione Glazen Toren: grafica natalizia con fiocchi di neve ed un’abbondante nevicata a ricoprire il tetto della casa-birrificio, con l’enorme bollitore all’interno che si tinge di rosso “festivo”. 
Molto bella anche la birra nel bicchiere, con delle intense sfumature che vanno dal rosso rubino al marrone scuro; la schiuma, beige, è cremosa e compatta ed ha una buona persistenza.  L’incontro con questa bottiglia di Canaster è piuttosto timido: naso chiuso, molto poco intenso, a fatica emergono i profumi della liquirizia, dell’amaretto e della frutta secca (mandorla, noce?), mentre man mano che la birra si scalda si fa sempre più evidente la presenza di mela verde. In bocca stupisce per la quasi assenza di bollicine: il corpo è medio, la consistenza è watery e la sensazione palatale non è purtroppo quella da “winter warmer”.  In bocca passano in rassegna liquirizia, toffee e biscotto, con lievi tostature ed una leggerissima presenza di prugna; la bevuta è però un po’ slegata e la bassissima carbonazione non l’aiuta certo a risollevarsi. Chiude con un’astringenza a tratti fastidiosa, ed un finale leggermente amaro di frutta secca. Resta da annotare una poco piacevole eccesso di mela verde anche al palato, soprattutto quando la birra si scalda. Esperienza poco positiva, purtroppo, e birra da ritrovare in condizioni migliori, magari al prossimo inverno. 
Formato: 75 cl., alc. 8.7%, lotto 25/10/2014, scad 25/10/2016, pagata 7.00 Euro (beershop, Italia).


NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio   

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