Del birrificio di Augusta/Augsburg Riegele vi avevo già brevemente parlato in questa occasione, stappando la “classica “ doppelbock Speziator. Da un po’ di tempo, accanto alla linea di birre tradizionali, Riegele ha commercializzato una serie di cosiddette “birre gourmet” o, per utilizzare il termine tedesco, Brauspezialtitäten; sono arrivate IPA, Porter, Imperial Stout ed altri stili anglosassoni che, fino a qualche anno fa, quasi nessun birrificio tedesco si sarebbe mai sognato di produrre. Merito (o colpa, a seconda dei punti di vista) della svolta di Riegele è di Sebastian Priller, discendente di quel Sebastian Riegele che nel 1889 acquistò la fabbrica di birra un tempo chiamata Zum Goldenen Roß.
Dopo gli studi in Economia Aziendale e Management ed una quadriennale esperienza all’estero in una delle tante società di consulenza, nel 2006 Sebastien ha deciso di tornare in Germania ad occuparsi dell’azienda di famiglia non prima di diplomarsi Beer Sommelier ottenendo nel 2009 il secondo e nel 2011 il primo posto nel concorso (a me sinora sconosciuto) di Beer Sommelier World Championship.
Al comando della Riegele, Priller ha dovuto inevitabilmente fare i conti con un mercato domestico ormai cronicamente in calo di volumi: la sua convinzione è che questo sia un dato di fatto inevitabile, e vista l’impossibilità a spingere i consumatori a bere di più, diventa piuttosto necessario farli bere “meglio”. Il che significa birre “speciali”, vendute a prezzi più elevati, che garantiscono al birrificio margini di guadagno più elevati in grado di compensare il calo dei volumi delle birre “tradizionali”. Assieme al birraio Frank Müller, Sebastian Priller lancia così sul mercato una nuova serie di birre che comprende la pilsner Amaris 50, la Weizenbock August 8, la Strong Ale Dulcis 12, la porter Robustus 6, la APA Simcoe 3 e la imperial stout Noctus 100. La missione è quella di convincere ad esempio un consumatore tedesco a bere la nuova Ator 20 (7-8 Euro al litro) piuttosto della Speziator, la storica Doppelbock di Riegele che di Euro al litro ne costa solo tre. Molto più curata la parte grafica delle etichette rispetto a quelle classiche: c’è la firma di Sebastian Priller-Riegele, intento ad annusare un calice di birra, mentre sul retro degli intuitivi simboli permettono di capire quello che c’è nella bottiglia: colore, corpo, aroma ed intensità dell’amaro.
La Noctus 100 viene prodotta con malti Steffi, Caramunich, Pale Chocolate e Dark Chocolate, malto di frumento, orzo tostato e luppoli Mandarina ed Hallertauer Opal. Completamente nera nel bicchiere, forma un bel cappello di schiuma beige fine e cremosa, dalla buona persistenza. Il naso è però tutt’altro che invitante: c’è una leggera presenza di pane nero, leggermente tostato, di mela verde, con un sottofondo etilico. Poca roba. In bocca arriva abbastanza slegata, con una consistenza sorprendentemente leggera/acquosa per una birra dal contenuto alcolico (10%) importante. Le bollicine sono poche, il corpo è medio ed il gusto, dopo un inizio non particolarmente intenso fatto di pane tostato e di caffè, scivola un po’ nel salmastro della salsa di soia. Non resta che registrare una leggera astringenza finale, ed un retrogusto abbastanza corto dove un tiepido calore etilico viene purtroppo di nuovo accompagnato da una leggera presenza di salsa di soia.
Bottiglia con evidenti problemi e bevuta poco soddisfacente: meglio affidarsi alle “certezze” delle classica produzione Riegele, che alla cosiddetta innovazione contrappone un’impeccabile costanza qualitativa.
Formato: 66 cl., alc. 10%, scad. 13/11/2015, pagata 5.70 Euro (beershop, Germania).
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio
Qui dalle mie parti viene venduta a 1.99 la bottiglia da 0,33....le ho trovate oggi per caso cercando qualcosa di particolare da degustare. Alla fine ho optato per la Dulcis 12, che mi ha piacevolmente sorpreso. Di quella cosa ne pensi?
RispondiEliminaNon l'ho provata la Dulcis, mi spiace
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