martedì 18 ottobre 2016

Antagonisti: 21 Golden Ale e Bulan

Antagonista, dal greco antagonistés, composto di antì (contro) e agonistès (lottatore): avversario in una lotta, in una gara sportiva, in un’azione drammatica; rivale, emulo, in una competizione qualsiasi; come aggettivo, che è in opposizione, in contrasto, in antagonismo 
Questo il nome scelto da Enrico Ponza e Fabio Ferrua per la beerfirm che inaugurano a maggio 2012 a Melle, in provincia di Cuneo; entrambi hanno precedenti esperienze come birrai in altri birrifici piemontesi come La Piazza e Soramalà. E’ una vacanza in Belgio, paese dove le beerfirm sono numerose, a far nascere in loro la voglia di mettersi in proprio e produrre la propria birra anche senza possedere impianti produttivi. Nei loro slogan, nell’anno del debutto, echi di BrewDog: "noi siamo gli  antieroi. Noi siamo gli anticonformisti. Noi siamo gli antipatici. Noi siamo gli Antagonisti. Siamo qui per creare qualcosa di nuovo,  e per farlo a modo nostro  Rispettiamo le regole,  ma vogliamo crearne di nuove.  Perchè preferiamo essere impavidi pirati  piuttosto che disciplinati marines.” 
La produzione avviene inizialmente presso gli impianti di Soramalà, mentre attualmente gli Antagonisti producono presso il Birrificio La Granda;  alla beerfirm si affianca il bistrot/birreria Officina Antagonisti Melle, dove poter assaggiare le birre abbinandole a prodotti locali. A quattro anni dall’apertura sono quattro le birre disponibili, in un percorso che mira a perfezionare quanto fatto piuttosto che a sfornare una novità dietro l'altra: in ordine di nascita ci sono la saison chiamata Bulan, la (American) Amber Ale chiamata Armaros e la scotch ale Anastro, che dovrebbero essere affiancate da qualche produzione stagionale o “one shot”.

La birra.
Partiamo in ordine di ABV dalla Golden Ale chiamata 21, una birra ideata assieme al Birrificio Trunasse (Centallo, Cuneo) per festeggiare un doppio anniversario : un matrimonio (per Trunasse) e la data del “battesimo” di Officina Antagonisti. Si tratta di una session beer (4.2%) inizialmente nata come stagionale estiva e poi “promossa” in produzione regolare; di colore oro pallido velato, quasi paglierino, forma un cappello di schiuma bianca compatta e cremosa, molto persistente. Il naso anziché puntare su quei “fruttatoni” ruffiani  che tanto vanno oggi di moda predilige delicatezza ed equilibrio; viene disegnato un boquet pulito ed elegante dove trovano posto fiori, agrumi (mandarino, cedro e limone) e note erbacee. Un aroma così delicato non può prescindere dalla freschezza, per essere valorizzato: in questa bottiglia (credo nata a maggio)  il passaggio del tempo ha lasciato ovviamente qualche segno ma il risultato è ancora soddisfacente. In bocca è ovviamente leggera e molto scorrevole, con una carbonazione sostenuta che, in una birra dal profilo di lievito piuttosto neutro, a mio parere andrebbe senz'altro ridotta. Anche al palato c'è un buon livello di pulizia che permette di apprezzare la delicatezza dei malti (pane, lieve miele) a introdurre il carattere fruttato (agrumi) che richiama in pieno l'aroma. Il finale mette in evidenza una bella secchezza e un amaro un po' timido che si sviluppa a cavallo di note erbacee e di scorza d'agrumi. Birra ben fatta e gradevole, di quelle che ti potrebbero accompagnare per una intera serata senza mai stancarti; può funzionare benissimo come gateway beer per avvicinare alla birra di qualità chi proviene dalle lager industriali, mentre secondo me le manca ancora un po' di personalità per stupire anche i palati un po' più esperti. Lo "stupore" non significa affatto ricercare i fuochi d'artificio, tutt'altro; la sfida più difficile è proprio quella di realizzare una birra di carattere ma delicata e semplice al tempo stesso.

Passiamo ora alla Bulan ("luna", in indonesiano), la birra d'esordio degli Antagonisti; una saison ideata durante un viaggio in Belgio e ispirata a sua maestà Saison Dupont. Purtroppo mi è capitata tra le mani una bottiglia poco in forma, se la vogliamo dire in questi termini. A partire dallo stappo, assolutamente "silenzioso" e dal modesto "dito di schiuma" che, in una saison ispirata al Belgio non è un buon segno visivo; il colore è arancio e l'aroma non mette in evidenza granché: un po' di banana e arancio, crosta di pane, un accenno di canditi. Ci sono ovviamente pochissime bollicine, con una buona facilità di bevuta tuttavia priva di quella vitalità che una saison dovrebbe avere. Pane, miele e qualche nota di frutta candita definiscono un gusto di altrettanta modesta intensità, benché pulito e privo di difetti; chiude discretamente secca, con un accenno amaricante di scorza d'arancia. Ma una Saison si fa col lievito, e l'espressività del lievito in questa bottiglia è praticamente nulla; ne risulta quindi una birra discretamente secca e tutto sommato bevibile ma, in quanto Saison, assolutamente insoddisfacente. Bottiglia sfortunata o meno, la costanza produttiva è un requisito fondamentale: mi tocca sempre descrivere quanto mi trovo nel bicchiere, nel bene e nel male.
Nel dettaglio: 
21 (Golden Ale), alc. 4.2%, IBU 24, lotto 5089/0, scad. 05/2018, prezzo indicativo 3.50/4.00 Euro.
Bulan, alc. 5.6%, IBU 31, lotto 5109/0, scad. 05/2018, prezzo indicativo 3.50/4.00 Euro.

NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.

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