Nel novembre del 2014 a Tilburg, nella regione del Brabante Settentrionale olandese a pochi chilometri dal confine con il Belgio, debutta la LOC Brewery. La fondano quattro soci: Roy Maas, Erwin Schellekens, Daniel Tano e Paul Cools quattro padri che si sono incontrati alla scuola dei propri figli scoprendo di condividere l’interesse per la birra. Il birrificio trova sede nella suggestiva Spoorzone di Tilburg, un area di 75 ettari che si estende per quasi tre chilometri dove a partire dal diciottesimo secolo le ferrovie olandesi avevano installato uno dei loro più grandi centri per la riparazione e la manutenzione dei treni. Il nome scelto dai quattro soci, “LOC”, altro non è che l’abbreviazione di “locomotiva”. La zona è dagli anni novanta oggetto di un lento ma importante piano di recupero che prevede la realizzazione di edifici residenziali e polifunzionali, spazi espositivi e commerciali, parchi e aree per concerti.
Nell’edificio numero 88 è stata inaugurata una Food Hall dove, assieme ad altri piccoi produttori e ristoratori, hanno trovato posto il primo piccolo impianto pilota e la tap room della LOC Brewery; non sono riuscito a capire se sia già operativo il nuovo e più grande impianto che dovrebbe essere collocato all’interno dell’edificio numero 84, nel quale sino al 1923 venivano effettuati da un migliaio di operai gli stampaggi, le saldature e la lavorazioni meccaniche dei forgiati di metallo; nel 1993 in una parte del fabbricato è stato aperto un centro di formazione per ingegneri meccanici ed elettrici.
Al fine di soddisfare tutta la richiesta, una buona parte delle birre sembra essere attualmente prodotta presso birrifici terzi; il debutto avviene alla fine del 2014 con la IPA chiamata Lord Nelson, che vede ovviamente protagonista il luppolo Nelson Sauvin, alla quale fanno seguito una dozzina di altre etichette, tutte realizzate dal socio fondatore e grafico Roy Maas.
La birra.
Ovviamente dedicata all’edificio numero 84 della Spoorzone che ospita il birrificio, la 84 di LOC è una robusta imperial stout prodotta con fiocchi d’avena; i luppoli dichiarati sono E.K. Golding e Columbus. La bottiglia nelle mie mani è stata prodotta presso gli impianti del birrificio De 3 Horne di Kaatsheuvel.
Completamente nera, forma nel bicchiere una cremosa e compatta testa di schiuma color nocciola che rimane a lungo nel bicchiere. Al naso, in un contesto di modesta intensità e discreta pulizia, emergono caffè, mirtilli, orzo tostato e, più in sottofondo, carne affumicata ed alcool. La vivace carbonazione è in stridente contrasto con quello che ci dovrebbe essere nel bicchiere, annullando completamente il contributo dei fiocchi d'avena, che dovrebbero invece donare "cremosità" alla sensazione palatale; benché ruvida, la birra ha comunque una buona scorrevolezza e un corpo medio. Il gusto ripropone le caratteristiche dell'aroma: l'alcool accompagna con raziocinio l'orzo tostato, il caramello e l'uvetta a comporre una bevuta dolce che viene poi bilanciata dall'amaro delle tostature, della liquirizia e - in maniera marginale - del cioccolato. C'è una buona attenuazione ma l'impressione alla fine è quello a di bere una specie di "agglomerato" di colore nero, nel quale ci finiscono dentro in maniera confusa diversi elementi: pulizia e precisione latitano, la birra ovviamente si beve ma non riesce a veicolare emozioni e soddisfazioni, sopratutto se cercavate una compagna con cui passare una serata autunnale come questa.
Formato: 33 cl., alc. 10.5%, IBU 65, imbott. 11/2015, prezzo indicativo 5.00 Euro.
NOTA: la descrizione della birra è basata esclusivamente sull’assaggio di questa bottiglia, e potrebbe non rispecchiare la produzione abituale del birrificio.
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